Il
terzo modello di corpo che la classicità ci consegna, il corpo epicureo,
strumento di ri-generazione nel piacere, rappresenta il costante bersaglio
polemico, sia del platonismo (e di tutte le filosofie che al platonismo si
richiamano), sia dello stesso stoicismo.
L’epicureismo prende nome da Epicuro fondatore del "Giardino". Questi nacque a Samo nel 341 a.C. da genitori Ateniesi, e per il fatto di essere vissuto in Atene, lo si può considerare cittadino a tutti gli effetti. Ecco come Sesto Empirico ci racconta il suo primo giorno di scuola: Da principio sorse il caos, disse il maestro agli alunni. E dove sorse? chiese Epicuro. Questo non lo possiamo sapere, è argomento riservato ai filosofi. E allora che sto a fare qui, a perdere tempo? replicò Epicuro vado direttamente dai filosofi. Ad Atene Epicuro compera una casa e un orto in piena campagna e sarà proprio quest'orto a dare il nome a tutta la scuola. Gli epicurei verranno chiamati quelli del giardino. Per una scuola basata sull'amicizia l'ingresso non poteva che essere libero. Frequentavano il giardino gente di ogni condizione sociale e la presenza soprattutto di donne fece si che gli epicurei e il maestro in modo particolare fossero considerati gente capace di fare solo scandalo. La fisica si deve fare per dare fondamento all'etica. La "fisica" di Epicuro è un ontologia, una visione generale della realtà nella sua totalità e nei suoi principi ultimativi. Per esprimere la propria visione materialistica della realtà in maniera positiva egli si rifà a concetti e figure teoretiche già elaborate nell'ambito della filosofia presocratica. Era pressoché inevitabile che Epicuro scegliesse quella degli Atomisti, proprio perchè essa, dopo la platonica "seconda navigazione", risultava senz'altro la più materialistica di tutte. I fondamenti della fisica epicurea possono essere enucleati e formulati come segue.
La concezione dell'atomo di Epicuro differisce da quella degli antichi Atomisti (Leucippo e Democrito) in tre punti fondamentali.
Ma come mai gli atomi non cadono secondo linee parallele, all'infinito, senza mai toccarsi? Per risolvere la difficoltà, Epicuro introdusse la teoria della "declinazione" degli atomi (clinàmen), secondo cui gli atomi possono deviare in qualsiasi momento del tempo e in qualsiasi punto dello spazio per un intervallo minimo dalla linea retta e così da incontrare altri atomi. Per introdurre il "clinamen" Epicuro contraddice il principio eleatico, che, sta alla base della sua fisica, e per trovare riparo dalla Necessità, dal Fato e dal Destino, getta il cosmo in balìa del fortuito. L'anima come tutte le altre cose, è un aggregato di atomi. Pertanto come tutti gli altri aggregati, non è eterna, ma è mortale. Per Epicuro secondo Diogene Laerzio, le immaginazioni, i sogni, le stesse visioni dei pazzi, sono il modello categorico vero quanto i pensieri. Sono più vere ancora perché muovono la mente. Siamo a posizioni agli antipodi del platonismo e per questo Epicuro verrà cacciato ed insultato. Queste immaginazioni, frivolezze per Epicuro, diventano centrali e riguardano sia l’etica che la fisica di Epicuro. Per quanto riguarda la fisica, come abbiamo già detto, due sono le parti fondamentali: l’atomismo e i simulacri. Secondo Diogene Laerzio, per Epicuro, i sentimenti e le affezioni sono il piacere ed il dolore. L’uno è conforme alla natura umana e l’altro è all’otrio. Per Leopardi l’impulso fondamentale agli uomini non è rappresentata dalla verità, secondo la dottrina socratico-platonica, ma verso il piacere. L’uomo di Leopardi è "tormentato" letteralmente da un desiderio infinito di piacere. Piacere e dolore corrispondono nella mente di Epicuro ai concetti di armonia e disarmonia. Abbiamo piacere quando esiste l’armonia, abbiamo dolore quando questa armonia cessa. Questo è un punto centrale della fisica epicurea. Sarà successivamente Lucrezio a chiarire perfettamente in versi questa teoria. Tutto è materia niente c’è al di fuori della materia. Questa materia è costituita da atomi. Gli atomi piovono all’infinito ed eternamente. La materia non ha avuto origine e non avrà mai fine e così l’atomo. Epicuro escogita un mezzo per far si che questi atomi si incontrino. Questa idea è il cosiddetto clinanem. Questo clinanem consente a due rette parallele di incontrarsi. Gli atomi si incontrano e nell’ogrammar dell’esser tutto dà origine ad un ente. Tutti gli esseri sono fatti di enti (cose, animali, uomini) che rappresentano un punto di coagulo di questa materia infinita. Questo ente avrà un sua nascita, un suo sviluppo ed una sua morte. La morte è un ritorno di questi atomi che si erano uniti in questo mare che li comprendeva tutti dall’inizio. Questa traduzione di Epicuro è ciò che alla lettera dice Diderot nell’Enciclopedia alla voce nascere: "A rigore, non si nasce e non si muore: si esiste dall'inizio della materia e si finirà quando la materia si dissolverà e cioè mai".
Questa idea fisica epicurea ci dà l’idea di come essi affrontano la morte.
Abbiamo quindi un passaggio dalla fisica all’etica epicurea, poiché quando non si nasce e non si muore, la morte non è nulla. Riconosciamo un'idea come questa che passerà nella tradizione religiosa-cristiana (formula del mercoledì delle ceneri: ricordati uomo polvere sei nato e polvere ritornerai). Prima che il nostro corpo si costituisce non eravamo ma c’erano gli atomi; tutti gli atomi che poi l’hanno costituito. E’ necessario per una nuova vita che si muoia.
Cos’è l’armonia? E’ il piacere di non avvertirsi non in armonia. L’atteggiamento dell’epicureo di fatti è di attesa, di lasciar fare, perché se le cose vanno come cosmicamente devono andare, siamo in perfetta armonia; se le cose si sfibrano intervengono in tutti gli enti una specie di sisma e quindi il tutto diventa disarmonia e ne proviamo orrore (otrio).
Il piacere epicureo è calcolo; dominio di fronte alla passione. Si deve usare il controllo per ripristinare l’armonia che l’amore ha alterato.
Per certi aspetti è una posizione all’opposto di quello che la propaganda avversa ci ha tramandato dell’epicureismo.
L’altro concetto fondamentale è rappresentato dai simulacri. Per Lucrezio essi sono rappresentati da membrane che si staccano dalle cose e dai corpi, e che vagano in mezzo a noi assicurando i rapporti.
Di questa idea tutto il cristianesimo primitivo ne sarà colpito (angeli, demoni ecc.) La concezione degli dei, che sono il modello del saggio epicureo, è che sono anch’essi mortali, perché sono fatti di atomi, ed è per questo che gli dei si disinteressano degli uomini, non per una mancanza di rapporto con l’umanità.
Il Dio di Epicuro assicura un rapporto molto stretto con l’umanità perché solo l’indifferenza all’umanità assicura il mantenimento dell’armonia. Theorèin - Luglio 2004 |