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Nella precedente lezione, partendo sempre dalla posizione socratico-platonica, abbiamo visto come a tale pensiero si ricollega da una parte la mistica cristiana, e dall'altra la "mistica" della macchina, attraverso il mondo matematico. In sintesi possiamo affermare che ciò che trascorre e diviene, ovvero il corpo, va cancellato dalla coscienza, in vista del finale ricongiungimento dell'anima, secondo Platone con la verità, e secondo la mistica cristiana con Dio.
In questo capitolo cercheremo di comprendere meglio come la massima intellettualizzazione mistica viene a coincidere con un massimo materialismo.
Il percorso che conduce a questo risultato passa dunque per la strada prima platonica e poi cristiana per approdare ad un'unica meta: ossia al modernismo e quindi alla macchina.
Emile M.Cioran nelle pagine de La caduta nel tempo ci dice:
«Facendo di noi frenetici, il cristianesimo ci preparava suo malgrado a generare una civiltà di cui ora è vittima: non ha forse creato in noi troppe esigenze, troppi bisogni? Queste esigenze, questi bisogni, inizialmente interiori, erano destinati col tempo a degradarsi e a dirigersi verso l'esterno. [...] Eccoci...immersi nella velocità, non potendo esserlo nell'estasi».
Il rapporto in questione è già brillantemente espresso da D.H.Lawrence in una pagina del Viaggio in Italia dove si dice:
«Dopo aver annullato, sommerso, volatilizzato la mia corporeità ed i miei limitati
desideri, [...] sono perfetto: è avvenuta la mia consumazione nell'infinito. Quando sono tutto ciò che non è me stesso, la mia libertà è completa, non conosco più limiti. Ma perchè ciò possa avvenire devo eliminare il mio io. [...] Ed è la macchina la grande forza ricostituita, la forza senza un
io».
Questa tematica risulta molto chiara anche a Robert Musil quando sulla matematica (intesa come materia fondamentale per il mondo della macchina) scrive:
«La matematica si può definire una meravigliosa apparecchiatura spirituale fatta per pensare in anticipo tutti i casi possibili. E ci riesce. [...] Tutto il nostro progresso civile è nato con il suo aiuto, non esiste strumento
paragonabile».
Del legame genetico fra il discorso filosofico platonico-cristiano e il trionfo dell'artificialità si avvede Joris-Karl Huysmans autore del romanzo A ritroso (1884) dove si legge:
«La natura ha fatto il suo tempo; ha stancato definitivamente, con disgustosa uniformità dei suoi paesaggi e dei suoi cieli. [...] Non vi è alcuna delle sue invenzioni così sottile o grandiosa che il genio umano non possa crearla a sua
volta. Su questo tema in particolare possiamo anticipare che sarà oggetto di riflessione nel corso "dall'atomo al bit" pubblicato in contemporanea con il presente corso.
Theorèin - Agosto 2002 |