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Come emerge la conversione di Francesco dalle fonti? (II parte)
Analizzando questi scritti bisogna comunque tener presente che il loro scopo non è quello di esporre precisamente la realtà dei fatti: ogni autore ha un progetto agiografico, quindi modificando gli eventi, vuole dare un modello che risponda alla mentalità dei committenti, della società e dell'agiografo stesso. Dalle biografie non possono che riemergere tutti quegli eventi che hanno avuto un senso nel percorso verso la santità. Tommaso da Celano nella Vita Prima illustra tutte le vicende che preludono alla conversione: la mano del Signore si posò su di lui e la destra dell’Altissimo lo trasformò (85), ma il cambiamento di vita avviene progressivamente; dapprima la malattia che costringe Francesco a riflettere su sè stesso e sulla precarietà dell’esistenza, in seguito a questa esperienza capisce che è il momento di cambiare, dl pensare alla conversione, ma l’accarezzano pensieri terreni e si sottrae alla mano divina (86). La visione notturna del palazzo pieno di armi, fa sì che Francesco si dedichi alle imprese militari, tanto da arruolarsi come cavaliere per una spedizione in Apulia, ma neppure questa era la strada giusta, l’impresa militare non lo entusiasmava, infatti aveva interpretato erroneamente la visione (87). Il riferimento alle armi e ai soldati è simbolico, poiché Francesco sarebbe dovuto diventare il nuovo Davide che in nome del Dio degli eserciti (88) avrebbe dovuto liberare il suo popolo. Il nostro personaggio progressivamente abbandona la passione cavalleresca e l’attività di mercante per ritirarsi in una grotta vicino ad Assisi e qui coltivare, nell’intimo, la preghiera. Francesco, sposando pienamente il Vangelo, vende ogni cosa, si libera anche del danaro ricavato donandolo alla chiesa di san Damiano: per tutto questo viene anche perseguitato dal padre e tenuto prigioniero, fino a quando la madre non lo libera e lui stesso si spoglia di fronte al vescovo di Assisi. Francesco deve diventare soldato dl Cristo, per cui sono le stesse esperienze del mondo a temprano: viene assalito dal briganti e gettato nella neve. Dopo questo evento il nostro “eroe si dedica al servizio dei lebbrosi, e proprio questa scelta sancisce la conversione, il cambiamento radicale della sua esistenza, Si dedicherà quindi alla riparazione delle chiese di san Damiano e di santa Maria della Porziuncola, per poi scoprire definitivamente la vita evangelica e sposare la scelta dl povertà.Nel redigere la Vita Secunda Tommaso da Celano sfuma notevolmente i toni degli episodi che descrivono la giovinezza dl Francesco. Non si tratta più di un brusco passaggio da un vita peccaminosa ad una vita santa, ma dl uno svolgimento di cristianità corrente perfezionata da una scelta evangelica. Già l’incipit del primo capitolo pone la Provvidenza come guida di Francesco fin dalla nascita. A questo proposito è significativa la diversa presentazione della figura materna: mentre nella Vita Prima (89) anche gli stessi genitori erano responsabili della corruzione dei loro figli e del loro tempo, qui la madre è un specchio di rettitudine (90), che fautore paragona a sant’Elisabetta. Dice infatti:specchio dl rettitudine, quella donna presentava nella sua condotta, per così dire, un segno visibile della sua virtù. Infatti fu resa partecipe, come privilegio, di una certa somiglianza con l’antica santa Elisabetta, sia per il nome imposto al figlio, sia per lo spirito profetico. Tommaso da Celano per sottolineare ulteriormente il ruolo di Francesco nel piano salvifico di Dio, riporta l’episodio del battesimo di Francesco con il significativo nome di Giovanni, leggiamo infatti: la madre lo aveva chiamato Giovanni, quando rinascendo dall'acqua e dallo Spirito Santo, da figlio d’ira era divenuto figlio della grazia. Il nome di Giovanni richiama quello del Battista, colui cioè che diventò il precursore di una nuova redenzione: la madre di Francesco, novella Elisabetta, presagisce, nella scelta del nome, il futuro del figlio. (91)Le tappe della conversione di Francesco, che sono emerse dall’analisi della Vita Prima, corrispondono in linea di massima alle esperienze che in quel periodo viveva il laicato. Queste tappe sono segnate da momenti particolarmente significativi come ad esempio “l’esperienza con il lebbrosi". Se nella Vita Prima il servizio ai lebbrosi appare come un momento cruciale della vicenda del santo, nella Vita Seconda tale periodo è visto non tanto come un’esperienza esistenziale, ma piuttosto come evento miracoloso che manifestava la volontà divina. Riportiamo a questo punto le parole stesse che Tommaso da Celano scrive a tale proposito nella Vita Prima: i n seguito il santo amante di ogni verità, si trasferisce tra i lebbrosi e vive con essi, per servirli in ogni necessità per amor di Dio. Lava i loro corpi in decomposizione e ne cura le piaghe virulente, come egli stesso dice nel suo testamento. (92)(85) 1 Cel., 2, p. 7; FF, p.412.(86) 1 Cel., 4. p. 8; FF. p.414. (87) 1 Cel., 5. p. 9; FF. p.415. (88) ibid. (89) 1 Cel., 1. p. 5; FF. p.411. (90) 2 Cel., 3. p. 131; FF. p.555. (91) Questo particolare manca sia in 1 Cel. che nella LM. (92) 1 Cel., 17. p. 16; FF. p.424. Theorèin - Ottobre 2005 |