LE PROBLEMATICHE DELLA COMUNICAZIONE TELEVISIVA
Ricerche, analisi, proposte e commenti
A cura di: Antonio Zimarino
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Lezione 6

TELEVISIONI,ZAPPING E PUBBLICITA'

1)Quali sono i cosiddetti comportamenti creativi di fronte alla Tv?

39,8% accende la Tv come "sottofondo", dando qua e là occhiate distratte
60,2% accende la Tv solo quando desidera vedere un certo programma

Il consumo di certe trasmissioni può anche essere dato da condizioni oggettive, ma lo è soprattutto dalle scelte personali:
- Il primo comportamento è più diffuso tra le casalinghe ( 49 %) e comunque proprio tra quelle persone che tendono di più a stare davanti al video.
- Il secondo comportamento vede in prevalenza uomini ( 70 %) e tutti i soggetti che guardano comunque poco la Tv.


Accendere la Tv come sottofondo è un comportamento estremamente indicativo: implica la necessità di compagnia e una condizione di solitudine con cui non si sa convivere; c'é la necessità che altri riempiano il silenzio. Tra l'altro è una condizione di estrema dipendenza e il poco che ci si ferma ad ascoltare, ha maggiori probabilità di essere recepito perché attira il nostro interesse esclusivo, proprio mentre facciamo altro ... è in grado di distoglierci da ciò che nella realtà stiamo facendo.

 b)Capita di fare zapping?

43%

qualche volta

 

26%

frequentemente

 

19%

sempre

 

12%

mai


La maggioranza assoluta dei praticanti la "zapping" sono i giovani.
E' da riflettere sul fatto che lo zapping indica solo la libertà di scelta di fronte alla trasmissione specifica, ma non indica la libertà di fronte all'uso dell'apparecchio televisivo; anzi il fatto che si preferisca restare a perdere tempo disperdendo l'interesse, piuttosto che spegnere l'apparecchio, indica la condizione di massima passività di fronte al sistema Tv perché non si sa cosa altro fare per passare il proprio tempo.


Lo zapping dunque è una apparente libertà: ciò che è significativo è il fatto che si giri senza senso tra i canali piuttosto che chiudere l'apparecchio e fare altro: lo zapping richiede notevole concentrazione per comprendere rapidamente il messaggio intuito e fare le selezioni; è uno stimolo enorme perché bisogna distinguere rapidamente un numero enorme di messaggi in un tempo brevissimo: può fare zapping solo chi guarda prevalentemente da solo la Tv, perché gli altri non sono in grado di seguire i processi mentali del conduttore...

Ricaviamo dal sondaggio che i cosiddetti "comportamenti creativi" possibili di fronte alla Tv sono sostanzialmente tre: accenderla solo per vedere qualcosa, accenderla come sottofondo e "fare zapping". 

Cosa ci sia di creativo in questo è tutto da provare; l'unico comportamento davvero creativo sarebbe quello di imparare a spegnere l'apparecchio.

Ciò conferma che la Tv è e rimane un mezzo a comunicazione univoca: il cambiare canale non cambia il rapporto di fruizione, quindi è assurdo parlare di creatività.

IL POTERE DI ATTRAZIONE DELLA PUBBLICITA'

44,3% sostiene di essere indifferente alla pubblicità, ma se "è bella" si ferma a guardarla
23,7%

afferma di non sopportarla in modo assoluto

32%  dichiara che se la pubblicità è fatta bene, interessa e piace guardarla.

Dai dati del sondaggio emerge che essa è' vista come inevitabile e talvolta una necessità doverosa perché mantiene in vita le Tv private.


E' un gran paradosso: dall'analisi dei palinsesti appare chiaro che l'esistenza delle tv commerciali è giustificata solo dal fatto che esse sono una attività imprenditoriale. Esse risultano una agenzia di divertimento che ha come scopo non tanto la maturazione effettiva della persona e la sua formazione, ma il SUCCESSO COMMERCIALE.

La Tv commerciale non svolge un servizio ma è puro intrattenimento solo apparentemente "gratis"; noi paghiamo questo divertimento con l'acquisto dei prodotti pubblicitari: anche se non acquistiamo abitualmente il prodotto specifico é pur vero che il suo prezzo sul banco degli acquirenti è determinato dall'investimento pubblicitario; per capire il sistema basta osservare i prezzi di un "Discount".

