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Immagine di Francesco nella storiografia dall'umanesimo ad oggi (55)
Nel corso dei secoli l'immagine di Francesco subisce una sorta di censura, o meglio, il suo messaggio non è più oggetto di attenzione. francesco Gaeta, sostiene che nella letteratura degli umanisti Francesco è essenzialmente il Francesco povero, con qualche non insignificante eccezione. Si può dire egli sia però un grande assente: agli umanisti fa gioco la polemica anti-mendlcante, ma non fa gioco l’ideale della povertà evangellca; fanno gioco (in funzlone antiscolastica) Girolamo, Ambrogio, e Agostino, non Francesco, che avvertiva la scienza come un pericolo in quanto essa rendeva “numerose persone restie alla perfezione" (56) Francesco è, nell’età dell’umanesimo, un personaggio ormai lontano dalle concezioni dell’epoca, che trovano i loro referentl non tanto nella chiesa e nella tradizione medioevale quanto nell’età classica. Sorge dunque un rifiuto nei confronti della mentalità dl quel passato prossimo che era il Medioevo. Nel XVI sec. nonostante le esigenze espresse dalla Riforma luterana che si concretizzano nella proposta di creare un’alternativa nella chiesa di quel secolo, di riformare il pensiero teologico e il senso della religiosità, di ridare un nuovo volto al cristianesimo, l’attenzione nei confronti di una figura quale quella di Francesco non esiste. La mentalità dei medioevali e dei moderni è ormai distante, pertanto anche Francesco viene emarginato, tant’è che in una delle opere maggiormente polemiche proveniente dall’area protestante, quale il Catalogus testlum verltatls di Flaccio Illirico (1576), egli viene considerato come il rappresentante di quelle deformazioni apportate dalla tradizione ecclesiastico-popolare riguardo alla santità. Domenico di Guzman ed il santo di Assisi, i fondatori dei due principali ordini mendicanti, sono ritenuti due apostoli di Satana che hanno originato due ipocrisie che grazie alla superstizione hanno avuto modo di proliferare nella società loro contemporanea. La stessa posizione è espressa dalla Historla Ecclesiastica (1566-70) (le Centurie di Magdeburgo) dove Francesco è l’emblema di una mentalità superstiziosa e falsa. Proprio nell’ambito dl questa polemica balza in primo piano il Liber de conformitate di Bartolomeo da Pisa (57), che essendo stato tradotto in tedesco mentre infuriava la riforma protestante, diventò il terreno di lotta dei protestanti contro i cattolici, tant’è che Erasmus Alber, esasperando i toni del dibattito, nella sua opera dal titolo: Alcoranus Franciscanorum seu blasphemiarum et nugarum lerna de stlgmatizato idolo quod Franciscum vocant ex libro conformitatum (58), definisce lo scritto di Bartolomeo da Pisa come nuovo Corano, come libro di bestemmie, e la stessa figura di Francesco viene ritenuta frutto di idolatria. Se Francesco nel mondo medioevale era visto come alterCristus, nell'ambito della riforma è l’anticristo, colui che esprimeva la sua fedeltà alla chiesa cattolica. La risposta cattolica in merito non è molto vivace e nel 1607 viene espressa dal francescano Heinrich Vroom (Sedulius) nel suo Apologetlcus (59) nel quale si esprimeva la difesa nei confronti di Francesco e dell’ordine contro le accuse dei protestanti. A partire dalla fine del sec. XVII il santo di Assisi diventa oggetto di ricerca storica. Si sente l’esigenza di ricostruire in maniera oggettiva e precisa, sulla base di fonti autentiche, la vicenda storica del discusso personaggio. Il Wadding è il primo ad offrire, nei suoi Annales (60), una edizione degli scritti di Francesco, prima delle edizioni critiche del nostro secolo. Sua intenzione era quella di redigere una biografia cronologicamente organizzata e storicamente attendibile, facendo affidamento su tutti gli scritti disponibili, rifacendosi anche a tradizioni locali. Non siamo però di fronte ad una biografia critica, il Wadding non ne aveva i mezzi né le conoscenze necessarie, ma la sua opera è comunque da considerare una miniera di informazioni. Anche il XVIII sec., come del resto i secoli immediatamente precedenti, prende distanza dalla figura di Francesco, si legge infatti da una relazione tenuta da Daniele Menozzi nel IX Convegno Internazionale di Assisi che [...] dal pensiero e dalla vita del secolo XVIII che esaltano la ragione e la natura partendo da principi inconciliabili con il dogma della caduta dell’uomo e della redenzione, non poteva sorgere una corrente di simpatia verso l’ideale di Assisi’ (61). Dobbiamo però sottolineare che questo è il periodo nel quale si ha una rivalutazione della ricerca storica in genere e della grande erudizione In tutti i rami del sapere: da ciò anche una rivisitazione a sfondo erudito della produzione storico-religiosa riguardo al personaggio di Francesco. Dopo l’esperienza portata avanti dal Wadding, i Bollandisti si impegnarono nello stesso campo, puntando su una metodologia più critica e raffinata rispetto a quella precedente. Il