PROBLEMI E METODI PER UNA RICOSTRUZIONE STORICA:
IL CASO DI FRANCESCO D'ASSISI
A cura di: Mario Della Penna
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Capitolo 23

IL RAPPORTO TRA FRANCESCO E L’ORDINE NATO
DALLA SUA PROPOSTA RELIGIOSA (I parte)

I problemi relativi al rapporto tra Francesco d’Assisi e il suo ordine furono analizzati a loro volta dal protestante liberale Paul Sabatler. Questi sottolinea la problematicità di tale rapporto, fino al punto di vedere Francesco come “profeta tradito” dalla sua stessa creatura: il suo ordine. Chiaro indizio di questo tradimento è per il Sabatier soprattutto la scelta operata da Francesco di dimettersi da ministro generale dell’ordine e poi, successivamente, la sua volontà di ritirarsi e di circondarsi degli amici più intimi e dei compagni, che per altro non erano tutti quelli della prima ora. La conferma della sua tesi, il Sabatier la trova nelle vicende degli ultimi anni di Francesco descritti nella Vita Prima, ma anche nelle espressioni che l’anonimo autore dello Speculum Perfectionis (117) mette in bocca a Francesco e che spesso hanno un carattere fortemente polemico nei confronti dei frati e della gerarchia costituitasi nell’ordine, che si era oramai insediato nelle varie regioni d’Europa. Il ritratto che Sabatier ci offre del santo di Assisi è quello di un uomo deluso ed amareggiato, che isolandosi in un tipo di vita strettamente eremitico, cerca di rinchiudersi nel cerchio del suo stretto rapporto con Cristo; pertanto le stimmate stesse, che tra l'altro il Sabatier non ha mai negato, diventano il simbolo dell’evasione e di una fuga da quella profonda e drammatica delusione sperimentata attraverso il tradimento perpetrato, nei confronti del suo messaggio, da quanti lo circondavano.

Ma una tale interpretazione non poteva non suscitare reazioni polemiche; infatti il Sabatier non solo pone l’accento sulle modalità di vita e sulle scelte operate dai frati e dall’ordine, ben lontane dalle proposte evangeliche perseguite invece da Francesco, ma individua anche quelle forzature che la stessa Curia Romana ha effettuato per poter incanalare la nuova esperienza religiosa entro l'alveo canonistico, allontanandolo dalla sua sorgente evangelica.

L’interpretazione offerta dal Sabatier degli influssi esercitati dalla Chiesa sull’ordine francescano è negativa, a partire dall’incontro con Innocenzo III, poiché la politica della Curia Romana tendeva a sradicare l’esperienza di Francesco dalla sua originalità, fino al punto di contrastare con essa. Naturalmente non tutti gli storici sono d’accordo sulle posizioni del Sabatier, ma una critica particolarmente aspra nei confronti delle sue tesi fu espressa nella rivista “Civiltà Cattolica”, che vedeva nella Vie de saint Franςois d'Assise un “insulto al santo e alla chiesa” e si augurò che l’opera venisse condannata, come di fatto avvenne.

Le tesi del Sabatier non hanno avuto un enorme seguito, e tra gli studiosi nessuno si è sentito di avallare in pieno le sue posizioni, seminai in molti hanno mosso delle obiezioni che miravano a riproporzionare quello che Sabatier presentava come un vero e proprio scontro tra Francesco e il suo ordine. Mettiamo a fuoco dunque i problemi che nascono da un punto di vista storico: quali erano le reali intenzioni di Francesco riguardo alla fraternitas prima dell'incontro con Innocenzo III? Cosa le fonti testimoniano a questo proposito? Dire a cosa a Francesco aspirasse prima dell’incontro con Innocenzo III, è molto difficile, dal momento che le uniche notizie disponibili sono quelle offerte da Tommaso da Celano e da Bonaventura, inoltre le compilazioni quali possono essere lo Speculum perfectionis e la Legenda perusina rivolgono la loro attenzione solo agli ultimi anni della vita del santo. Le biografie, per quanto concerne il primo periodo dell’esperienza di Francesco sono contraddittorie. Tommaso da Celano nella Vita Prima presenta Francesco che, non appena scopre l’ideale evangelico, concepisce l’idea di formare un ordine. A questo proposito il biografo celanense riporta un particolare episodio, in cui Francesco, mentre sta ricostruendo la chiesa di san Damiano, profetizza che quella sarebbe diventata un monastero di donne, dedicate al servizio di Dio. Questa, che viene descritta come una profezia, sembra piuttosto il frutto di una operazione agiografica realizzata posteriormente, quando l’ordine era già costituito. Inoltre nel Testamento (118) di Chiara d’Assisi viene riportato lo stesso episodio, ma è evidente che anch’ella risente della oramai diffusa Vita Prima, letta come biografia ufficiale in tutti i conventi. Questo vuole essere solo un esempio per dimostrare come i biografi tentino di rappresentare un Francesco che sin dai suoi primi passi è consapevole di fondare un ordine religioso, ma il Testamento, nell’espressione nemo ostendebat mihi quid deberem facere, sembra voler affermare il contrario.

Uno storico appartenente all’ordine francescano, Kajetan Esser (119) nel suo scritto tenta di dimostrare che Francesco fin dall’inizio è consapevole di fondare un vero e proprio ordine religioso; tale prospettiva però è tipica di un’ottica tradizionale secondo la quale un santo vede con estrema lucidità il futuro: questa è, del resto, la linea seguita dalle biografie ufficiali. Tommaso da Celano, infatti, nella Vita Prima fa pronunciare queste parole a Francesco:

Carissimi, confortatevi e rallegratevi nel Signore; non vi rattristi il fatto di essere pochi; non vi spaventi la mia e vostra semplicità, perché, come mi ha rivelato il Signore, Egli ci renderà una innumerevole moltitudine e ci propagherà fino ai confini dei mondo. (120)


(117) Paul SABATIER, Le Speculum perfectionis ou Mèmoires de frère Léon sur la seconde partie de la vie saint Franςois d'Assise, I, Manchester 1928. per un'edizione più aggiornata si può fare riferimento a: Speculum Perfectionis. Introduzione di Raoul Manselli. Testo latino, versione italiana a fronte e note a cura di Marino Bigaroni, Assisi. Porziuncola, 1983 (pubblicazioni della Biblioteca Francescana, Chiesa Nuova, Assisi, 3).

(118) Seraphicae legislationis textus originales, Quaracchi 1897, pp. 273-280, che è la relazione del Wadding.

(119) Kajetan ESSER, Anfänge und ursprungliche Zielsetzungen des Ordens der Minderbrüder, Leiden, E.K. Brill, 1966 (Studia et Documenta Franciscana, 4)

(120) 1 Cel, 27, p.22; FF, p. 433


Theorèin - Marzo 2006