Le metodologie di base per lo studio
della storia dell'arte e per l'attività critica
A cura di: Antonio Zimarino
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 VII Lezione

Metodologia sociologica

Parte dall'impostazione storicistica di Marx e del Positivismo ed intende indagare il contesto sociale economico e culturale che ha consentito l'affermarsi e il dissolversi di determinate forme di espressione artistica così come l'elaborazione di determinate teorie critiche o interpretative. 

L'opera d'arte si produce all'interno di una società e di una specifica situazione storica. L'artista è parte attiva di quella società e la sua opera è un prodotto richiesto, valutato, promosso e fruito, e parte del ciclo produttivo: tutte le produzioni artistiche è possibile studiarle come determinate e determinati. 

Si studiano quindi i meccanismi delle committenze, delle retribuzioni, della stima ovvero, per quali fini e per quali modi il potere economico, politico, religioso ordinino, acquistino o promuovano certe opere d'arte o certe concezione dell'arte stessa. 

L'artista è, a seconda dei casi, operaio, artigiano, libero professionista o letterato e intellettuale, dipende da come è posta socialmente la fruizione della sua opera. 

La storiografia marxista ha orientato la ricerca verso motivi più profondi: più che nel contenuto o nei temi, il rapporto tra arte e società viene ricercato (Hauser, Antal) nella struttura stessa della forma, nell'organizzazione stessa dei sistemi di rappresentazione. 

L'arte non è pura entità, ma l'artista compie un lavoro sociale al pare degli altri. 

Non esiste in sostanza contraddizione tra il considerare un quadro come opera d'arte o come documento del suo tempo, per cui bisogna collaborare attivamente con le altre discipline per ricostruire una storia attendibile. 

Risalire dall'effetto alla causa, dalla sovrastruttura (in senso marxista) alla struttura: all'interno dell'arte, l'artista ha una precisa collocazione "classista". 

I precursori di queste idee si possono ritrovare come detto nella cultura positivista (Taine) oppure nel più cosciente puro - visibilismo (Dvorak ). 

Ma Taine è essenzialmente "contenutista" mentre Dvorak è più attento alla storia delle idee che ai reali conflitti sociologici. 

Antal - Scrive testi esemplari per il metodo sociologico. Il suo lavoro dimostra che persino in un grande secolo religioso, le differenze artistiche sono dovute anche alle differenze tra classi sociali, magnati o popolo, cultura del potere e tumulti popolari, dialettica tra gli Ordini Mendicanti, politica bancaria, sette ereticali ecc. 

Tuttavia questa impostazione antinomica e la concezione dialettica offre un modo conflittuale di leggere la storia: Antal finisce per cercare continuamente il diagramma delle contraddizioni, cadendo spesso in un discutibile determinismo. Hauser scrive invece una monumentale storia sociale dell'arte: attraverso essa ha aperto delle grandissime prospettive di studio anche se in realtà è lui stesso a intuire che l'arte non sembra seguire i cambiamenti sociali attraverso un banale rapporto di causa - effetto. 

Marxisticamente parlando, i cambiamenti nella storia si verificano in tempi più o meno lunghi che seguono o anticipano, in un percorso distinto, i cambiamenti sociali. Hauser riesce comunque a sottolineare le specificità epocali delle varie espressioni d'arte nel loro contesto sociale. 

La Storia sociale dell'arte si pone in realtà come uno strumento integrativo per uno studio più correttamente storico dei fenomeni artistici. 

… nella sua possibile applicazione 

Estremamente importante è la contestualizzazione dell'attività artistica. 

Con il metodo sociologico è possibile soprattutto andare a verificare gli aspetti della cosiddetta "critica comportamentale", cioè gli atteggiamenti pratici nei confronti dell'attività artistica. 

L'indagine sociologica, più o meno ampia, è dunque fondamentale per comprendere come si contestualizza l'opera o l'attività artistica all'interno di una società. 

Per le indagini storiche è necessaria la ricostruzione documentaria, quanto più dettagliata possibile, mentre nella contemporaneità va prestata enorme attenzione ai fenomeni sociali inerenti al campo della produzione, della percezione, della fruizione dell'arte. 

Di recente sono fioriti numerosi e importantissimi studi sui "sistemi" della diffusione, fruizione e produzione delle arti contemporanee che sono strumenti preziosissimi per comprendere il senso delle manifestazioni e delle attività artistiche contemporanee. 

E' chiaro che queste indagini smitizzano di molto l'aura idealistica e romantica che spesso ci è stata tramandata della vita e dell'opera dell'artista, sia nella storia che nel nostro presente, ma hanno l'innegabile pregio di ancorare l'arte a ciò che è il suo referente naturale, ovvero la società che la esprime. Di contro anche questo approccio ha il limite che spesso finisce per parlare d'altro che non sia l'opera d'arte. 

Dunque la "sociologia" risulta strumento insostituibile per ciò che la storia dell'arte è, ma in quanto tale è uno degli strumenti per comprendere il "come" l'opera si pone nei confronti del contesto in cui è nata o viene fruita, ne contesto della vicenda biografica e personale dell'autore.


Theorèin - Luglio 2003