UN PICCOLO INCIDENTE DI PERCORSO

A cura di: Mario Della Penna

Se vuoi comunicare con Mario Della Penna: mariodellapenna@theorein.it

 Quando le prestazioni culturali devono essere sempre gratuite

Gentile Assessore,

mi perdoni se a tutt'oggi mi permetto di approfittare della Sua gentile disponibilità, affinché solleciti i suoi collaboratori  a regolare quanto dovutomi, a seguito della mia prestazione artistica di due anni fa.

Se ben ricorda, quello spettacolo fu da Lei molto apprezzato, rendendo nell'occasione me doppiamente felice: primo perchè la sua sensibilità e cultura artistica seppe cogliere un momento di vigore, grazie al mio modesto contributo di note; secondo perchè rendendo per una serata felice Lei e il numeroso pubblico presente in sala, ebbi modo di sentirmi ripagato, per gli sforzi fatti in tanti anni di studio e di esercizio davanti al pianoforte.

Tuttavia, non pensavo, che questo mio modesto intervento, nell'ambito del suo preziosissimo cartellone culturale che Lei, in quanto assessore alla materia, dispose e ancor oggi dispone a favore dei nostri concittadini, potesse essere causa di questo piccolo incidente di percorso.

Non è per piangeria che ricordo alla Sua Illustrissima persona, che in quell'occasione ebbi modo di esibirmi in maniera del tutto gratuita, perchè invitato dagli organizzatori dell'evento, tra i quali si annoverava la presenza del mio più caro amico, a condividere uno progetto innovativo nel suo genere e dall'esito non affatto scontato, e io di buon grado accettai sapendo quando resta difficile uscire dai soliti clichè abitudinali di questa nostra amata città.

Nel presentare il mio lavoro discografico, ebbi modo di invitare i musicisti nazionali che con me avevano condiviso il progetto, e pertanto essendo estranei alle vicende e ai vezzi locali, mi parve doveroso assicurare loro, il rituale gettone di presenza, che detto per inciso non copriva nè il loro abituale cachette, nè il rimborso delle spese. 

Mi sento particolarmente a disagio nell'apprendere che questa mia piccola richiesta economica, come sottoscritta negli accordi firmati, dev'essere causa di dissesto per l'intero bilancio della Sua amministrazione, però mi creda, non trovo modo di fornire spiegazioni plausibili ai miei collaboratori di altre regioni d'Italia, per scongiurare questo mio involontario danno a Lei recato.

Del resto, io stesso suono in giro per l'Europa da molti anni, e non ho mai conosciuto Enti o organizzazioni culturali che abbiano posto questione sul fatto che le prestazioni artistiche, fatte da uomini in prima istanza che lavorano, non debbano essere retribuite.

Mi duole il fatto che la Sua eccellentissima persona abbia avuto anche dei trascorsi sindacali importanti, e che una volta abbracciata la carriera di amministratore della cosa pubblica, abbiamo rimosso in fretta i diritti dei lavoratori, perchè artisti o no, siamo pur sempre dei lavoratori e abbiamo famiglia!

In attesa di ricevere cenno di riscontro, con rinnovata stima ed amicizia le porgo i miei migliori saluti.

Pescara: città dalle tante contraddizioni

Prendo spunto da questo episodio inventato, come esempio per fare un piccola riflessione sul modo di concepire la cultura a certe latitudini.

La città di Pescara nella sua vita in generale è ricca di contraddizioni quotidiane che ne fanno un punto di forza e di assoluta originalità. Qui qualche decennio fa si progettarono e si realizzarono una stazione ferroviaria, poi un ospedale come pochi se ne vedevano allora in Europa; sull'unica pista dell'unico aeroporto d'Abruzzo, che in quei giorni a mala pena vedeva volare un tratta giornaliera verso Milano con un fastidioso e rischioso scalo intermedio ad Ancona, un giorno atterrò il Concorde. Sul versante sportivo, in una squadra che inaspettatamente salì in serie A, senza una dirigenza e una classe imprenditoriale a sostegno, hanno giocato calciatori come Leo Junior, Milton Tita, Carlos Dunga capitano della nazionale brasiliana campione del mondo; nella squadra di pallanuoto, che spesso doveva andare a giocare in trasferta anche le partite casalinghe per l'indisponibilità della piscina, fu ingaggiato lo spagnolo Manuel Estiarte che significava dire il Maradona della pallanuoto. Sono alcuni esempi che spero chiariscano di come questa città ambisca da una parte a pretendere di essere riconosciuta come un'area metropolitana e dall'altra smentirsi subito dopo cadendo nei peggiori difetti del provincialismo.

