Arte e cultura contemporanea.
I piccoli centri e il ruolo della periferia

A cura di: Oscar Buonamano

Se vuoi comunicare con Oscar Buonamano: oscarbuonamano@webzone.it

... se Pentesilea è solo periferia di se stessa e ha il suo centro in ogni luogo, hai rinunciato a capirlo. La domanda che adesso comincia a rodere nella tua testa é più angosciosa: fuori da Pentesilea esiste un fuori?...

Italo Calvino, Le città invisibili, Einaudi, Torino 1984

Il punto di partenza è chiedersi qual è il ruolo dei piccoli centri e più generale il ruolo della “periferia” nella definizione ed affermazione di nuove tendenze artistiche e architettoniche nella cultura contemporanea, e ancora il ruolo che storicamente ha svolto la “periferia” in questo contesto.

Ci si dovrebbe in realtà chiedere innanzitutto cosa s’intende per centro e periferia in un contesto in cui le differenze e le distanze tendono a diminuire quasi ad annullarsi, oggi che l’altrove si può dire che non esista più e tutto il mondo tende a uniformarsi, ha senso parlare ancora di centro e periferia?

Il percorso si snoderà indagando il rapporto centro/periferia dapprima in una dimensione che si potrebbe definire sedimentata, consolidata, in qualche modo storica, e proponendo in conclusione una riflessione sui nuovi spazi fisici ed immateriali che il world wibe web crea e nei quali pensiamo, scriviamo, comunichiamo, viviamo.

In senso diacronico si può affermare che i piccoli centri siano stati sempre un laboratorio e una fucina di sperimentazioni dove il limite intrinseco d’essere “periferia”, intesa qui in senso lato, spesso e paradossalmente si trasforma in un grande vantaggio. La possibilità di doversi confrontare con contesti in cui le sedimentazioni storiche, fisiche o immateriali, non esistono o sono di scarso valore, ha favorito spesso la possibilità di sperimentazione e ha facilitato e accompagnato processi creativi altrimenti più difficili da realizzarsi. Ciò é accaduto sia in passato sia in tempi recenti.

È il caso di fornire alcuni esempi di sperimentazione che si concretizza in molteplici ambiti culturali, quali l’arte contemporanea, la letteratura, l’architettura, la musica, mettendo a confronto realtà consolidate con esperienze nuove e in qualche caso di recentissima realizzazione.

I due esempi individuati per l’arte contemporanea sono le manifestazioni “Fuori Uso” e “Scarti”. “Fuori Uso” è un melting pot, un incrocio di culture, una contaminazione di pittura, musica, architettura, scultura, teatro, danza che si svolge a Pescara. La manifestazione ha visto, nel corso della sua ormai più che decennale esistenza, la partecipazione dei più grandi artisti del panorama della cultura contemporanea con opere, allestimenti e performance che, in diverse edizioni, hanno gareggiato con la stessa Biennale d’Arte di Venezia sia per contenuti sia per segnalazioni critiche. Questa particolarissima manifestazione itinerante si svolge ogni anno in luogo significativo della città adriatica. La particolarità è che “adotta” spazi abbandonati, fuori uso per l’appunto e li rivitalizza, li ri-progetta, restituendo alla collettività elementi di riflessione sulle dinamiche urbane e sul ruolo della rovina nella città contemporanea. L’arte come riscatto del degrado e dell’abbandono.

Tra i curatori delle diverse edizioni di “Fuori Uso” figurano i nomi più importanti della critica d’arte contemporanea, un nome per tutti, Achille Bonito Oliva.

Sullo stesso canovaccio e con modalità pressoché analoghe si svolge ad Apricena, in provincia di Foggia, “Scarti”. Arte, architettura, musica, teatro, danza si misurano e si confrontano con edifici della città abbandonati, scarti della modernità, più spesso scarti della contemporaneità. L’opera d’arte contemporanea, infatti, ci lascia la possibilità di poterla leggere su vari piani perché spesso essa esprime il disagio umano nel vivere il presente, la inattualità dell’uso dei linguaggi e la ricerca di nuovi linguaggi, nuovi codici. Anche in questo caso la cultura, intesa qui in senso lato e che abbraccia tutte le arti, come momento collettivo di riscatto civico e come rivendicazione di appartenenza ad una società. È interessante notare come una periferia, Pescara e “Fuori Uso”, fungano da modello di riferimento per un’altra periferia, Apricena e “Scarti”.

