REPORTAGE

A cura di: Mario Della Penna

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Santa Maria Arabona
VI parte

La Chiesa

La vicenda costruttiva di S.Maria Arabona si è svolta in un arco di tempo relativamente breve. L'Abruzzo dal punto di vista stilistico conosce il gotico solo sotto forma di versioni frammentarie e contaminate; la chiesa in questione tuttavia, unica nella regione, esprime nettamente il linguaggio sovranazionale dell'ordine cistercense, che parte da premesse romaniche per poi sviluppare una architettura particolare e solo in  parte affine al gotico.

Dal punto di vista tipologico e costruttivo, la chiesa appartiene alla fase matura dell'architettura cistercense, sebbene la pianta segua le linee del cosiddetto "piano bernardino", adottato da S.Bernardo intorno al 1133 per la chiesa di Clairvaux. In Italia tale schema è stato adottato in numerose fondazioni su tutto il territorio, come ad esempio le quattro abbazie site nel centro-nord che riprendono il nome di Chiaravalle (nel Milanese, in Emilia e nelle Marche), in Toscana (S.Galgano), in Puglia (Ripalta), in Sardegna (Cabuabbas) e quelle Laziali di Fossanova e Casamari probabili modelli di ispirazione per la nostra chiesa.

La struttura esistente può essere paragonata a una croce greca, il cui nucleo è composto però da cinque campate disuguali fra loro. Difficile da spiegare è l'anomala costruzione, difficile da percepire, della non ortogonalità dei muri fra loro, tale da rendere la pianta lievemente sghemba, con l'asse longitudinale inclinato verso sinistra.

In mancanza di documenti che comprovino l'esatta epoca di costruzione, si è dovuto necessariamente ricorrere a confronti con gli esempi contemporanei più vicini: primi fra tutti le chiese di Fossanova (iniziata nel 1187) e di Casamari (iniziata nel 1203). Tuttavia non si può sostenere tout court che la chiesa sia copia di quest'ultime, ma si dovrà parlare di matrice comune portate avanti contemporaneamente in condizioni ed ambienti diversi.

Le conclusioni tratte dagli studiosi Enlarte e Gavini, a seguito di varie osservazioni, sono sostanzialmente concordi. La costruzione della chiesa ebbe inizio dal coro e dal braccio nord del transetto per poi proseguire nel resto del capocroce, completato all'inizio del XIV secolo, mentre a quell'epoca mancava ancora la copertura della navata. Si tratta di ipotesi di natura stilistica che contrasta con quanto a noi conosciuto della prassi costruttiva dei Cistercensi, dove di norma il primo ad essere costruito era il braccio del transetto aderente da una parte al coro della chiesa e dall'altra al tratto di monastero comprendente la sala capitolare e una prima parte del dormitorio. Anche il Chierici distingue due fasi costruttive strettamente consecutive, dovute all'opera di due diversi architetti, il primo che si rifaceva all'Ordine (e forse francese), il secondo di probabile estrazione locale.

In conclusione: se è verosimile che in varie parti d'Abruzzo operassero fra il XIII e il XV secolo maestranze educate in cantieri cistercensi, il loro contributo tecnico e stilistico è stato impiegato alle più varie esigenze contribuendo alla diffusione del gotico di derivazione francese unito alle esperienze ed influssi di varia natura, caratteristica dell'architettura medievale del nostro Mezzogiorno.


Theorèin - Marzo 2005