Le Meditazioni sono un'opera di metafisica e si occupano di Dio e dell'anima.
Nel testo originale, latino, Descartes aveva preferito utilizzare la nominazione aristotelica di filosofia prima, titolo che verrà modificato, nella traduzione francese.
L'interesse per la metafisica nasce in Descartes successivamente al lungo studio delle matematiche, allorquando tra il 1628 e il 1629 si trasferisce definitivamente nei Paesi Bassi, dedicandosi alla stesura di un saggio di metafisica che non ci è pervenuto.
Nel 1630 inizia a lavorare al breve testo che racchiude la sua fisica, Il Mondo terminato tre anni dopo, ma la condanna di Galilei lo dissuase dal pubblicarlo.
La metafisica diviene pubblica nel Discours de la mèthode che esce nel 1637.
Nel 1638 inizia la stesura delle Meditazioni che saranno ultimate nel 1640.
Il suo corrispondente prediletto, Marin Mersenne svolgerà il compito di far circolare il testo cartesiano tra i dotti, raccogliendo una serie di osservazioni, che assieme alle risposte di Descartes, si aggiungeranno alla prima edizione alla fine dell'agosto 1641.
Ancor prima di essere stampate, Descartes già pensa alla stesura di un manuale che sistemizzi tutta la sua filosofia; è il progetto dei Principia philosophiae, che verranno pubblicate nel 1644.
Alla traduzione in francese di quest'opera, Descartes allega una lettera-prefazione, in cui si paragona metaforicamente l'insieme delle scienze ad un albero, nel quale le radici sono rappresentate dalla metafisica, il tronco
dalla fisica, e i rami da tutte le altre scienze.
La fisica di Descartes si concretizza quasi completamente nel saggio Il Mondo o Trattato della luce. In esso si cerca di dimostrare che la materia è costituita dalle sole proprietà geometrico-matematiche; cioè che tutte le caratteristiche dei corpi non hanno alcuna oggettività, che non appartengono ai corpi, ma sono stati mentali provocati dalle modificazioni che il nostro corpo subisce incontrandosi con i corpi esterni.
Descartes respingeva radicalmente sia la fisica di origine aristotelica, che quella di origine epicurea con il rifiuto del vuoto.
Le leggi di natura nel Mondo venivano fondate sulla natura di Dio immutabile.
Se, tuttavia la metafisica non può dire nulla sulla natura della materia, è invece indispensabile per garantire la verità della conoscenza che la mente umana ha del mondo. In questo senso la metafisica cartesiana svolge un ruolo epistemologico.
La matematica e la geometria hanno a che fare con nature semplici che l'uomo non ha creato, ma che scopre e dalle quali procede nella conoscenza dei teoremi e delle dimostrazioni.
Descartes ha una concezione platonica della matematica, ma posto davanti alla duplice versione, quella in senso stretto, e quella del platonismo cristianizzato, le respinge entrambe.
Le verità matematiche sono state stabilite da Dio e ne dipendono interamente; la mente umana conosce le essenze delle cose attraverso idee innate che Dio ha impresso nella mente dell'uomo.
La scienza appartiene interamente all'uomo, ma per avere delle certezze è necessario sapere molto di Dio.
La conoscenza di Dio cui sono dedicate le Meditazioni, è rigorosamente limitata alla funzione di garanzia del vero che Dio stesso deve assicurare alla scienza.