Con queste ultime lezioni giungiamo al termine della prima parte del nostro viaggio mirato alla visione del corpo nella cultura occidentale.
Nella presentazione del corso avevamo fatto riferimento a tre principali modelli di corpo che hanno originato rispettivamente tre principali filosofie e stili di vita.
Per tutta questa prima parte l'attenzione è stata posta alla visione del corpo nata dal pensiero socratico-platonico, ossia di un corpo inteso come carcere e zavorra dell'anima, da cui ci si deve liberare per trovare la verità.
Da questa prima forma di addio al corpo da parte dell'anima, si genererà gran parte della mistica dell'occidente cristiano andando a contaminare interi settori dello stesso pensiero laico-moderno, che troverà il suo punto più alto nel futurismo e quindi nell'esaltazione della macchina e del progresso di cui ancor oggi siamo intrisi.
Nella precedente pubblicazione abbiamo evidenziato un passo del Manifesto tecnico della letteratura futurista di Filippo Tommaso Marinetti, a conclusione di questi nostri discorsi, ci sembra opportuno ripartire proprio da quelle parole:
«Dopo il regno animale, ecco iniziarsi il regno meccanico. Con la conoscenza e l'amicizia della materia, della quale gli scienziati non possono conoscere che le reazioni fisico-chimiche, noi prepariamo la creazione dell'UOMO MECCANICO DALLE PARTI CAMBIABILI. Noi lo libereremo dall'idea della morte, e quindi dalla morte stessa, suprema definizione dell'intelligenza
logica Colui che tenta di ri-centralizzare il corpo, secondo Marinetti, è un filosofo cupo, amaro, pessimista (tale è ancor oggi un pensiero dominante ad esempio al riguardo di un Leopardi e del suo pessimismo cosmico).
L'uomo meccanico ha superato l'idea della morte, perchè le sue parti sono rinnovabili, nel momento in cui dovessero mostrare i primi segni di logoramento.
Il ricorso, ai nostri giorni, sempre più frequente alla chirurgia estetica, ad esempio, non è che figlia di queste idee marinettiane, ove non vi è più il timore della morte perchè non esiste più la vecchiaia almeno in aspetto; non vi sono più conflitti di personalità e di socializzazione a causa di infelici strutture fisiche ereditate; tutti possono ambire a mostrarsi cloni dei vari modelli di corpo che la moda del momento lancia dalle passerelle e dai vari caroselli pubblicitari inclusi i calendari. I fisici scolpiti e preparati nelle palestre, grazie a macchine sempre più complesse pronte a mettere in movimento ogni minima parte anatomica del nostro corpo, l'uso-abuso di sostanze farmaceutiche (e non) per guidarci a performance sempre più grandiose dal punto di vista sportivo, sono il naturale approdo di questa lunga navigazione che abbiamo visto avere origine dallo sdoppiamento dell'uomo platonico passando per quello cartesiano ed arrivando a quello marinettiano dove si perfeziona.
Con i due manifesti marinettiani il cerchio si è chiuso. La mistica dell'anima vissuta per un paio di millenni si è risolta nella mistica della macchina ed attraverso di essa stiamo transitando nel cosiddetto postmodernismo.
Theorèin - Gennaio 2003 |