NOZIONI DI SEMIOTICA
A cura di: Luciano Vitacolonna
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Qualcosa sulla semiotica

Baudelaire diceva che l'uomo "passa tra foreste di simboli"; noi, più esattamente, possiamo dire che l'uomo vive tra foreste di segni e messaggi. Ogni momento, ogni attimo della nostra vita è pervaso, condizionato, aggredito dalla comunicazione e dalle informazioni verbali, non verbali, paraverbali, multimediali, ipertestuali.

Tuttavia, va precisato che tutte le creature viventi comunicano: non solo gli esseri umani, ma anche gli animali e le piante. Gli animali, sfruttando tutti i sensi, hanno sviluppato modi di comunicazione molto vari. Le piante interagiscono sia fra loro, sia con gli animali e gli esseri umani. Questi ultimi - a parte la sfera fisiologica e organica e i sistemi endosemiotici (codice DNA-RNA, cellule, sistema endocrino, sistema nervoso) - hanno elaborato sistemi di comunicazione estremamente sofisticati, di cui il più importante è senz'altro il linguaggio.

Ma non sono solo gli esseri viventi a comunicare. Anche le sostanze o gli elementi inorganici "comunicano": possiamo trarre informazioni, ad es., dai fossili, dalle rocce, dai minerali, ecc.

La semiotica (dal greco semeîon) può dunque essere considerata come la scienza dei segni, dei sistemi segnici e del loro funzionamento. Va comunque fatta una precisazione. Se oggetto della semiotica è lo studio del segno e dei sistemi segnici - dal livello più "semplice" (segno) a quello più "complesso" (testo e discorso) -, ciò vuol dire, però, non solo studio della produzione e strutturazione dei segni e dei sistemi segnici (= significazione), ma anche della loro trasmissione e interpretazione. La semiotica, dunque, non deve occuparsi esclusivamente della funzione stare-per (aliquid stat pro aliquo), né soltanto dei rapporti intra- e inter-sistemici, ma deve occuparsi dell'intero processo comunicativo (naturale e teorico), ossia deve prendere in considerazione (a) chi comunica e interpreta, e (b) cosa, dove, quando, come, perché, ecc. si comunica e si interpreta.

Naturalmente, in quanto teoria del segno e della comunicazione, la semiotica va messa in relazione con altre discipline: anzitutto con la linguistica, la teoria dell'informazione, la cibernetica e l'Intelligenza Artificiale, ma anche con la filosofia, la logica, la matematica, la teoria della traduzione, l'estetica, la teoria della letteratura, la poetica, la sociologia, la biologia, l'antropologia, la psicologia (soprattutto quella cognitiva), la psicoanalisi, la pedagogia, la retorica, la religione, il diritto, l'etologia, ecc. Particolare attenzione merita il rapporto che intercorre fra semiotica e linguistica. A questo riguardo si sono contrapposte soprattutto due posizioni, quella di Saussure e quella di Barthes: mentre Saussure riteneva la linguistica parte della semiotica, Barthes considerava la semiotica parte della linguistica. Tuttavia la posizione di Saussure non è poi così chiara o definita, come si crede di solito. Infatti, il linguista ginevrino, parlando dell'arbitrarietà del segno, afferma:

«Si può […] dire che i segni interamente arbitrari realizzano meglio di altri l'ideale del procedimento semiologico: è perciò che la lingua, il più complesso e diffuso tra i sistemi d'espressione, è altresì il più caratteristico di tutti. In questo senso, la linguistica può diventare il modello generale di ogni semiologia, anche se la lingua non è che un sistema particolare» (Saussure [1967, p. 86]).

Questa affermazione saussuriana è da accostare al punto di vista di Hjelmslev [1968, p. 114], secondo cui una semiotica è una "gerarchia di cui qualunque componente consente un'ulteriore analisi in classi definite da selezione reciproca, in modo tale che qualunque di queste classi consente un'analisi in derivati definiti da mutazione reciproca". Pertanto, continua Hjelmslev, una lingua "si può considerare come un caso particolare di questo oggetto più generale, e le sue caratteristiche specifiche, che riguardano solo l'uso linguistico, non incidono sulla definizione data". E così conclude: "In pratica una lingua è una semiotica nella quale ogni altra semiotica, cioè ogni altra lingua e ogni altra struttura semiotica concepibile, può essere tradotta" (Hjelmslev [1968, p.117]).

Di particolare interesse, nella storia della semiotica, è anche la cosiddetta "scuola di Tartu-Mosca", i cui principali esponenti sono Lotman, Uspenskji, Ivanov, ecc. (v. per es. Lotman e Uspenkij, eds [1973]). Per questi studiosi, centrale è la semiotica della cultura, in quanto è la cultura a definire la relazione uomo-realtà, mentre la lingua modella sia la realtà esterna, sia il parlante che, grazie alla lingua, recepisce detta realtà. La cultura è, quindi, un insieme strutturato di sistemi modellizzanti (secondari o di secondo grado), che ha come elemento-base il testo, e il linguaggio è il sistema modellizzante primario.

La posizione di Saussure e di Barthes, come quella di molti altri semiologi (compresi gli esponenti della scuola di Tartu-Mosca), limita fortemente la sfera della ricerca semiotica, in quanto questi studiosi prendono in considerazione, in fondo, soltanto i casi di significazione e comunicazione intenzionali. Altri semiologi, invece, come Sebeok [1998, 2003], allargano l'ambito d'indagine della semiotica - e quindi lo studio della comunicazione - all'intera biosfera. Del resto, non è forse vero che uno dei fondatori (se non il fondatore) della semiotica, ossia Peirce [1980], aveva distinto fra indici, icone e simboli?

Concludendo: qual è, dunque, l'oggetto della semiotica? Anche se non tutti sono d'accordo, si può affermare che l'oggetto della semiotica è non solo la cultura nella sua globalità, ma la realtà nella sua totalità. 


Riferimenti bibliografici 

  • Hjelmslev, L., 1968, I fondamenti della teoria del linguaggio, 3a ed., Torino, Einaudi (ediz. orig. Prolegomena to a Theory of Language, Madison, Univ. of Wisconsin Press, 1943).
  • Lotman, Ju. M., & Uspenskij, B.A., eds, 1973, Ricerche semiotiche, 2a ed., Torino, Einaudi.
  • Peirce, Ch.S., 1980, Semiotica, Torino, Einaudi.
  • Saussure, F. de, 1967, Corso di linguistica generale, a c. di T. De Mauro, Bari, Laterza.
  • Sebeok, T.A., 1998, A sign is just a sign. La semiotica globale, Milano, Spirali.
  • Sebeok, T.A., 2003, Segni, Roma, Carocci.

    Theorèin - Maggio 2004