(DIFFERENZE TRA PRODOTTO E MARCHIO)

L'effetto Agenda setting, applicato alla pubblicità, trasforma il "prodotto" dell'azienda in un "marchio". Il raggiungimento della condizione di "marchio" è l'obbiettivo ideale di qualsiasi campagna pubblicitaria: essere "marchio" significa qualificare solo con il proprio nome la qualità e la necessità d'acquisto di quella merce; significa che io insieme al prodotto, sono sicuro di acquistare una qualità indiscussa o una immagine particolarmente qualificante all'interno della società e del contesto sociale in cui vivo. [1]

La Tv commerciale non ha uno scopo puro, non è suo obiettivo primario fare televisione: se così fosse le sue programmazioni tenderebbero a rispettare delle linee etiche di principio.

La pubblicità è dunque una necessità imposta dal sistema economico consumistico non un bisogno fondamentale della persona: la tv commerciale non ha altro scopo che vendere spazi pubblicitari, raccogliere pubblicità, il resto della programmazione è assolutamente funzionale allo scopo della pubblicità.

Il vero limite dalla Tv attuale è quello di presentarsi come immanente a tutte le attività sociali, ma di avere alla sua base non un principio sociale che nasce per la persona, ma dalla necessità di sostenere il consumo.

Il discorso sull'influenza della pubblicità che normalmente si può fare ha un vizio di comprensione di fondo: oggi, per esplicita ammissione di chi lavora nei settori pubblicitari, lo spot non serve tanto per vendere la merce, quanto per formare un modello di comportamento in cui lo spettatore può trovare gratificazione a riconoscersi. Naturalmente, la necessità di conformarsi a quel modello ha la conseguenza di essere portati a consumare quegli atteggiamenti, quegli oggetti che lo identificano.

Quindi è vero che si è sostanzialmente immuni dall'influenza diretta per ciò che riguarda la merce, ma mai per quello che riguarda la diffusione dei modelli sociali che esistono nella nostra società al di là del fatto che noi personalmente guardiamo o meno la Tv.

Di nuovo, è la situazione di Agenda - setting ... Chi mai ha delegato ai pubblicitari e ai gestori dei media il compito di indirizzare i modelli culturali?

Per la pubblicità si riconoscono condizioni controproducenti, ma ormai essa è stata accettata addirittura come genere di spettacolo a se stante, che si giustifica di per se.

Questo è l'indizio esplicito che il CONSUMISMO E' UNA IDEOLOGIA CONDIVISA.

I modelli di perfezione che la pubblicità presenta sono riconosciuti come assurdi, ma hanno il loro senso nella logica dell'immedesimazione, creano il migliore dei mondi possibili per il nostro immaginario, legandolo alle prospettive del consumo.

 Altri dati d'interesse ...

-Le casalinghe e i pensionati sembrano preferire nella pubblicità, l'ironia e la simpatia.

-Le persone più colte e mature, preferiscono la pubblicità originale e creativa.
-Non è più obbligatorio che la pubblicità esprima le reali e vantaggiose caratteristiche del prodotto.

 

a) Della pubblicità, si preferisce ...
(due risposte possibili )

31,8% Ironia - simpatia
7, 1% Senso del mistero o dell'intrigo
34,9% Creatività
43,1% Originalità
21% Spettacolarità di immagini e musica
12,2% Presenza di individui attraenti e simpatici
17,7% Completezza di informazioni e servizio.

 Ci sarebbe molto da dire su cosa possa significare "creatività" oppure originalità. Sono categorie troppo generiche per capire cosa veramente attragga lo spettatore.

Credo che per esse si intenda l'insolito, lo spettacolare, l'imprevisto. Insomma, l'importante è che la pubblicità faccia spettacolo, che la persona assista ad uno spettacolo ...

Tutta la Tv del resto è costruita per lo spettacolo, ma vale ancora la pena di ricordare che per il dirigente televisivo, l'interesse fondamentale del gradimento dello spettacolo è essenzialmente nella miglior possibilità di vendere degli spazi pubblicitari. Perdura l'illusione che la Tv sia una macchina ingenua, o meglio, si sa che non lo è, ma si accetta supinamente di essere continuamente ingannati, solo perché essa può darci l'astrazione dalla realtà e la possibilità di vivere comodamente esperienze spettacolari virtuali.


[1] Per questo ci sono le firme cioé un nome e un prezzo del prodotto che da se garantisca e qualifichi uno stato sociale conquistato: vestire con il meglio delle firme significa distinguere il proprio ceto sociale da altri. Possedere un oggetto importante significa attribuire a se, quei caratteri sociali, di costume, di estetica di cui è arricchito l'oggetto al momento della sua pubblicizzazione.


Theorèin - Anno 2003