Recensioni

A cura di: Oscar Buonamano


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Titolo: Diario americano
Autore: Giulio Sapelli a cura di Veronica Ronchi
Edizioni: Bollati Boringhieri 2006

Partito per New York con una borsa di studio per scrivere sulle nuovi classe agiate americane, Giulio Sapelli ci regala un piccolo e prezioso libro su New York. È una guida alla città, un romanzo breve, un saggio. Parla di economia, ci consiglia dove mangiare bene, cosa leggere per vivere New York. Ci parla di pittura, musei e poi ancora politica. Un libro imperdibile, da leggere e da regalare magari a Natale. Un manuale d’uso della città, e dove se si è attenti si può scoprire ad esempio dove comprare materiale per pulire le scarpe, quale lavanderia scegliere. Una prova letteraria significativa di un’autore che in futuro potrebbe regalarci un grande romanzo italiano. Ho selezionati alcuni brani del libro per farvi entrare direttamente nelle atmosfere che Sapelli ci propone.

…Per questo ciò che la maggioranza degli americani del Nord oggi teme è, appunto, la crisi economica, la perdita delle sicurezze non del welfare, ma dell’esuberanza borsistica che è stata, ed è in parte ancora, la nuova frontiera, ore che i pellerossa non esistono più…

…Gli Stati Uniti attragono la più alta quota di investimenti esteri diretti e indiretti da tutto il pianeta, non solo perché hanno la moneta più forte del mondo grazie alla locomotiva dell’accumulazione capitalistica, ma soprattutto perché sono la nazione più aperta del mondo, dotata di una capacità inclusiva più elevata che mai, nonostante le terrobili prove a cui questa straordinaria qualità è stata recentemente sottoposta…

…Per questo in questa strana mattina newyorkese, dove il sole combatte con le nuvole plumbee e non si decide a inondare della sua luce i grattacieli e la mia finestra, i miei alberi e gli scoiattoli del mio giardino, in questa mattina in cui il caffè non vuole salire nella caffettiera per ristorarmi e in cui non odo il borbottio delle signore delle pulizie che scendono dalla scala di servizio con un incedere trasandato ma sempre civettuolo, in questa mattina che non è come le altre, mi avvio, alle 11 in punto, alla Santa Messa nella cappella cattolica ell’Università di New York…

…Raggiungo uno dei pochi ristoranti buoni aperti la domenica da queste parti e mi immergo nelle mie letture…Il cibo, inoltre, è buonissimo: insalata di gamberi di fiume molto freschi, insalata verde condita con vero olio provenzale, bistecca cotta a puntino con patate sautèès che sono una meraviglia di burro e croccantino; il tutto inaffiato con uno chablis che trovo sempre delizioso, soprattutto a colazione e da solo. Un sorbetto allla mela verde conclude una pausa veramente ristoratrice...

Buona lettura e se decidete di andare a New York nei prossimi mesi non dimenticatevi di fare un salto all’Algonquin, dove nello spazi, ristretto ma bellissimo, sembra sempre di vedere apparire Virgina Woolf e dove la vita letteraria ancor oggi manifesta un po’ di forza sociale…

Oscar Buonamano


Theorèin- Dicembre 2006