Le metodologie di base per lo studio
della storia dell'arte e per l'attività critica
A cura di: Antonio Zimarino
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II Lezione

1.1. Presentazione degli argomenti

Per affrontare la lettura e l'interpretazione delle opere d'arte e ricostruire così il contesto storico, ideologico, culturale, economico dal quale sono state generate, cioè al fine di "storicizzarle", la cultura, in diversi periodi storici, ha elaborato alcune metodologie, adatte a comprendere determinati aspetti dell'opera d'arte. Le metodologie che vengono utilizzate attualmente, definiscono un ampio spettro di punti di vista sull'opera d'arte, tuttavia vengono oggi definite dai semiologi "pre - semiotiche" [1]

La semiologia ha certamente rivoluzionato la concezione dello studio e dell'interpretazione dell'arte, focalizzando lo studio al suo aspetto di "comunicazione", poiché esso è scientificamente meglio penetrabile da una metodologia scientifica. 

Come abbiamo già detto. questo approccio all'opera d'arte non si pone lo scopo di affrontare propriamente la "funzione", la globalità, i contenuti, le intenzioni e la "qualità" dell'opera d'arte, limitandosi a definire solo la qualità della comunicazione.

La breve esposizione che faremo di queste metodologie "storiche" permettono di comprendere le diverse angolature che è possibile individuare e indagare nell'attività artistica: apparirà chiaro che tra esse, la "comunicazione", è uno degli aspetti più nuovi, interessanti e ricchi di possibilità, ma non può dirsi per questo il più determinante.

Le metodologie sono le seguenti: "Formalistica" - "Iconologica" - "Sociologica" - "Psicologica". 

Una sesta voce Psicologia della visione, più che una metodologia in senso applicativo, indica un particolare approccio estetico alle opere. 

Lo strutturalismo (l’approccio “semiologico”) ha più le caratteristiche di “metodologia”: è la più recente e si occupa appunto del "linguaggio della comunicazione".

Tra queste metodologie, le più inerenti l'immagine e i suoi processi fattivi, le più attente all'individualità dell'opera, sono senz'altro quella "Formalistica" e quella "Iconologica" e alcuni aspetti di quella “strutturalistica”, mentre le metodologie "Sociologiche", e "Psicologiche", (e alcuni aspetti della “strutturalistica”) pur partendo sempre da una valutazione della realizzazione artistica, mirano a completare l'identificazione del "contesto" in cui l'opera è nata o delle funzioni che essa assolve nella comunicazione.

Quelle appena citate vengono normalmente definite "metodologie" della Storia dell'Arte, ma è più giusto parlare di "approcci" allo studio dell'arte o delle opere ovvero, di strumenti per realizzare la "fenomenologia critica", ovvero l'analisi critica delle opere.

Il loro fine è quello di delineare lo sviluppo storico dell'arte e di collocare in luoghi di diversa rilevanza (o di individuare la collocazione possibile) le opere nello sviluppo dei fatti culturali e storici. Inoltre esse consentono di stabilire le relazioni reciproche tra le opere, i movimenti artistici, le aree culturali, al fine di delineare propriamente la Storia dell'Arte.

1.2 Caratteristiche specifiche dei metodi

Procederemo all'esame dei fondamenti delle varie metodologie, ripercorrendo anche la storia del loro affermarsi. Più importante è però fornire quella serie di criteri che identificano i diversi atteggiamenti di analisi e dibattere sui risultati ed sull'efficacia reale e potenziale dei vari metodi.

Per poter compiere un simile lavoro va considerato prima di tutto cosa queste metodologie indagano e cosa esse dicano dell'opera d'arte, che rimane sempre e comunque, un "fatto unitario".

Si comprende che di per sé nessuna metodologia è superiore all'altra ma tutte concorrono a esprimere la polisemicità dell'opera stessa.

Comunque, qualcuna di esse risulterà essere più determinante di altre a definire di volta in volta, lo specifico del contesto, del significato, delle scelte formali, della cultura figurativa di una determinata opera.

