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Introduzione: la logica come scienza Scrivere di logica non è mai cosa semplice. Quando ho seguito il mio primo corso di logica all’università di Napoli, ormai quasi 8 anni fa, con il prof. Michele Malatesta, logico di dichiarata fama internazionale, ero letteralmente terrorizzata da una disciplina che non capivo e che non rientrava nei miei schemi mentali (allora non capivo che forse erano i miei schemi mentali a non seguire una logica corretta!!!). La difficoltà ben presto divenne sfida per una materia così complessa ma al tempo stesso così affascinante…anche se non avrei mai pensato potesse diventare uno dei miei principali interessi di ricerca. Dicevo poc’anzi che scrivere di logica non è cosa facile, vista la moltitudine di libri, articoli e monografie più o meno complete su di essa. Tuttavia occorre una prima precisazione da fare: in che senso parliamo di logica? Cosa intendiamo con questo termine, e quali sono le funzioni che essa svolge all’interno della riflessione filosofica? Tenendo un corso di logica a ragazzi di una scuola superiore, alla domanda, se la logica sia “materia” scientifica o letteraria, la quasi totalità dei presenti ha risposto che visto l’uso dei simboli e delle regole, si può dire, che si tratti di una materia scientifica, e che non si capisce come, essa nonostante un profilo scientifico, possa essere annoverata tra le discipline filosofiche, e dunque appartenere e il più delle volte essere a supporto della riflessione sia teoretica che pratica. Ma non dobbiamo dimenticare che i principi basilari della logica, principio di non contraddizione, principio del terzo escluso e principio di identità, sono stati enunciati da filosofi, e non certo da matematici puri. È d’obbligo quindi chiedersi, se sia nata prima la logica o la matematica, e quale delle due abbia beneficiato del linguaggio simbolico dell’altra. È per questo che nello svolgersi di questo corso affronteremo molte questioni chiarificatrici che serviranno al lettore per muoversi più agevolmente all’interno del vasto orizzonte della logica. Stabilito che la logica appartiene al novero delle scienze umane, occorre capire che ruolo svolge all’interno della riflessione filosofica. In un commento agli Analitici Secondi, Ammonio si chiede se la logica debba essere intesa come strumento della filosofia o come sua parte dichiarando che: «Infatti secondo Platone e la ragione vera [la logica] non è una parte (come dicono gli stoici ed alcuni platonici) neanche soltanto uno strumento (come dicono i pitagorici); è invece entrambi, sia uno strumento sia una parte della filosofia. Infatti se tu prendi gli argomenti insieme con gli oggetti –per esempio i sillogismi insieme agli oggetti che sottostanno a loro-, è una parte; se invece [tu prendi] i modelli vuoti, senza gli oggetti, è uno strumento. Dunque i Peripatetici, tenendo conto degli scritti di Aristotele, dicono bene che è uno strumento; infatti, egli offre modelli vuoti, non prendendo gli oggetti sottostanti ma applicando i modelli a lettere: per esempio “A di tutti i B; B di tutti i C. Quindi A di tutti i C”. Platone comunque usa la logica sia come parte, sia come strumento, perché quando applica questi modelli agli oggetti e usa sillogismi sugli oggetti –per esempio quando dice che “l’anima è automovente, quest’ultimo si muove eternamente quest’ultimo è immortale. Dunque l’anima è immortale” – allora usando la logica su di essa con gli oggetti sottostanti, la usa come parte. Quando, invece, egli offre metodi deduttivi soli, cioè modelli vuoti senza gli oggetti, la usa come strumento. Non è da meravigliarsi se la chiama omonimamente sia strumento sia parte, perché molte cose sono tali. Per esempio sia la misura sia il misurato si chiamano “cubito”; dunque considerando la logica insieme con gli oggetti sottostanti come “una parte della filosofia”, quando i modello vuoti senza oggetti come “uno strumento”», (AMMONIUS, In Aristotelis Analyticorum Priorum Librum I Commentarium a cura di M. WALLIES, in Commentaria in Aristotelem Graeca, vol.4.6, Reimen, Berlin 1899, 10.36-11.24). Dire della logica la possibile doppia natura di strumento e di parte della filosofia, significa a mio parere conferirle un posto privilegiato nel dialogo con le altre scienze. Dialogo reso possibile dalla capacità che la logica in quanto strumento, ha di procedere per schemi universalmente validi, e che in quanto parte, consente alla filosofia stessa di entrare con la specificità che le compete lungi dall’essere pura ideologia, e nel rispetto di quell’approccio multidisciplinare al sapere universalmente condiviso, in un dialogo che per troppo tempo le è stato precluso. Theorèin - Aprile 2012 |