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Titolo: Mafia Cartoon
Autore: Marisa Paolucci (a cura di) Edizioni: EGA 2006 |
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Di mafia si è scritto e si è parlato molto fino ad oggi, per fortuna. Si potrebbe discutere di come si parla di mafia, di chi parla di mafia e di cosa realmente si è fatto e si fa per cercare di sconfiggere la mafia. La mafia, le mafie, vivono e prosperano quando si parla poco di loro, dei loro crimini, del sangue che fanno scorrere nelle nostre strade. Se così è, non bisogna mai abbassare la guardia e bisogna parlare e scrivere di mafia se vogliamo provare ad intaccare il potere che hanno tutte le mafie in tutte le parti del mondo
Allora se parlare e scrivere e la maniera migliore per intaccare il potere della mafia, delle mafie, ben venga un libro come questo Mafia Cartoon, matite ribelli curato da Marisa Paolucci ed edito da Ega.
Un libro che nasce da un’idea di don Luigi Ciotti, presidente di Libera e la curatrice del volume Marisa Paolucci. Un percorso attraverso la mafia affrontato con matite, pennelli, colori. 57 artisti, italiani e non, si cimentano con il tema mafia e il quadro che ne esce fuori è un quadro che dissacra, prende in giro, fa riflettere usando l’arma dell’ironia, usando la cultura una delle opzioni che la mafia non ha nel suo pur ricco portafogli.
Sono tanti gli autori che hanno aderito a questa iniziativa che è diventato un libro, Altan, Bucchi, Chiappori, Ellekappa, Forattini, Giannelli, Paz, Staino, Vauro, solo per fermarci ai più conosciuti. Le “meglio matite” italiane e straniere sono raccolte in questo volume.
E poi oltre ai disegni ci sono le parole perché le parole sono importanti e pesano come sostenevano i giudici Falcone e Borsellino. E in questo percorso che ci propone la Paolucci incrociamo i pensieri del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, del presidente Carlo Azeglio Ciampi, del giudice Rocco Chinnici, del capo della superprocura nazionale antimafia Piero Grasso, del giudice Rosario Livatino, di Paolo Borsellino, di Saveria Antiochia la madre di Roberto Antiochia, di Rosaria Caruso sorella di Vincenzo Caruso, di Giovanni Falcone, di Rita Atria, di Libero Grassi, di Lorenzo Cherubini, del parlamentare Pio La Torre, di Giovanni Paolo II, del giudice Antonino Caponnetto, del presidente Oscar Luigi Scalfaro, Pippo Fava, il presidente onorario di Libera Rita Borsellino, la mamma dell’indimenticato Peppino Impastato Felicia Impastato, Iqbal Masih un dodicenne ucciso dalla mafia dei tappeti in Pakistan, del magistrato Gherardo Colombo, di Gian Carlo Caselli, del presidente Giorgio Napolitano, di don Tonino Bello, del grande Bob Dylan ed ovviamente di don Luigi Ciotti.
La preparazione del libro ha impegnato la curatrice per circa un anno per selezionare temi da proporre, contattare gli artisti in Italia ed in giro per il mondo e soprattutto per selezionare l’enorme mole di materiale che è arrivata.
Don Ciotti nell’introdurre questo volume ci ricorda che i morti di mafia sono stati 2.500 negli ultimi dieci anni e che 156 sono le vittime innocenti e 36 i ragazzi. Una vera e propria mattanza. E continua con quella che possiamo considerare la vera e propria ragion d’essere di Mafia Cartoon: “La mafia deve essere strappata dal silenzio che la protegge. La mafia agisce nell’ombra, i riflettori si accendono solo quando un fatto di cronaca stimola la curiosità dei giornalisti. Troppo poco”.
Ecco perché allora questo libro è importante, perché è slegato alla cronaca e, per la prima volta, in maniera sistematica con ironia prende in giro la mafia, la sbeffeggia.
Non vi propongo nessuna delle vignette che troverete sfogliando il libro, voglio concludere queste mie brevi note invece con un pensiero, un pensiero del giudice ragazzino, Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990 ad Agrigento. “Il sommo atto di giustizia è necessariamente sommo atto di amore se è giustizia vera, e viceversa se è amore autentico. Non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma credibili”.
Ed infine, ho letto questo libro perché sono stato invitato a presentare la mostra e il libro stesso nell’ambito del 12° Premio Nazionale Premio Paolo Borsellino e perciò voglio concludere con l’immagine che ci propone Ellekappa nel libro in una delle vignette più belle e nello stesso tempo più amare di tutto il libro.
I due omini di Ellekappa guardano la tv: “Non si capisce perchè non sia mai stata trasmessa l’ultima intervista di Borsellino”. “Però si capisce perchè è stata l’ultima”.
Oscar Buonamano Theorèin- Ottobre 2007 |