Le diverse culture che si sono succedute nei secoli, hanno sviluppato diverse intenzioni, sensibilità, contenuti, organizzazioni formali delle opere: talvolta è prevalso il gioco contenutistico e speculativo, altre volte la ricerca psicologica, molte volte la "funzionalità" della rappresentazione alla comunicazione di determinati valori religiosi o culturali, ma sempre costantemente, queste diverse valenze hanno avuto la necessità di organizzarsi in "forme" pittoriche di rappresentazione, che meglio fossero adatte alle varie intenzioni artistiche.

Lo studio della "forma" è dunque basilare e quasi sempre determinante per la valutazione dell'efficacia della comunicazione e della realizzazione dei contenuti.

In estrema e riduttiva sintesi la "Sociologia dell'Arte" ricostruisce i contesti sociali, economici, politici, ideologici della cultura e del momento storico entro cui l'opera ha visto la luce.

La "Psicologia dell'arte" interviene a definire gli aspetti subconsci che possono intervenire nel processo di immaginazione e di rappresentazione, indagando sulla psicologia di chi ha realizzato l'opera; lo "Strutturalismo" studia l'arte in quanto "linguaggio" e sistema di comunicazione. [2]

Questi "strumenti" oltre che essere gli insostituibili strumenti per la storicizzazione delle attività artistiche, hanno validità anche per l'analisi dell'arte del presente: costituiscono i mezzi attraverso cui porsi di fronte al fatto artistico per procedere all'identificazione delle sue relazioni e dei suoi rapporti costruttivi interni; permettono di mettere in relazione questi rapporti costruttivi con quelli manifestati nella cultura figurativa storica o contemporanea (Formalismo); permettono di istituire delle relazioni con la cultura letteraria dei "significati" (Iconologismo); permettono di identificare relazioni con il contesto politico, economico e sociale in cui l'opera si è prodotta (Sociologia dell'arte); tentano di chiarire l'eventuale presenza di pulsioni e di atteggiamenti tesi a liberare il subconscio dell'artista (Psicologia dell'arte).

Con la "Strutturalismo" si possono poi studiare i tipi di comunicazioni che l'artista intende costituire, i livelli di complessità e lucidità del sistema espressivo, comunicativo e costruttivo scelto ed elaborato (arte come comunicazione).

1.3 Dalla teorizzazione all’uso

Nelle schede che seguiranno, presenteremo brevemente le principali conclusioni alle quali sono pervenuti gli autori che hanno elaborato le diverse metodologie fondamentali.

Ma oltre ciò proveremo a svolgere alcune considerazioni pratiche che possano portare ad una applicazione di certe considerazioni nel lavoro del “critico” o dell’appassionato d’arte.

Certamente saranno considerazioni essenzialmente pratiche e pertanto non sono in grado di esaurire la complessità delle tematiche e delle argomentazioni.

Credo comunque che esse possano servire ad iniziare a guardare le opere d’arte nella loro complessità, imparando a valutare alcuni aspetti visuali e così superare un approccio meramente emotivo o empatico nei confronti tanto delle arti così come concepite e realizzate nelle culture del passato, che nelle espressioni artistiche contemporanee.


[1] Vengono così indicate dai semiologi, che le vedono quasi come "introduzioni" al più moderno sistema di analisi dell'Arte come linguaggio". In realtà queste metodologie, dal punto di vista storico - artistico rimangono essenziali e costituiscono un approccio diretto alla lettura e agli approfondimenti delle opere soprattutto appunto, nella prospettiva storico – artistica.

[2] Naturalmente l'analisi dell'arte come fenomeno di linguaggio apre delle problematiche completamente diversa, al punto che Calabrese chiama le metodologie prima citate "la preistoria recente dell'idea di arte come linguaggio". Cfr. CALABRESE, Il linguaggio, 1985, p.55.


Theorèin - Febbraio 2003