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 XXII Lezione

Quella di Rousseau è una posizione abbastanza ambigua perché se il corpo che egli prospetta, affascina i democratici, affascina quelli che contestano la borghesia da sinistra con il valore dell’eguaglianza, nello stesso tempo però si rifà banditore di valori di tipo aristocratico.

Si rifaranno a Rousseau tutti i giacobini e una parte del marxismo nonostante assistiamo ad una restituzione di una valoristica aristocratica.

Il corpo deve essere ancora in primo piano in una visione stoica.

«Emilio non vorrà né cercini, né panieri mobili, né carrozzine, né dande; o almeno, da quando comincerà a saper mettere un piede davanti all’altro, non lo si sosterrà che sugli acciottolati, e passandovi in fretta. Invece di lasciarlo marcire nell’aria viziata di una camera, lo si porti ogni giorno in mezzo ad un prato. Là che corra, che ruzzi, che cada cento volte al giorno, tanto meglio; imparerà più presto a rialzarsi. Il benessere della libertà compensa molte ferite. Il mio allievo avrà spesso delle contusioni; in cambio sarà sempre allegro: se i vostri ne hanno meno, sono sempre contrariati, sempre incatenati, sempre tristi. Dubito che il vantaggio sia dalla parte loro».

Un passaggio di questo genere contiene dello stoicismo, ma contiene anche una vena notevole di epicureismo, e quindi di lucrezismo.

Quest’idea del bambino che ruzzola in mezzo al prato non è altro che la figura degli agnellini descritti nel De rerum natura di Lucrezio, che esplosa la primavera, ruzzolano anche loro sui prati. In un brano di questo genere quindi stoicismo ed epicureismo si fondono.

L’anti-tecnologismo di Rousseau emerge ancor di più nella posizione che egli assume nei confronti del danaro. Lo troviamo molto ben esposto nella Nouvelle de Eloise.

I temi della borghesia capitalistica hanno per oggetto: mercato, denaro, macchine, metropoli e masse. Nel brano seguente Rousseau parla di una comunità dell’Alto Vallese (Svizzera) che viene portata come modello nei confronti della società vigente.

«Gli abitanti sono così totalmente disinteressati al denaro che in tutto il viaggio non ebbi modo di spendere un solo scudo [chi parla, naturalmente, è il protagonista del romanzo, Saint-Preux]. Infatti, come spendere denaro in un paese dove i padroni non ricevono il prezzo delle loro imprese, né i domestici quello delle loro fatiche, e dove non c’è nessun mendicante? Quindi il denaro è assai raro nell’alto Vallese, ma proprio perché gli abitanti sono agiati: perché le derrate vi abbondano e non hanno smercio al di fuori, e dentro non c’è lusso; in tal modo il contadino di montagna, (i cui piaceri sono i lavori) non diventa meno laborioso. Se mai possederanno più denaro saranno infallibilmente più poveri. Sono saggi abbastanza per saperlo, nel paese ci sono miniere d’oro ma è proibito sfruttarle. Sulle prime ero assai meravigliato dal contrasto di questi costumi da quelli del basso Vallese; dove, sulla strada d’Italia, i viaggiatori sono spremuti piuttosto aspramente; e non riuscivo a conciliare nello stesso popolo due contegni così diversi. Un vallesano me ne spiegò il perché. Mi disse che i viaggiatori che passano nella valle sono dei mercanti, o gente esclusivamente intesa al commercio e al guadagno. "E' giusto che ci lascino una parte dei loro profitti, noi li trattiamo come loro trattano gli altri. Ma quassù nessun affare richiama gli stranieri, perciò siamo certi che chi ci viene è disinteressato; e disinteressata è l’accoglienza che gli riserviamo. E' gente che ci viene a trovare perché ci vuol bene, perciò li accogliamo amichevolmente».

Il primo dato di fatto è che Ruosseau è favorevole ad uno Stato che progressivamente diminuisca la quantità di circolante (denaro). Questo è possibile in comunità sostanzialmente chiuse che non abbiano la necessità di ricorrere ad uno degli elementi che contraddistinguono lo scambio e cioè la necessità di commercio.

La stessa posizione la troviamo ad esempio nel De providentia di Seneca: «La decadenza di Roma è cominciata nel momento in cui i commerci hanno creato i bisogni per esempio di rose in pieno inverno».

Pensiero opposto a Seneca ha la borghesia di Diderot, dove si dice che è proprio il commercio che offre la possibilità di soddisfare una serie di valori antichi della natura.


Theorèin - Marzo 2004