Per l’architettura si analizzano due manifestazioni entrambe abruzzesi, seminari di progettazione post laurea che hanno avuto come tema progettuale proprio il rapporto tra arte ed architettura nei piccoli centri. La prima è il Seminario Internazionale d’architettura “Centri minori” di Tagliacozzo in provincia dell’Aquila, la seconda é la Biennale d’Arte e Architettura Città di Penne in provincia di Pescara, manifestazioni svoltesi nel decennio appena trascorso, e che hanno visto la partecipazione delle più importanti scuole d’architettura italiane e straniere. Anche in questo caso la natura sperimentale dei progetti elaborati e il profilo dei partecipanti, rivelatosi a posteriori essere molto alto, testimoniano come la “periferia” sia in grado di produrre spunti interessanti e punti di vista altri rispetto alla cultura consolidata e tradizionale.

Per ciò che riguarda la musica gli esempi prescelti rappresentano nei rispettivi contesti dei modelli di riferimento: “Arezzo wawe” e “Rock on test”.

“Arezzo wawe”, giunto ormai alla sua sedicesima edizione, si svolge in Toscana ed è un festival musicale in cui la commistione tra generi e arti altre rappresenta e coglie in pieno il tema della sperimentazione e dell’innovazione. Diventato un vero e proprio capofila per una miriade di manifestazioni analoghe trova in “Rock on test”, organizzato anch’esso in provincia e giunto alla sua quinta edizione, una ulteriore declinazione.

Gli esempi riguardanti la letteratura sono molto diversi tra loro, il “Progetto under 25” ideato e curato da Pier Vittorio Tondelli e l’approdo della letteratura sul web.

Nel primo caso grazie all’intuizione di uno dei più importanti scrittori italiani e al coraggio di una piccola casa editrice di provincia, ci s’imbatte nel progetto forse più innovativo e sperimentale degli ultimi anni in ambito letterario e che ha visto l’affermazione successiva di diversi autori “figli” di quel progetto. Nel secondo caso, letteratura e web, siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione che sta cambiando la letteratura sia nel rapporto tra autore e lettore sia nella definizione stessa dell’opera, ridefinendone l’estetica. Il testo informatico infatti ha caratteristiche nuove e significative che fanno della dinamicità, della partecipazione e della fluidità gli elementi fondanti di quella che Jean Pierre Balpe chiama la letteratura generativa.

Cambiano quindi i codici interpretativi della scrittura e cambia il concetto stesso di centro e periferia. Viene cioè riformulato il concetto stesso di spazio fisico. Il nuovo ambito in cui avvengono sempre più le relazioni, gli scambi, la comunicazione, il world wide web appunto, rappresenta una nuova dimensione in cui tutto è centro e tutto è periferia e dove tutti i fenomeni nascono, si sviluppano e svaniscono con una velocità inimmaginabile solo fino a pochi anni fa. Tutto é più rapido, immediato, spesso immanente. Tutto e tutti possono partecipare e contribuire alla crescita e all’affermazione di nuove tendenze sia in campo artistico, sia in campo architettonico, sia in campo letterario. Il centro e la periferia, propriamente detti, forse non esistono più. Sicuramente non esistono più se per centro intendiamo l’agorà e per periferia intendiamo la provincia.

Più in generale il rapporto tra arte, intesa qui in senso lato, e nuove tecnologie propone infine una riflessione più ampia che attiene direttamente alla conservazione, alla divulgazione e alla comunicazione della totalità dei beni culturali e della società. Lo sviluppo di queste tematiche e il governo di questi fenomeni diventa il vero tema sul quale confrontarsi nel futuro che oggi è qui, è il presente.


Theorèin - Ottobre 2007