2. In psicologia si distinguono vari tipi di memoria.
[1] Una delle distinzioni più importanti è quella fra due tipi di memoria permanente, quella ‘semantica’ e quella ‘episodica’.
[2] Con ‘memoria episodica’ «ci si riferisce alla memoria che si ha per gli eventi datati temporalmente e per le relazioni fra questi eventi», mentre con ‘memoria semantica’ «si intende la conoscenza organizzata che hanno le persone su parole, simboli, formule, concetti, regole. Essa comprende le conoscenze di base necessarie per la produzione e la comprensione del linguaggio. E’ il vasto compendio delle informazioni che l’individuo ha del suo mondo, e che non viene riferito a epoche determinate» (Moates e Schumacher [1983: 125]). La distinzione fra questi due tipi di memoria è utile, dunque, a chiarire due funzioni rilevanti: «registrare in modo accurato determinate esperienze e avere a disposizione le conoscenze generali di base che occorrono per svolgere molte funzioni cognitive» (ibid.). Fra queste funzioni cognitive rientrano, per es., i processi inferenziali, i prototipi, le reti semantiche, gli schemi, i frames, gli scripts, ecc.
La memoria semantica, dunque, è sostanzialmente simile al famoso albero di Porfirio.[3] Inoltre, sulla base di una memoria fondamentalmente (sebbene non esclusivamente) semantica operano, nel campo dell’Intelligenza Artificiale
[4], ricerche come quelle condotte, per es., da Rieger [1985].
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(1)
Cfr. Tulving e Donaldson, eds [1972], Moates e Schumacher [1983], Baddeley [1990, 1995].
(2)
Su questi due tipi di memoria v. Tulving [1972], Moates e Schumacher [1983: 124 ss.], Greene [1987: 32-36], Baddeley [1990: 80-101; 1995: 357-394].
(3)
Cfr., per es., Eco [1984: 91 ss.].
(4)
Per un primo approccio v. Haugeland [1988], Tabossi [1988], Parisi
[1989], Johnson-Laird [1988].
Theorèin - Giugno 2004