Per i nostri percorsi di lettura questa volta volevo proporvi un libro ed un disco. Una fotografia sulla Napoli nella quale vive e prospera il “Sistema”, il nome con il quale oggi viene chiamata la camorra napoletana, una ventata d’aria nuova nella vastissima letteratura di genere. Iniziamo dal libro che vi propongo. Roberto Saviano nel suo Gomorra fotografa un mondo parallelo ed illegale e riesce, con una prosa avvincente ed asciutta, a farci capire come convivano all’interno del “Sistema” un’organizzazione affaristica raffinatissima con ramificazioni in tutto il mondo e un fenomeno criminale capace dei più efferati delitti. Un libro potente, bellissimo, che è insieme letteratura e indagine e che mi fa venire in mente Pier Paolo Pasolini e Giovanni Falcone. Un piccolissimo assaggio con una straordinaria descrizione dei luoghi teatro delle vicende umane raccontate.
…Arrivammo a Las Vegas. A nord di Napoli. Qui chiamano Las vegas questa zona per diverse ragioni. Come Las vegas del Nevada è edificata in mezzo al deserto, così anche questi agglomerati sembrano spuntare dal nulla. Si arriva qui da un deserto di strade. Chilometri di catrame, di strade enormi che in pochi minuti ti portano fuori da questo territorio per spingerti sull’autostrada vesro Roma, dritto verso nord. Strade fatte non per auto ma per camion, non per spostare cittadini ma per trasportare vestiti, scarpe, borse. Venendo da Napoli questi paesi spuntano d’improvviso, ficcati nella terra uno accano all’altro. Grumi di cemento. Le strade che si annodano ai lati di una retta su cui si avvicendano senza soluzione di continuità Casavatore, Caivano, Sant’Antimo, Melito, Arzano, Piscinola, San Pietro a Paterno, frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano. Grovigli di strade. Paesi senza differenze che sembrano un’unica grande città. Strade che per metà sono un paese e per l’altra metà ne sono un altro…Il disco è invece Chi more pe’ mme dei Co’sang. Antonio Ricciardi e Luca Imprudente, ‘Nto e O’ Luchè, vivono a Marianella e cantano le pulsioni, la vita della variopinta fauna umana della zona nord di Napoli. Anche loro parlano del “Sistema” ma più che analizzare le forme o le attività dell’organizzazione, i Co’sang cantano la vita e la morte di ragazzi cresciuti troppo in fretta o morti troppo in fretta, e quanti amici con i fratelli scomparsi come cantano ‘Nto e O’ Luchè. Parlano di rabbia, di povertà, di ghetti, quelli veri e non quelli solo immaginati, quelli dell’agglomerato urbano a nord di Napoli. E così ascoltando il disco c’imbattiamo in Povere mmano un brano dedicato proprio a chi è morto giovane in un posto dove si muore appunto troppo presto e dove perciò chiusi in una stanza d’ansia vent’anni sono già abbastanza. E poi l’invenzione di Buonanotte, due momenti del disco dove ascoltiamo le telefonate dei familiari ai carcerati di Poggioreale che una radio napoletana manda in diretta. Un pugno in piena faccia, un masso sulle nostre coscienze. È Hip-Hop di altissimo livello e i Co’sang sono rapper di cui sentiremo parlare a lungo.
Oscar Buonamano
Theorèin- Ottobre 2006