IL PORTALE
Ma dove il castello denuncia il proposito dei costruttori di farne un tempio iniziatico è nel portale d'ingresso che scaturisce, come già detto, da una stella a cinque punte elaborata col rapporto aureo o divina proporzione. quel portale disegnato col numero d'oro 1,618, rapporto che costruisce il corpo umano, simbolicamente rappresenta, sulla soglia del castello, l'uomo che inizia il suo viaggio iniziatico verso la grande avventura dello spirito. Infatti varcato il portale, prima di entrare nel cortile, l'iniziando si trova dinnanzi ad un altro portale fastoso, e attraverso il suo vano, intravede nel cortile altri due portali fastosi. Ma se varca la soglia e si volge indietro vedrà che quel portale, che ha attraversato, sull'altro lato è disadorno, quasi che tutto quello che l'iniziando ha dinnanzi a sè debba necessariamente essere bello (il mondo dello spirito) mentre ciò che lascia dietro di sè è disadorno come disadorna è la profanità materiale.
Ma c'è una seconda stella a cinque punte idealmente tracciata sul capo dell'iniziando con funzione ammonitrice. infatti su cinque delle otto torri del castello ci sono cinque cisterne pensili senza funzione pratica, cioè l'acqua piovana che raccolgono non viene incanalata per alcun servizio. Così come in tutto il castello ci sono cinque caminetti (troppo pochi per riscaldare le sedici stanze del maniero e troppo piccoli per cuocervi della carne allo spiedo sufficiente alla corte di un imperatore). Anche questi caminetti, nella loro proiezione su un unico piano (due caminetti sono al piano terra e tre al piano superiore), disegnano una stella a cinque punte. Il significato nascosto delle cinque cisterne (acqua) e dei cinque caminetti (fuoco) disposti a stella è forse quello di ammonire l'iniziando che, per intraprendere il cammino dello spirito non è più sufficiente il battesimo dell'acqua, ma occorre quello del fuoco, cioè a dire che la via del divino è irta di prove ben più dure e difficili della via dell'umano.
Queste due nuove stelle potrebbero rappresentare anche le cinque stazioni che il pianeta Venere tocca in otto anni terrestri e cinque anni venusiani, come dire quando si trova sull'allineamento terra-sole. Il riferimento al pianeta Venere risale nientemeno che ai babilonesi che già conoscevano le cinque stazioni del pianeta e sulle loro celebri tavolette di argilla ci hanno lasciato le osservazioni e i calcoli fatti cinquemila anni fa.
Chi si accingeva a compiere nel castello-tempio il viaggio iniziatico si imbatteva in una simbologia cosmica che gli ricordava continuamente ch'egli era parte integrante del cielo e della terra, scheggia dell'universo che tentava nel suo viaggio di avvicinarsi il più possibile al divino. Se questo viaggio, infine, lo compiva nella notte del solstizio d'estate (21 giugno) avrebbe visto in cielo, al centro del cortile ottagonale, la stella Vega che fu stella polare tredicimila anni fa e lo sarà nuovamente tra tredicimila anni. Sarà una coincidenza, ma Vega che, a causa della precessione degli equinozi, fu e sarà stella guida al navigatore e al viandante, ammonisce dallo zenit che si appresta al grande viaggio dello spirito, di guardare sempre al cielo per non perdere la rotta. Questo è scritto esotericamente in Castel del Monte e chiunque può intenderlo purchè lo voglia.