A livello culturale le cose non differiscono di molto. L'attuale amministrazione ad esempio, grazie all'eredità ricevuta, circa un finanziamento europeo denominato Urban 2, ha sbandierato da diversi anni la costruzione di una Città della musica nell'area dove vi era un ex inceneritore. Per la sua progettazione sono stati chiamati a concorrere architetti da tutta Europa, con la vittoria finale di tre giovani pescaresi. Contemporaneamente allo svolgersi delle diverse fasi progettuali, fu chiesto ai migliori operatori musicali e culturali della provincia, di fornire il loro contributo e supporto al fine di far nascere un contenitore dentro il quale inserire poli di eccellenza nel panorama musicale nazionale ed europeo. A tal fine fu creata una commissione di garanti, nella quale chi scrive, e qualche altro membro del team di theorein, fecero parte sin dall'inizio. Negli anni sono state fatte diverse presentazioni multimediali alla stampa e alla cittadinanza sullo stato di avanzamento dei lavori progettuali; è stato costituito una organizzazione il cui compito è quello di formare le figure professionali per la gestione futura della Città della musica; è stata realizzata una rivista cartacea e multimediale in diverse lingue a diffusione europea.

Conclusione: a tutt'oggi nell'area destinata alla realizzazione del progetto c'è solo un cartellone di ciò che verrà realizzato; l'idea concettuale con la quale fu vinto il concorso, dopo aver subito diverse modifiche, si è dimostrata non attuabile a causa di problemi strutturali del vecchio edificio sul quale ruotava l'intero progetto. Per quanto riguarda la rivista, fatti fuori, dopo un anno di lavoro, gli ideatori che avevano lavorato anche a ferragosto al progetto editoriale, perchè dei soldi promessi dal finanziamento non vi era più traccia, per la realizzazione del numero 0, unico prodotto fino ad oggi, furono chiamati gratuitamente giovani laureati e laureandi. Della commissione di garanzia più nessuna traccia.

Plastico del progetto della Città della Musica

Le cose non vanno meglio in altri progetti. Dopo un lavoro durato circa tre anni di inventario delle proprietà immobiliari in possesso all'amministrazione comunale, la loro catalogazione e la proposta progettuale organica di un loro possibile utilizzo a fini culturali; dopo diverse modifiche di destinazione d'uso, di stesura di regolamenti e proposte di indirizzo, assistiamo ad un'opera sistematica di distruzione del lavoro fatto, proprio nel momento in cui la città per la prima volta nella sua storia, cominciava a ragionare in sintonia con le altre città italiane ed europee più evolute.

Nella circoscrizione 4 ad esempio, che rappresenta in termini demografici un terzo di tutta la popolazione pescarese, non vi è un solo spazio per le attività culturali. Un gruppo di cittadini militanti di una organizzazione politica dell'attuale maggioranza, ha redatto un progetto molto dettagliato riguardo al recupero di un ex mercato coperto non più in uso, per trasformarlo in un centro culturale polivalente comprensivo di una piazza telematica e di un centro direzionale di parco archeologico naturalistico esistente nelle vicinanze. Per tutta risposta hanno finora ottenuto solo incomprensibili no o addirittura proposte che vanno in tutt'altra direzione. E dire che si parla tanto in città della sua futura missione turistico culturale da affiancare alla vocazione tradizionale dell'edilizia e del commercio.

L'edificio dell'ex mercato coperto ai Colli

Capita spesso, girando le città d'Europa, di incontrare molti artisti pescaresi che in città sono stati sempre ignorati o fatti lavorare gratuitamente o con compensi umilianti,  che una volta varcati i confini regionali, hanno fatto fortuna. Ho incontrato jazzisti, direttori d'orchestra, cineasti, esperti di arte circense, docenti di varie materie, giornalisti, musicologi, operatori di ripresa, registi, attori, pittori, scultori e tanti altri, ai quali la città non ha saputo offrire occasioni serie per rimanere e contribuire in tal senso alla sua crescita.

Tutti costoro, tra i quali diversi miei amici, quando hanno offerto la propria disponibilità a realizzare interventi culturali a Pescara, si son visti riconoscere la loro bravura o con la classica pacca sulle spalle o con qualche spicciolo di danaro elemosinato per anni nei tempi e modalità di come ho cercato di raccontare all'inizio di questa riflessione.      

La conclusione

Gentile Assessore,

mi perdoni se a tutt'oggi mi permetto di approfittare della Sua gentile disponibilità, affinché solleciti i suoi collaboratori a continuare a riempire l'agenda della iniziative utilizzando i nostri nomi, ma che abbiano l'accortezza di scrivere nei manifesti: questi artisti ed intellettuali condividono in pieno la nostra politica culturale ritenendola un passa tempo per chi non ha di meglio da fare (e da fare in questa città c'è molto contando i centri commerciali e le multisale presenti nel raggio di trenta chilometri) e quindi come tale lavorano gratuitamente.


Theorèin - Ottobre 2006