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Muove dalla premessa che l'attività artistica abbia impulso profondo dall'inconscio individuale e collettivo. In tutti i periodi storici, l'arte si esprime con figurazioni proprie, anche in quelli che apparentemente sono "sclerotizzati" in sistemi iconografici molto rigidi e definiti, come per l'arte bizantina ad esempio. L'Iconologia è distinta dall'Iconografia, ma il loro punto comune è l'immagine. Il "puro - visibilismo" aveva eliminato il "soggetto" del dipinto considerandolo come elemento contingente dell'opera: l'Iconologia al contrario lo considera una componente essenziale e fattiva dell'opera. A seconda delle epoche storiche, uno stesso oggetto può essere rappresentato diversamente, quindi la Storia dell'Arte è anche Storia delle immagini: l'arte infatti è attività dell'immaginazione e nell'immaginazione agisce il subconscio. Proprio per questo l'Immagine ha qualcosa in più della semplice invenzione, ma è un insieme sedimentato di significati culturali e ogni epoca ne sceglie versioni, ne arricchisce sensi e interpretazioni, a partire anche e soprattutto dalla cultura letteraria o da quella più genericamente popolare o condivisa da determinate cerchia della società. La Storia dell'Arte è dunque una Storia della trasmutazione e della trasmissione delle immagini. In questo modo, ad esempio, la "forma della rappresentazione oggettiva dello spazio" che è appunto la "Prospettiva" viene compresa in una classe particolare di "immagine" della mentalità e dei valori culturali dell'epoca storica che l'ha messa in luce. E' appunto una "forma simbolica" che rappresenta il rapporto con lo spazio esistente di quella cultura che l'ha scelta come sistema di rappresentazione visiva. Se esiste dunque una "cultura dell'immagine", la Storia dell'Arte può anche essere intesa come la "storia della cultura attraverso le immagini": ogni singola immagine ha una diversa significazione ed è dunque un Segno da decifrare. L'immagine assume significati da i contesti e dalle culture che la utilizzano: una sua corretta decifrazione svela molto del "Significato delle arti visive" e dei valori culturali e dei sistemi espressivi della società che se ne serve. Allo stesso tempo, per poter decifrare correttamente l'immagine nella sua polisemicità, bisogna studiare profondamente i valori culturali e soprattutto quelli letterari di quella determinata cultura: proprio dalla letteratura, oltre che dalle stesse arti visive, l'immagine viene caricata intenzionalmente di significati, valenze, possibilità espressive. Spesso l'immagine diventa un modo sintetico di esprimere concetti che appartengono alla elaborazione filosofica o letteraria; nella combinazione tra le immagini diventa possibile costruire complessi "discorsi" e riflessioni che avvengono per via sintetica. Spesso essi risultano intenzionalmente criptici o iniziatici, a seconda delle intenzioni della cerchia culturale che le utilizza. Il metodo iconologico permette una analisi dei processi di fruizione delle immagini, molto più estesa del metodo sociologico, ma non arriva per esempio a definire la "qualità" dell'arte. Rischia infatti di rimanere solo un mezzo di catalogazione e ordinazione dei significati possibili di un immenso numero di tipi iconografici. Con questa metodologia si procede allo studio delle mutazioni e delle diverse associazioni dei gruppi di immagini e dell'elaborazione e della loro adesione a nuovi significati. L'Iconografia può essere definita lo studio delle "immagini - tipo". L'Iconologia può essere considerata come lo studio del significato delle infrazioni al modello iconografico, lo studio del percorso dei modelli nell'Immaginazione, lo studio dei motivi dell'apparire, talvolta a grandi distanze di tempo, di immagini e significati similari o accomunabili. E' un metodo storico in quanto studia e descrive processi peculiari della cultura artistica come cultura dell'immagine e cerca di spiegare inoltre i modi specifici di diffusione e di evoluzione dell'immagine stessa. L'Iconologia è quel ramo della Storia dell'Arte che si occupa del soggetto o del significato dell'opera d'Arte, contrapposto a quelli che sono i puri valori formali. In un'opera d'arte la "forma" non può essere disgiunta dal "contenuto": la disposizione delle linee e del colore, della luce o dell'ombra, dei volumi e dei piani deve essere letta anche come portatrice di un significato che va al di là del valore visivo ( Panofsky ) L'Iconologia è un metodo razionalistico in quanto studia quanto c'è di irrazionale nella storia umana: cerca la sostanza della storia, non in raggruppamenti astratti e meno che mai nell'individualità dell'artista, ma nella vita sempre autonoma delle immagini: affronta quindi i problemi dell'esistenza dell'immagine conscia cioè consapevole delle sue funzioni così come quelli dell'immagine inconscia, della sua nascita, rinascita o decadenza all'interno dello sviluppo della storia. In un'opera d'arte il Contenuto è distinguibile in tre differenti livelli
Questa fase è detta anche descrizione PRE - ICONOGRAFICA. Questa è l'esperienza pratica dell'analisi e della lettura dell'opera e consente di collegarsi alla Storia dello Stile.
Questa è la fase che permette di individuare e valutare la specifica ICONOGRAFIA. Significa quindi che si approfondirà la conoscenza delle fonti letterarie che determinano i significati dell'immagine, collegandosi così con la Storia dei Tipi, dove per "tipi" si intendono i temi e i concetti espressi da "modi" costanti.
Questa è la vera e propria ICONOLOGIA, cioè "Iconografia interpretante" che si basa sulla sintesi degli elementi culturali e simbolici identificati, più che sull'analisi di quali essi siano. In questa fase si realizza una intuizione estetica, che comunque è condizionata dalla propria "visione del mondo" (Weltanshaung). Questa diventa una vera e propria Storia dei sintomi culturali dei Simboli. … nella sua possibile applicazione E' chiaro che si dovrà osservare e riflettere, più che sulla struttura della rappresentazione, sulle immagini e le valenze contenutistiche che esse mettono in relazione e che sono stratificate attraverso la storia culturale che hanno percorso. Per individuare questi possibili significati è necessario ricostruire l'immaginario letterario al quale l'autore rimanda e il contesto al quale queste immagini intendano rivolgersi, al fine di comprendere o interpretare il possibile significato a cui possono riferire. Pertanto se da un lato è abbastanza semplice l'applicazione di questa metodologia, essa è anche abbastanza rischiosa perché porta spesso l'indagine lontano dalla specificità di ciò che è l'opera d'arte, verso territori e ricostruzioni che riguardano spesso la storia della letteratura e della cultura. Questa metodologia apre un ponte naturale verso quella che è l'interpretazione psicanalitica e psicologica dell'immagine avvicinandola appunto agli studi psicoanalitici, come ben testimonia la sensibilissima e straordinaria attività critica di Sir Ernest Gombrich. E' anche vero che è molto facile negli studi iconologici, finire per parlare d'altro che non sia l'opera d'arte, ma del resto la dimensione contenutistica ha la sua innegabile valenza nell'opera d'arte: si tratta quindi di individuare i diversi piani possibili dei contenuti, da quello illustrativo a quello gnoseologico, sapienziale e (soprattutto nel Cinquecento) alchemico. Complessa l'applicazione nell'arte contemporanea proprio per il differente ruolo attribuito alle immagini, spesso in grado di essere percepite e concepite solo nella più semplice dimensione illustrativa. Inoltre è proprio il differente modo di porsi di fronte al problema del "senso" dell'attività artistica che rende non molto proficua (se non in casi particolari) l'applicazione degli studi iconologici alle attività artistiche degli ultimi cinquant'anni.
Theorèin - Aprile 2003
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