Il Morghen non si accontenta di dire che quello dei Càtari è un dualismo mitigato, perchè altrimenti non sarebbe un dualismo; insiste allora sulla sua tesi per cui queste posizioni dualistiche trovano il loro fondamento non da presunte derivazioni catare o manichee, ma nei testi neotestamentari, in cui appare veramente una sorta di dualismo tra Dio e
Mammona, tra il bene e il male, tra il mondo dello spirito e il mondo della carne.
Una lettura rigorosa e letterale dei testi del Nuovo Testamento,
evidenzia una sorta di dualismo che è una costante del mondo cristiano occidentale;
un valido esempio è rappresentato da san Agostino quando contrappone alla città del diavolo, la città di Dio.
La caratteristica che distingue, per il Grundmann, le eresie del XII secolo da quelle del secolo XI, è
rappresentato dal fatto che non sono più anonime; le nuove eresie hanno un capo, un leader, da cui traggono il nome (Arnaldisti da Arnaldo da Brescia, Valdesi da Valdo). Spesso il capo è stato un monaco o un chierico. Arnaldo da Brescia era un canonico regolare, anche se qualcuno sostiene che avesse preso solo gli ordini minori.
Siamo intorno alla metà del XII secolo; nasce la prima manifestazione di movimenti religiosi, che
diventa movimento ereticale non per propria volontà. Sono riprese le predicazioni patariniche dopo cent'anni; sono pubbliche, dirette
dai laici, che contestano il clero e la Chiesa, bollati come corrotti, perchè immischiati in affari mondani (prima per simonia e concubinato, ora per il potere).
Arnaldo predica a Brescia dove è canonico. E' il primo intellettuale
medievale totalmente anticonformista. Cacciato dall'Italia nel 1139 dal Sinodo del Laterano,
si reca in Francia (iter comune agli intellettuali di questo periodo che sentono il bisogno di andare a Parigi) dove incontra Abelardo e ne diventa allievo. Nel 1140 lo troviamo presente al Concilio
di Sens in cui con Abelardo viene dichiarato eretico.
Con il favore del cardinale Guido ottiene il perdono papale e si reca a Roma
dove frattanto si stava affermando il movimento autonomistico di lotta
antipapale. Arnaldo veniva accusato da Bernardo di Chiaravalle (che troviamo
sempre in posizione antitetica rispetto a questi movimenti di rinnovamento) di
essere un incosciente perchè analizza temerariamente i misteri della fede,
pretendendo di risolverli con la ragione (Altissimis rebus non è possibile indagare con la ragione, dice Bernardo).
A riguardo delle eresie, Abelardo sostiene che sono utili (oportet ereses esse), perchè servono da stimolo a ripensare le posizioni della Chiesa e a farne tesoro per purificarsi
e per approfondire la fede. Le eresie vanno combattute, ratione non potestate, ovvero con l'analisi razionale dei contenuti delle proposte ereticali, non con il potere.
I vescovi francesi rimproverano ad Abelardo, che a causa sua, ora si discute di cose riguardanti la religione dovunque, nelle scuole, nelle strade e da parte di chiunque, di giovani, indotti, maestri. Ciò faceva venir meno il monopolio ecclesiastico sui temi della fede.
Le posizioni di Abelardo influenzarono Arnaldo da Brescia; rimane però una sostanziale differenza tra loro. Arnaldo non è un teologo, un intellettuale: forse non ha scritto nulla, anche se a Parigi ha insegnato nella scuola cattedrale di St. Gemeriere.
Giovanni da Salisburgo dice che nel suo insegnamento attacca il clero mondano, insegnando cose che concordano con la legge dei Cristiani e discordano dalla loro unità. Il cronista autore della
Historia pontificalis che si trova nel Monumenta germanicae historiae serie scriptores, volume XX in sostanza dice che Arnaldo predica la coerenza alle leggi dei cristiani, che invece vengono disattese dalla vita politica; ciò farà cacciare Arnaldo da Parigi.
Theorèin - Settembre 2005