PROBLEMI E METODI PER UNA RICOSTRUZIONE STORICA:
IL CASO DI FRANCESCO D'ASSISI
A cura di: Mario Della Penna
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Introduzione

Francesco è l'ispiratore e l'iniziatore di una esperienza religiosa singolare, che va letta nel contesto del particolare momento storico attraversato dalla società occidentale tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo. Con questo corso non si vuole riproporre l'immagine più o meno diffusa di "San Francesco" e nemmeno quello di tentare una ricostruzione della vicenda storica, quanto quello di presentare un "caso storiografico", prendendo in esame quegli elementi che ci permettano di affrontare una ricerca su questo grande personaggio. Alla base di questo lavoro vi sono ovviamente le fonti, da intendere non solo come materiale dal quale dipanare il filo rosso dell'esperienza storica di Francesco e del suo movimento nei suoi vari aspetti, ma anche e soprattutto come espressione del modo diverso di reagire di fronte alla proposta francescana da parte dei suoi contemporanei. Si pone dunque il problema della lettura critica delle fonti:

una lettura decontestualizzata, priva di riferimenti cronologici, geografici, socio-ideologici e filologici non ci permette di ricostruire in maniera oggettiva e scientifica una vicenda storica. Tali riferimenti rappresentano gli strumenti critici su cui si basa questa ricerca. Quindi non si ritroverà tanto la vita e l'operato del santo, quanto piuttosto le problematiche storiografiche che il personaggio ha comportato, problematiche che nascono fra l'altro, quando si vuole mettere a confronto il messaggio che ha voluto lasciare e la strada intrapresa dal movimento creatosi intorno a lui. Per raffrontare queste problematiche è necessario però esporre almeno alcuni momenti significativi della vita di Francesco.

Francesco nasce ad Assisi tra il 1181 e il 1182, una città ambientata geograficamente e politicamente nell'orbita della curia pontificia non poteva non risentire, sul piano religioso, dei nuovi rapporti che andavano instaurandosi tra il papato e i movimenti che reclamavano un rinnovamento della vita religiosa e che erano particolarmente vivaci nell'Italia centro-settentrionale. Si trattava di movimento di origine laica e popolare, assertori della povertà evangelica e della vita apostolica che senza dubbio rappresentano il contesto culturale e i fattori che influenzarono la nascita del movimento francescano e che spiegano la grande fortuna dell'ordine anche in connessione con la politica di Innocenzo III. Il pontefice si era reso conto della inadeguatezza della politica ecclesiastica condotta nei decenni precedenti e dalla necessità di colmare la voragine che si era aperta tra clero e fedeli religiosamente più impegnati. Egli attivò allora una politica di recupero dei movimenti religiosi: che culminò con il riconoscimento del gruppo degli Umiliati, a cui fu concesso il diritto di predicare, diritto riservato, fino ad allora ai membri della gerarchia ecclesiastica. Oltre al reinserimento nella chiesa di questi movimenti preesistenti, si pensò anche ad un corpo di predicatori che imitando la povertà di Cristo potesse soddisfare le nuove esigenze religiose e ricondurre, nell'ambito dell'ortodossia, i gruppi comunemente definiti eretici. E' questo infatti il fine prefissosi dal gruppo sorto intorno al canonico Domenico di Guzman e definito, appunto, dei predicatores, che ebbe un primo riconoscimento ufficiale nel 1215 ad opera dello stesso Innocenzo III.


Theorèin - Febbraio 2004