Grazie alla canonizzazione di Francesco ad opera di Gregorio IX assistiamo ad una gerarchizzazione dell'ordine e allo sviluppo della sua fortuna che comportò l'insediamento di quest'ultimo nelle città. I conventi cittadini prendevano nel corso degli anni sempre più una struttura ed una organizzazione simile a quelle del monachesimo tradizionale inoltre sia i francescani che i domenicani divennero parte attiva della cultura dell'epoca. Essi acquistavano sempre più peso nelle grandi città universitarie, quali Bologna e Parigi; tra gli stessi francescani
emersero insigni studiosi, tra i quali lo stesso Bonaventura, insediato su una delle cattedre di teologia dell'università di Parigi.
Nella prima metà dell'XIII sec. l'ordine francescano fu attraversato da una profonda crisi ideologica: dalla grande ricchezza di vita religiosa del Medioevo si sviluppò una preoccupante corrente di spiritualismo estremista che acquistò larga diffusione anche nel mondo laico. Tale corrente si rifaceva all'abate cistercense Gioacchino da Fiore. Le sue speculazioni portavano a concepire il corso della storia del mondo e della chiesa in una chiave apocalittico-riformatoria. La sua trattazione, dopo aver dato una interpretazione allegorica alla Sacra Scrittura, culminava nella profezia dell'ultima età dello Spirito Santo, che avrebbe portato ad una radicale riforma della chiesa secolarizzata.
Gioacchino non pose al centro della sua teologia della storia la Cristologia, come era stato fino ad allora, ma la Trinità strutturando la storia in tre epoche:
- Età del Padre, anteriore a Cristo;
- Età del Figlio;
- Età dello Spirito e dei monaci.
L'età dello spirito da lui profetizzata, vedeva protagonista un ordo iustorum ossia un nuovo ordine religioso che avrebbe sostituito la corrotta chiesa con la perfetta chiesa dello spirito.
Queste tendenze attecchirono ben presto tra i francescani, soprattutto nei Rigoristi, i quali si sentivano protagonisti del loro ruolo storico e, forti del successo ottenuto, utilizzarono gli scritti di Gioacchino per affermare la loro posizione di precursori della nuova età dello Spirito. I seguaci di questa corrente infatti si chiameranno verso la fine del XIII sec. Spirituali. Anche Giovanni da Parma, generale dell'ordine, accolse con favore questa tendenza e il francescano Gerardo da Borgo S. Donnino pubblicò nel 1254 il Liber introductorius in evangelium aeternum, nel quale si esaltava Francesco come il nuovo legislatore e il profeta inviato da Dio, inoltre individuava nei francescani (Spirituali) il nuovo ordine dell'ultima età annunciata da Gioacchino.
Contro queste tendenze si sollevò una vivace opposizione e gli scritti gioacchimiti furono condannati nel sinodo provinciale di Aries dopo il 1263. Ma all'interno dell'ordine continuava il sospetto di eresia che colpiva pensatori acuti come Pier di Giovanni Olivi, capo degli Spirituali, condannato nel concilio ecumenico di Vienne del 1312; Angelo Clareno, storico delle polemiche degli Spirituali, e Umbertino da Casale, il cui scritto principale, Arbor viate crucifixae Jesu
(1), è pieno di esaltazioni gioachimite.
Nel momento in cui lo stesso generale dell'ordine, Giovanni da Parma, intorno al 1257, fu accusato di tendenze gioachimite, si procedette alla convocazione di un capitolo generale prima del previsto, per chiedere le dimissioni del Parmense, e così evitare il sospetto di eresia su tutto l'ordine. Giovanni da Parma designò come suo successore il frate minore Bonaventura da Bagnorea, maestro di teologia a Parigi. Il nuovo ministro generale decise di organizzare un processo canonico contro il suo predecessore che fu condannato al carcere a vita, ma per interposizione del cardinale Ottobono Fieschi gli fu possibile ritirarsi nell'eremo di Greccio dove più tardi ebbe contatti con Umbertino da Casale, anch'egli fervente spirituale. L'eremo da questo momento sarà punto di riferimento per coloro che contesteranno le scelte dell'ordine.
Fin dalla espulsione di fra Elia nel Capitolo Generale del 1239, l'ordine francescano aveva acquistato un carattere clericale, sul modello di quello domenicano. Sviluppandosi dunque in questa direzione i frati minori furono posti di fronte al problema di amministrare beni e possedimenti e di maneggiare denaro; il loro stile di vita si stava sempre più allontanando dallo spirito della Regula del 1223, dunque si pose la questione a Papa Gregorio IX che deliberò, per favorire le nuove esigenze, senza opporsi al dettato della Regula, l'introduzione del sindaco apostolico il quale amministrava a nome della sede apostolica e per conto dell'Ordine i beni donati dai fedeli.
Non appena eletto generale Bonaventura si fa promotore di un capitolo per dare una normativa costituzionale organica e i capitolari stessi propongono di raccogliere e riorganizzare le costituzioni dei capitoli precedenti. Nel capitolo di Narbon
(2) 1260 vengono presentate le Costituzioni dette appunto Narbonensi che ristrutturarono in modo organico la normativa emanata nei capitoli generali a partire dal 1239. Bonaventura venne anche incaricato di redigere una nuova biografia di Francesco.
(1) UMBERTINO DA CASALE, Arbor vitae crucifixae Jesu , nell'edizione riproposta anastaticamente nel 1961 dalla Bottega di Erasmo di Torino
(2) Costitutiones Generales Narbonenses , in Bonaventura da Bagnoregio, Opuscula varia ad theologicam mysticam et Ordinis fratrum minorum spectantia. Iussu et auctoritate A. Lauer, Ad Claras Aquas 1898 (Opera Omnia,8)
Theorèin -
Ottobre 2004