primo ad interessarsi, anche se indirettamente, di Francesco fu il Papebroch che portando avanti una ricerca su frate Egidio da Assisi, uno del primi compagni di Francesco, fu costretto ad interessarsi anche di fonti relative al fondatore dell'ordine francescano. Fu proprio il Papebroch a porre le basi di quefla metodologia critica che i Bollandistl avrebbero adottato nei secoli successivi. Ci si interessò delle fonti edite ma anche della ricerca dei codici non ancora riprodotti a stampa; fu la trascrizione ad opera del Papebroch a tirare fuori dal silenzio l’Anontmo Perugino, che aveva assunto nel corso dei secoli una funzione puramente devozionale legato com’era alla tomba di Egidio. Queste ricerche costituiranno il materiale necessario per il lavoro dei Bollandlsti su Francesco, a cui si sarebbe arrivato dopo ben novant’anni di lavoro. L’organizzazione di una edizione critica di tutte le fonti disponibili e rintracciabili su Francesco ed una lettura critica che potesse far cogliere l’autenticità o la falsità delle fonti toccò al Suyskens, anch'egli un bollandista. Iniziò il suo lavoro nel 1760 e ampliando e utilizzando il materiale approntato dal Papebroch riuscì a redigere il secondo volume di ottobre degli Acta Santorum. Scopo dl quest’opera è la realizzazione di una edizione critica delle fonti agiograflche, per mezzo della raccolta, del confronto e della collazlone delle fonti stesse, per riuscire ad offrire una versione quanto più autentica possibile del materiale disponibile. La produzione dei bollandisti demolisce la classica patina devozionale in cui sono spesso avvolti i santi, che invece vengono considerati in una dimensione storica e reintegrati nel loro contesto. Proprio questa posizione comportò la condanna dei volumi del Papebroch da parte della Congregazione dell’Indice. Il lavoro dei bollandisti oltre il superamento di uno schema annualistico, per ciò che concerne la ricostruzione biografica introdotta da Wadding, oltre a rappresentare una attenta e accurata raccolta dl fonti e a dimostrare attenzione critica nei confronti di queste ultime, rappresenta sicuramente l’avvio della moderna ricerca storiografica sul santo di Assisi. Dopo i Bollandisti dobbiamo attendere la pubblicazione da parte di Paul Sabatier del 1893 della Vie de Saint Françoise d'Asslse affinchè qualcuno si interessasse in modo attento e critico alla questione. Con la cultura romantica la figura di Francesco era tornata all’attenzione della elitè culturale e, con la riscoperta del Medioevo, si rivaluta il santo di Assisi; sicuramente la ricerca scaturì più dal fascino stesso che il personaggio esercitava sulla idealità romantica che da una precisa attenzione storiografica. Francesco interessava solo per taluni aspetti che vennero poi enfatizzati ulteriormente; basti pensare a F. Ozanam (62) che si interessò cli Francesco puntando la sua attenzione sugli scrittori italiani del Medioevo. Egli connotò Francesco sotto un aspetto poetico, come ‘Omero, come Dante, come il Tasso Camoes [...] erranti e viaggiatori (63) sulla stessa scia il Thode (64) pubblicò un volume dal titolo Francesco d'Assisi e il Rinascimento nel quale pone Francesco alla base di tutto il movimento di arte e di pensiero del Rinascimento italiano. Karl von Hase
(65), un protestante liberale tentò, invece, di riprodurre secondo una più attenta critica storica una biografia dl Francesco.
(56) Francesco GAETA, La figura di San Francesco nell'umanesimo, in Atti del IX Convegno Internazionale, Assisi 1981. (57) BARTOLOMEO DA PISA, De Conformitate beati Francisci ad vitam Domini Jesu, (cfr. AP IV ,pp 25-35; V. ad Claras Aquas, Ex typ Coll. S. Bonaventurae, 1906-1912, pp 45-55. Si veda, inoltre, il Dizionario Biografico degli Italiani. VI. pp 756-758). (58) Erasmus ALBER, Alcoranus Franciscanorum seu blasphemiarum et nugarum lerna de stigmatizato idolo quod Franciscum vocant ex libro conformitatum, Franckfurt, 1542 (ma nel frontespizio 1543)(59) Heinxich VROOM, Apologeticus adversus Alcoranus Franciscanorum pro libro Conformitatum, Autverpiae 1607.(60) Luke WADDING, Annales minorum seu trim Ordinum a S. Francisco institutorum...Edito tertia accurantissima auctior et emendatior ad exernplar editionis P Josephi Mariae Fonseca ab Ebora, Ad Claras Aquas, Typ. Barbera, 1931-1935 (3 ed.).(61) Daniele MENOZZI. L'immagine di Francesco nella cultura italiana del settecento, in Atti del IX Convegno Internazionale, Assisi 1981: la citazione sopra riportata è stata tratta da: A. GEMELLI, Il francescanesimo, Milano 1947.(62) Un interessante studio riguardante questo autore è stato realizzato da: Lucienne PORTIER, Francesco d'Asssi e Frédèric Ozanam problemi storlci e letterari, in Atti del IX Convegno Internazionale, Assisi 1981.(63) Fréderic OZANAM, Poètes franciscains, 88(64) Henry THODE, Franz von Assisi und die Anfänge der Kunst der Renaissance in Italien, II. Paris 1909.(65) Karl von HASE, Franz von Assisi, Leipzig 1856, pp.87-94.Theorèin - Aprile 2005 |