Gli Umiliati sono degli artigiani laici che conducono una vita comune nel lavoro
e nella preghiera.
Sono importanti perchè rappresentano il primo gruppo comunitario laico che
presentano questi due elementi, e resteranno un unicum anche
successivamente perchè la vita dei laici che hanno un lavoro, o in comunità, o
vivendo separatamente, rappresenta un'esperienza che non avrà più esempi
successivi.
Povertà, preghiera e lavoro
Il richiamo alla vita della Chiesa primitiva è sempre presente; infatti in una
fonte si legge: Ab formam primitivae ecclesiae e de proprio labore vivunt.
Gli Umiliati si diffondono in tutte le città della Lombardia e dell'Italia
settentrionale, in quelle città in cui si sta sviluppando il commercio e
l'artigianato, in cui l'economia ha visto un decollo sempre più netto.
Appartengono all'industria della lana e continuano ad esercitare la propria
attività (sono per lo più tessitori) anche vivendo nella loro casa e con la
propria famiglia. Questa è la connotazione di questo gruppo religioso, almeno
all'inizio, perchè in seguito le cose cambieranno.
La prima fase
Vivono nelle proprie case conducendo una vita austera (è il loro propositum
vitae). Dice una fonte della loro caratteristica: qui in domibus cum
familia sua degentes, vivono un certo modo di vita religiosa come scelta.
Altro dato caratterizzante: a mendaciis iuramentis et causis abstinentes,
ossia che questo loro proposito di vita religiosa si traduce nel rifiuto delle
menzogne e del giuramento.
Si rifiutano di prestare giuramento, caratteristica comune anche ai Catari e ad
alcuni Valdesi. Et causis, cioè rifiutano di intentare cause, processi
contro qualcuno, come cita la fonte Cronaca lionese anonima (MGH, SS,
26).
Papa Alessandro III
,
gli Umiliati sono condannati come eretici, nonchè scomunicati.
C'è una formula poco chiara in questa scomunica: umiliatos vel pauperes
de lugduno (gli umiliati e/o i poveri, cioè i Valdesi di Lione). Cosa
significa quel vel? E' disgiuntivo o no? Significa gli Umiliati e i
Valdesi, oppure gli Umiliati o Valdesi? Qualcuno, interpretando questa seconda
ipotesi, ha supposto che, all'epoca, fossero confluiti due gruppo in un unico
gruppo.
Grundmann non è d'accordo, anzi ritiene che i due termini non indichino la
stessa cosa. Tra l'altro ricorda giustamente che nel 1210 una fonte ci parla di
Umiliati e Valdesi come ancora separati. Lasciando in sospeso questo problema,
c'è da dire che probabilmente il vel si deve intendere come et
ossia gli Umiliati e i Valdesi.
Gli Umiliati vengono bollati come eretici, quando in realtà loro non lo erano
affatto; anzi, proponevano di combattere l'eresia con la predicazione che veniva
loro proibita.
Le caratteristiche puculiari del movimento sono:
- Il concetto di lavoro che realizza una sorta di etica cristiana del lavoro
(definizione del Manselli). Perchè etica del lavoro? Perchè il lavoro manuale
fatto da uomini, donne, chierici, laici, è visto non più come qualcosa che va
fatto per evitare l'ozio, come in genere nelle regole monastiche (per esempio
nei benedettini); il lavoro non ha più quella tradizionale concezione di
maledizione e punizione che è presente in tutto il Medioevo, oppure di vergogna;
anzi il lavoro è fonte di beatitudine beatus eris, dice un testo degli
Umiliati, se lavorerai, cioè il lavoro fatto con gioia è premessa di
beatitudine.
Il lavoro manuale, in cui ognuno lavora accanto all'altro, in pari
condizioni, senza manodopera servile, è un elemento unificante di stati di vita
diversi; è un elemento che supera tutte le difficoltà sociali, che accomuna un
pò tutti. Si supera la ripartizione sociale in laboratore, oratores e
bellatores.
Il lavoro è un concetto positivo, con una sua piena dignità. E' un lavoro che
non contrasta con l'ideale di povertà perchè non è fatto per accumulare denaro;
il superfluo è dato in elemosina. quindi abbiamo notizie della vivissima
attività caritativa degli Umiliati verso gli infirmorum, infantium, hospitum
ecc. Dice la loro regola: pauperum que cura gerunt - si prendono cura dei
poveri. Non è quindi una povertà assoluta, ma relativa. Non è la povertà totale
predicata da certi gruppi di Valdesi oltremontani, con il ricorso alla
mendicità.
- Il rifiuto della mendicità.
- L'accettazione della proprietà privata entro certi limiti; superati questi
si deve dare in elemosina.
(1)
Papa (Siena inizio sec. XII - Civita Castellana
1181): nome del canonista Rolando Bandinelli. Cardinale nel 1150, nominato
cancelliere della Chiesa nel 1153, fu il capo del partito contrario
all'imperatore; successe ad Adriano IV il 7 settembre 1159. Levatoglisi contro
l'antipapa Vittore IV, rispose al concilio di Pavia (11 febbraio 1160)
che, costretto dal cancelliere imperiale Rinaldo di Dassel, l'aveva dichiarato
illegittimo, scomunicando Vittore IV e il Barbarossa. Rifugiatosi in Francia,
lottò accanitamente: fu riconosciuto pontefice dai sovrani dell'Europa
occidentale, anche contro gli antipapi che succedettero a Vittore IV. A capo
della lega che unì contro il Barbarossa i comuni lombardi, il re di Sicilia e
l'imperatore bizantino, fu infine riconosciuto, nel 1177, dopo la vittoria di
Legnano, pontefice anche dall'Impero. Dette dignità regia al duca Alfonso di
Portogallo, che gli si riconobbe vassallo (1179). Condannò i Catari nel terzo
concilio del Laterano (1179).
(2)
Ubaldo Allucingoli (m. Verona 1185), vescovo di
Ostia e Velletri, nel 1181 successe ad Alessandro III, ma poco dopo per una
sommossa dovette rifugiarsi a Velletri. Quindi nel 1184 andò a Verona per
chiedere aiuto al Barbarossa. Nella stessa occasione i due redassero una
costituzione per combattere gli eretici.
Theorèin - Marzo 2006