|
|
Titolo: Mille anni che sto qui
Autore: Mariolina Venezia Edizioni: Einaudi 2006 Titolo: Passaggio in ombra
|
Esordio brillante per Mariolina Venezia che ottiene con il suo Mille anni che sto qui, pubblicato da Einaudi, un grande successo di critica e di vendita in libreria. Il successo è consolidato dalla vendita dei diritti ad una major americana che ne farà un film. Un bel romanzo, l’esordio letterario di questa giovane autrice materana, che fuggendo la moda ruffiana dello scrivere assecondando i tempi e i luoghi della contemporaneità ci regala un bella storia, scritta in un buon italiano, godibile e mai fuori registro. Soprattutto nella prima parte la storia che Mariolina ci racconta disvela una potenza letteraria incredibile.
“Stava tirando la zoccola che non lo voleva seguire quando vide un liquido giallo scendere lentamente dallo stretto del Saraceno, fermarsi in una piccola pozza del selciato sconnesso, e proseguire scalino dopo scalino, scivolando sulle pietre lisciate dagli zoccoli dei muli, infilando vicoli e vicoletti fino a tuffarsi giù dalla scarpata. All’inizio gli sembrò una pisciata di mulo, ma non aveva mai visto un mulo e nemmeno la vacca di Totonno pisciare tanto a lungo. Non poteva essere nemmeno che stessero vuotando i cantari di don Filippo Cocca, perché per quanti ospiti potesse portare il figlio che studiava all’Università di Salerno, ci sarebbe voluto un battaglione per fare tutta quella piscia. Tanta fu la curiosità che si lasciò sfuggire la zoccola e neanche se ne accorse. Si avvicinò al rigagnolo e lo osservò così da vicino che quasi ci metteva il naso dentro. Stava continuando a scorrere. Veniva giù con una consistenza fluida e viscosa, limpido e dorato sotto i raggi del sole, facendo qualche bolla grassa e riprendendo con più forza come se la fronte di provenienza invece di seccarsi stesse crescendo…”
Qualche critico ha letto in queste pagine della Venezia un’atmosfera analoga a quella di Marquez in Cent’anni di solitudine.
Passaggio in ombra, un romanzo con la stessa forza espressiva di Mille che sto qui.
Con una prosa fluida ed essenziale il romanzo di Mariateresa Di Lascia, ci fa immergere in un Sud che non esiste più. Un storia che è contemporaneamente una saga familiare e uno spaccato dell’Italia appena uscita dalla guerra. Un grande romanzo che resta impresso nella memoria per la magia che riesce a sprigionare e per il suono ritmico e coinvolgente della sua prosa.
"Nella casa dove sono rimasta, il silenzio mi sorprende col suo senso mutato: sommessamente si avanza in un corteo di ombre luminose; sommessamente m’invade con una voce che scioglie i misteri di antichi fonemi impenetrabili. Parole come nenie, riaffiorano da spazi incalcolabili e cantano il loro verso gioioso per la sola delizia dell’anima.”
Dal racconto emerge un Sud vivo e gioioso quanto angosciante e ruvido. In ogni caso le contraddizioni e la bellezza struggente di una terra, e l’amore, forse mai fino in fondo confessato, dell’autrice per essa. Una storia tutta al femminile dove la figura maschile fa di contorno e spesso è strumentale ed utile ad una migliore definizione delle donne. La stessa presenza maschile sembra essere incarnata fisicamente da una donna, una delle tre protagoniste del romanzo, Donna Peppina.
L’autrice, Mariateresa Di Lascia, militante del Partito radicale si è sempre battuta per i diritti civili ed umani ed è stata fondatrice della Lega internazionale “Nessuno Tocchi Caino”. Del partito radicale è stata anche vice segretaria dal 1982 oltre ad essere deputato nella nona legislatura. È nata a Rocchetta Sant’Antonio in provincia di Foggia il 3 gennaio 1954 e muore il 10 settembre 1994. Questo romanzo ha vinto il premio Strega nel 1995.
Oscar Buonamano Theorèin- Dicembre 2006 |