MOVIMENTI RELIGIOSI E REALTA' SOCIALE TRA XI E XII SECOLO
A cura di: Mario Della Penna
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Lezione 2

Vita vere apostolica:
canonici regolari e concorrenza con i monaci. 

Una seconda caratteristica, è la vita ispirata alla povertà, ideale fondamentale e caratterizzante del nuovo ordine. Il rinnovamento si ispira al campo etico, cioè alla riforma dei costumi del clero del secolo XI imponendo il celibato ai chierici. 

Nel XII secolo, invece, la lotta è contro la ricchezza del clero, su cui circolano detti abbastanza significativi: «se un cavaliere si fa monaco, un povero diventa ricco». Dunque questo fatto è scandaloso e dà fastidio. 

Alla fine del secolo XI Urbano II (1) paragona la vita canonica o apostolica alla vita dei monaci. Di lì a poco Innocenzo II (2) dirà «vita canonica è vita apostolica». Ciò crea molte polemiche perchè la vita monastica aveva detenuto il primo posto nella cristianità. 

Tre sono infatti i gradi della cristianità: laici, chierici e monaci. Il primo è buono, il secondo è ottimo ed il terzo eccellente. Così affermava un monaco. 

In un opuscolo di autore non chiarito, del 1125-30 De vita vere apostolica si dice: «omnes apostoli fuere monachi». 

La regola che seguono i canonici è quella detta di S. Agostino. E' la descrizione che Agostino fa, in una sua lettera, di una comunità che vive intorno a lui, cioè un monastero di chierici che hanno preso gli ordini. 

Ci sono diverse sfumature nelle regole: infatti mentre la Regula prima è meno rigorista, la Regula Secunda accentua il richiamo alla povertà, specifico e caratteristico del periodo. All'ideale di povertà si può ricondurre il comandamento "seguire nudi il Cristo nudo" e quello dell'evangelizzazione e predicazione. 

Nel XII secolo compare anche l'interesse per la pietà verso il Cristo al primo posto, come sofferente e salvatore. Il culto della Croce in questo periodo si diffonde. Dall'interesse per il Cristo deriva anche l'interesse per il Nuovo Testamento, in cui la vicenda di Cristo è raffigurata. Mentre nell'alto Medioevo interessava maggiormente l'antico testamento. 

A parte la contemplazione, i canonici regolari rivendicavano l'importanza dell'azione. Anselmo di Avelberg dice che in Cristo si combinano la vita contemplativa e quella attiva. 

La predicazione rappresenta la vita attiva, con l'assistenza ai malati e la diffusione del Vangelo. Vauchet dice che la spiritualità dell'azione è tipica di questo periodo. 

Mentre le scuole monastiche, nell'alto Medioevo importanti, si chiudono e non accettano allievi laici, presso le canoniche regolari si istituiscono scuole secondo la regola di Aquisgrana. 

Le scuole cattedrali, diffuse in Francia,sono scuole organizzate in maniera precisa dal vescovo, che nomina uno scolasticus chierico che controlli gli insegnamenti e conferisca una licentia docendi alla fine del curriculum di studi. Le scuole dei canonici regolari sono l'elemento più importante,da cui forse nascerà l'università.

Le differenze tra canonici e monaci comunque pian piano sfumano. I premostratensi sono indicati come canonici anche se il loro ideale di vita è monastico. Un elemento che accomuna i due gruppi è l'ambiente fisico. Infatti con l'impulso nuovo della società,molti monasteri in territorio suburbano,con l'allargamento delle mura della città,si trovano inseriti nel contesto urbano. 

Un altro elemento che li accomuna è l'essere una grande forza economica del tempo, insieme ai vescovati egualmente coinvolti nella economia monetaria del tempo. Possiedono oltre alle terre,grandi tesori accumulati nei secoli, come oggetto di culto, lingotti, pellicce, monete, spade, calici e turiboli. 

Perchè ci interessano i tesori? Perchè questi vengono messi in circolazione come moneta sostitutiva,cioè oggetto che,per la loro disponibilità immediata,sono quasi come la moneta. Si trovano infatti negli atti di compravendita citati con al fianco il corrispettivo in denaro,il che dimostra che sono strumenti di scambio,alla pari del denaro. Questi beni si trovano indicati anche negli atti privati tra i beni laici, anche di modeste condizioni. Come ci sono arrivati? Forse provengono dalla vendita di terre e canoniche, vescovi... 

