Un altro grande intellettualmente francescano, oltre Bonaventura, ha voluto vedere in Francesco il precursore di una nuova età, il personaggio che dischiude un'epoca nuova: è Umbertino da Casale, con il suo scritto Arbor vitae crucifixae Jesu (1).
Se Bonaventura era riuscito, nel Prologo della Legenda Maior , a mantenere un giusto equilibrio per garantire l'ortodossia e quindi l'ufficialità al suo scritto, pur servendosi di tematiche gioachimite, Umbertino da Casale fu un più acceso sostenitore di esse. Non dimentichiamo che questo autore si inserì pienamente nella corrente degli Spirituali e la sua opera riscosse largo consenso presso questi ultimi. (2)
L'Arbor vitae fu composto nel 1305 in un trattato di cinque libri. Si rintraccia in quest'opera l'influenza di un precedente scritto di Bonaventura, il Lignum vitae (3) da cui è tratta l'immagine dell'albero della storia i cui rami sono le opere di Cristo, e i fiori e i frutti sono le gesta degli eletti. Si evita di proporre una visione storico-trinitaria, sulla scia di Gioacchino da Fiore, per fare posto a quella cristocentrica. Nel quinto libro viene presentato Francesco come l'angelo del sesto sigillo, come l'alter Cristus, e quindi il rinnovatore della vita evangelica. Egli è stato l'eletto che ha meritato di tradurre la vita di Cristo in status durevole, creando un ordine religioso. Umbertino supera il mito della chiesa primitiva che aveva animato le varie riforme monastiche ed era stato utilizzato anche per la prima fraternità francescana da Giacomo da Vitry che vedeva i francescani come coloro che riproponevano i modelli delle prime comunità cristiane, dove la moltitudine dei credenti costituiva un cuor solo ed un'anima sola (Atti degli Apostoli), dove cioè si viveva in concordia perfetta e tutti i beni venivano ridistribuiti dagli apostoli secondo i bisogni di ciascuno. Umbertino da Casale ribadisce che Francesco rinnova la vita di Cristo ed evidenzia una imperfezione radicale della chiesa fin dalle origini: essa era una moltitudine impossibilitata nella realizzazione di una perfetta vita evangelica che si sarebbe realizzata solo a partire dalla sesta età.
Questa fu una posizione rischiosa per gli Spirituali, che, chiamati a rispondere della concezione che essi avevano della vicenda storica della chiesa, dovettero scolparsi dall'accusa di esasperata tendenza a prospettare, sotto l'insegna dello Spirito Santo, il configurarsi di una visione storica che prevedeva il superamento della stessa chiesa istituzionale e quindi la fine della sua esperienza. Non dimentichiamo che dopo la politica teocratica di Gregorio VII si era affermata una posizione ierocratica nella società dell'epoca, tant'è che la chiesa rivendicava le sue prerogative e i suoi privilegi nei confronti del potere imperiale e non intendeva mutare la condizione precedentemente acquisita: la chiesa doveva finire, ma non prima della fine dei tempi. La posizione gioachimita della sesta età e quella di Umbertino, che vede l'imperfezione della chiesa primitiva, mettono in crisi la concezione ecclesiocentrica che sarà sempre difesa dalla gerarchia papale. Ispirato da Gioacchino, ed in particolare dal suo scritto Concordia veteri et novi testamenti, il nostro autore sottolinea la consonanza tra il tempo di Cristo e il tempo di Francesco; questo angelo, Francesco, apre il principio del terzo stato, riconfermando il riferimento alle tre età gioachimite.
Su questa scia collochiamo anche Angelo Clareno che imitando l'apertura del Prologo di Bonaventura si serve anch'egli di San Paolo, scrivendo riguardo a Francesco:
«Christus locutus est nobis in patribus, in apostolis, in profetibus, in martiribus...novissime locutus est nobis in filio suo»
(Francesco) (4). Cristo ha costituito Francesco erede di tutto, egli è colui che raccoglie universalmente e totalmente una nuova era ripercorrendo la via di Cristo, la via di colui che si è umiliato e che Dio ha esaltato.
(1) UMBERTINO DA CASALE, Arbor vitae , op.cit.n.44
(2) Gian Luca POTESTA', Storia ed escatologia in Umbertino da Casale, Vita e Pensiero, Scienze Religiose 5, Milano 1980
(3) BONAVENTURA DA BAGNOREGIO Lignum vitae , in Id., Opera Omnia, VIII, ed. Quaracchi, pp.68-86.
(4) Lettera agli Ebrei...
Theorèin - Dicembre 2004