IL MIDOLLO DEL LEONE
A cura di: Francesco Massinelli
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11. Vaticinio dell’amante della lunga conservazione

Non compro. Sia chiaro, non compro. I miei problemi sono di soffio? Se in passato facevo effetto o cilecca a seconda delle ansie del gruppo dei colleghi incolleriti adesso l’aria contro il mio apparecchio ortodontico non cela problemi di soffio. Colpito senza ematoma, bruciato senza fuoco, mi vado sempre ripetendo «cerca il momento buono». Le cose che riescono non sono mai come si fanno. Il fidarsi e' un ventaglio ritmato con l'orzo, un aereo segnavento, un organare torzo. Da quando ho avuto libertà di gestione dei miei spazi professionali sono diventato una sorta di Felix Von Lueckner, deceduto nel 1918 senza spargimenti di sangue e odio. In alcuni fatti della sua vita sono riassunti eventi che lo contraddistinguono e lo fanno unico: giovanotto scapestrato si arruola nella marina tedesca, si prende una nave scalcinata, fa guerra agli inglesi con successo, si gira i sette mari, naufraga su di un'isola, continua a far guerra lo stesso con una barca al posto della nave, viene fatto prigioniero ma evade continuamente.

Io amo la lunga conservazione degli impegni contrattuali con i fornitori avuti da sempre, ma non ho ostilità per il nuovo, per il viaggiatore che mi serve. Se qualcuno mi alliscia sono come la pera ghiacciola: vitrea d'aspetto, sugosa e dissetante. In un terreno marginale a forte pendenza, dove crescono solo varietà vigorose di alberi da frutta, ho ereditato da mio nonno un pezzo di terra che vanta adesso lo status di azienda. E difendo questa attività economica con forza, mentre non mi regrediscono i risparmi in banca, mentre muta il clima per emissioni climalteranti, mentre cala l’energia ed occorre lottare moltissimo per averla.

Nell’impercettibile tramestio della vendita di prodotti agro-alimentari per fini cosmetici e non nutrizionali le forze di coesione che attraggono le mie molecole stanno nell’agitazione termica. Si sono dovute relazionare con così tanti viaggiatori così cosà, presentatisi per reclamizzare l’ultimo ritrovato tra il biologico ed il chimico, che adesso non vogliono interazioni maggiori. Uno stendardo drizzato per sfracellare il fardello di chi fa di tutto per rinnovarmi è la mancia che io concedo al viaggiatore pur di non essere importunato.

Io, da vero fico gigante degli zoccolanti, borscione e dottato, fico verdino e briaco, verdolino, verdeccio e verdepasso, so trattare con i rappresentanti delle grandi marche. So farlo molto bene e so trafficare. Essendo ricco, al punto di non lavorare gratis per 4 anni a seguito di un furto, mandando via il rappresentante, dono insieme alla mancia questioni sui problemi pratici che risultano insolvibili anche ai signori più dotti che mi formano professionalmente. Se qualche viaggiatore tornando mi scuote con soluzioni nuove suono come una mela batocchia, come una pera briaca, dalla polpa leggermente rossastra. E lo assumo. Ma se qualcuno mi cuce addosso un ruolo da angustiato per giustificare il suo insuccesso divento come l’oleodotto che accontenta le multinazionali del petrolio.

Mio padre era solito portare in dote a parenti, amici, conoscenti e clienti le sementi degli alberi da frutta, per avere maturazioni a scalare e massima varietà di sapori. Le liti con chi voleva da lui dei frutti a maturazione contemporanea, di identica pezzatura, belli alla vista, in linea con le papille gustative della maggioranza, mi portarono ad affiancare alla sua produzione la mia. Da quanto fu contento mi fece pervenire opere d’arte e arredi, derivanti da dismissioni d’uso di attività affiliate agli affari seguiti dal nonno, e mi imposi così come uno che nell’industria del profumo ha stile.

Il mio senso per gli affari, come un corpo allo stato aeriforme, non ha né volume né forma propria, occupa tutto lo spazio a sua disposizione, è facilmente comprimibile ed è elastico. La lunga conservazione degli impegni contrattuali con i fornitori avuti da sempre è il segreto del mio successo. Posso sinceramente considerarmi al pari di una bella veduta. Nel tempo d’acuzie di questo tardo dopo guerra so di non saper recitare l’antifona introitale in maniera sommessa. La storia fatta dai poveri e decisa dai ricchi, anche nel mio settore agro alimentare, necessita di atti di riparazione per entrare nella leggenda con un valore ideale, per stare nella storia con un significato politico. Se al centro di una foto, nel punto di fuga della piramide visiva, gli effetti luministici che mi da la scansione mi danno un che di stranito, sia chiaro che i miei problemi di soffio talvolta tornano. Anche in luoghi apparentemente deputati per la villeggiatura.


Theorèin - Gennaio 2005