La storiografia marxista sostiene che la storiografia tradizionale borghese sbaglia a vedere nelle eresie un momento della storia religiosa. Le eresie rappresentano un momento della storia sociale e della Storia senza aggettivi; quindi vanno studiate come espressioni di un malcontento, di un bisogno sociale, o come dice il Verner, come "moti socio-religiosi". La contestazione religiosa dunque, dirigendosi verso i detentori del potere sia spirituale che politico, si carica di una componente sociale.
Per la maggior parte della storiografia la risposta è negativa. C'è invece chi assume una posizione sfumata, cioè esistono le componenti di polemica sociale che però sono le cause scatenanti della protesta religiosa. Per gli studiosi di formazione marxista, che in Italia si richiamano alla scuola cosiddetta economico-giuridica che si afferma tra l'Otto e il Novecento, la lotta di classe c'è sempre stata, e se manca nella documentazione è a causa della frammentarietà delle fonti, e dal fatto che le fonti stesse provengono dalla parte avversa e che quindi non rispecchiano le rivendicazioni degli eretici, ma ciò che faceva comodo ai ceti detentori del potere e della cultura.
Il Grundmann è il primo tra coloro che sostengono che la contestazione
religiosa non abbia avuto origine da una protesta contro i ricchi, i potenti, da
parte dei ceti più poveri ed emarginati. Il cosiddetto proletariato, che sarebbe
stato il portatore di queste esigenze religiose, economiche e sociali, è per il
Grundmann il ceto più ostile all'eresia. Dalle fonti, invece sappiamo, che
l'eresia trova maggior credito tra i ceti dirigenti e nobiliari. Abbiamo
numerose testimonianze di nobili che proteggono eretici durante le persecuzioni
e parteggiano per l'eresia, al contrario del popolino che è feroce contro gli
eretici. Una testimonianza indubitabile prova queste posizioni: Bernardo di
Chiaravalle nel 1145, si reca in Francia meridionale per predicare contro gli
eretici, i Catari, e trova che questi sono appoggiati dai nobili, mentre egli
trova sostegno proprio dal popolino. La fonte insinua che l'appoggio dei nobili
all'eresia, quindi alla contestazione contro la chiesa, abbia motivazioni non
tanto religiose quanto utilitaristiche, in quanto questi mirano ad impossessarsi
dei beni della chiesa stessa.
Altro elemento per il Grundmann è dato dal fatto che siano chiamati rustici,
da non ricondurre ad una presunta provenienza contadina, ma dal fatto che sono
indotti. Dice il Grundmann che il termine rusticus si oppone a
sapiens, dove il primo sta ad indicare idiota ossia illetteratus. Sono
termini negativi che sottolineano la mancanza di qualcosa; molte fonti insistono
su questa terminologia volendo sottolineare lo scandalo dovuto dal fatto che
degli ignoranti si permettono di immischiarsi in questioni di fede e di
sostituirsi al clero dotto, letterato, santo.
Altro termine con cui vengono definiti gli eretici è di tessitori (nelle
fonti texerantes); termine che sembrerebbe indicare la loro provenienza
sociale. Con tale appellativo sono particolarmente indicati i Catari ed in modo
particolare la categoria più elevata e cioè i perfecti catari. Altra
categoria era quella dei seguaces, per lo più definita come credentes
catari, a cui non si richiedeva una vita molto rigorosa. I perfecti
erano tenuti invece a diffondere la parola catara mediante la predicazione,
necessariamente itinerante, per sfuggire alle persecuzioni. Da varie
testimonianze sappiamo che questi predicatori appartenevano al ceto nobiliare o
all'alta borghesia o all'alto clero.
Gli eretici di livello più alto diventano tessitori per sostentarsi con un
lavoro manuale che possa consentire loro di sopravvivere e per mascherarsi in
una professione che obbligava a frequenti spostamenti.
Il Grundmann sostiene che non sono i tessitori a diventare eretici, ma sono
gli eretici a diventare tessitori, proprio al fine di mimetizzarsi in una
categoria sociale che aveva come caratteristica principale lo spostarsi di
continuo (tessitori, borsai, artigiani del cuoio...).
In conclusione possiamo affermare che nelle idee ereticali, esclusa la
provenienza da un ceto umile, che poteva giustificare la rivolta sociale, non
troviamo prese di posizioni che possano giustificare un atteggiamento volto alla
ribellione; mai difatti nel secolo XII riscontriamo tale posizione.
Theorèin - Maggio 2005