Tutte queste situazioni sono studiate da Cinzio Violante in Monasteri e canoniche nello sviluppo dell'economia monetaria in Atti del convegno del 1977 pubblicati nel 1980. Egli sottolinea che la messa in circolazione di beni tesaurizzati fino ad allora dà origine e vigore alla circolazione di moneta liquida. Quali tesori vengono venduti? Dopo il mille le comunità ecclesiastiche riorganizzano il patrimonio terriero razionalmente, eliminando i possessi lontani, con il fine di controllarli meglio. Si redigono inventari razionali delle res sacrae. Questa politica di accorpamento determina attività di compravendita, in cui sono spesi i tesori, che vengono condannati dal pauperismo diffusosi a quel tempo. "E' meglio avere calici di legno e sacerdoti d'oro, che il contrario". Colpevolizzati da questo concetto i monaci vendono tesori,acquistano terre il che li fa sentire meno in colpa a dà loro la possibilità di aiutare altre persone. Il possesso di terre è comunitario non personale. Un motivo meno nobile per cui i monaci vendono i calici è la simonia: molti vendono i calici, codici e altri oggetti preziosi per acquistare una carica di abate da un vescovo. La vendita a questo punto è talmente diffusa che si cerca di regolarla. Attone di Vercelli ammonisce che la vendita sia finalizzata all'acquisto di terre e Fulberto di Shartr consiglia di vendere.. minora ecclesiae ministeria cioè candelabri e turibole non eccelentiora cioè croci e calici.Egli si raccomanda inoltre che lo scopo sia di soccorrere i poveri e redimersi.Il finanziamento della riforma della chiesa nella seconda metà dell'XI secolo serve perla lotta tra Arrigo VII e papa Gregorio VII. Infatti da un vescovo filo imperiale antigregoriano, Benzone d'Alba autore di un libello,il papa è accusato di nudare monasteria,cioè spogliarli dei beni per sovvenzionare la sua lotta anti-imperiale. 

Un altro motivo della circolazione dei beni tesaurizzati è la costruzione di chiese. Cinzio Violante in Le istituzioni ecclesiastiche nell'Italia centrale in Forma di potere e struttura sociale edito da Il Mulino nel 1977, dice che fino al secolo XI la chiesa matrice maggiore cattedrale era spesso collocata fuori dalle mura cittadine, circa ad un miglio di distanza, o nella periferia remota vicino le mura e i cimiteri. Tant'è che nel IX e X secolo tale collocazione fuori, che rende esposte ad attacchi, obbliga a fare l'incastellamento della chiesa, cioè a fortificarla per difenderla dagli Ungari e dai Saraceni. Il Violante inoltre osserva che lo spostamento della cattedrale all'interno della città non è determinato dall'insicurezza del territorio, perchè a questo si è rimediato incastellando le chiese; ma è determinato dal potere di attrazione della città medesima, che assume un nuovo ruolo propulsore. Inoltre c'è la volontà di avere contatto con i canonici e i cittadini. I luoghi della vecchia cattedrale suburbana sono ripopolati da una comunità monastica. Un altro impulso che spinge alla costruzione delle chiese è dato dal trionfo della Riforma Gregoriana, cioè dal trionfo sull'impero che viene festeggiato con nuovi edifici sacri. La causa si può anche ricercare in un terremoto che aveva distrutto molte costruzioni nel 1117.


(1) Beato (1040 circa - 1099) - Monaco di Cluny, cardinale di Ostia (1078), aveva avuto da Gregorio VII l'incarico di legato in Germania (1084-1085). Eletto nel 1088, in opposizione all'antipapa Clemente III, insediatosi a Roma, Urbano si trasferì a Melfi, tenendovi un concilio. Attuò una politica conciliante nei confronti degli avversari, al fine di conquistare alla sua causa l'episcopato e i principi regnanti, riuscendo nell'intento. Consolidata la propria posizione, Urbano si volse a contrastare la politica di Enrico IV, che si accingeva ad invadere la Toscana. Salvata la situazione dall'atteggiamento della contessa Matilde di Canossa, e finalmente insediatosi a Roma, potè agire risolutamente scomunicando Clemente III ed Enrico IV. Quindi bandì l'idea della Crociata, curando egli stesso l'organizzazione della spedizione e percorrendo Francia ed Italia per predicare e far predicare la "guerra santa". 

(2) (Gregorio Papareschi): papa dal 1130 al 1143. Contrastato dall'antipapa Anacleto II, nonostante l'appoggio dell'imperatore Lotario IV, fu costretto a rimanere quasi sempre fuori Roma e per un lungo periodo in Francia. Dopo un'aspra contesa riconobbe Ruggero II (1139), fatto re di Sicilia dall'antipapa nove anni prims. Nel 1143 i Romani gli si ribellarono, proclamando la sovranità del comune e la restaurazione del senato. Celebrò il secondo Concilio ecumenico Lateranense (1139). Suo consigliere fu S. Bernardo di Chiaravalle.


Theorèin - Marzo 2004