I CATARI
L'ambiente sociale dei Catari
Non è testimoniata la diffusione nei ceti rurali, quindi tra i contadini, niente. Li troviamo tra i lavoratori urbani, il lavoro interessava sia i credenti che i perfetti. C. Le Goff non è d'accordo su questa posizione, e in tempo della chiesa, tempo del mercanti sostiene che il lavoro è proibito agli eletti eretici, ciò non risulta da nessuna parte, ma sono inseriti nell'ambito dei mestieri della città.
Sono di livello medio, in genere, artigiani con bottega. Non sono quegli operai di grado molto modesto, quelli salariati, che qualcuno anacronisticamente definisce proletari. Alcuni però provengono dalla borghesia cittadina e sono di un
certo livello: mercanti, banchieri, imprenditori, ma provengono anche dalla nobiltà feudale. Potremmo dire che il Catarismo è socialmente verticale, perchè si tratta di posizioni diverse, secondo la scala sociale.
I Catari sono inseriti a tutti i livello della scala sociale stessa, quindi sfuggono più degli altri, a qualunque tentativo di chi vuole agganciarli a rivendicazioni sociali o economiche. Non sono legati ad una classe, quindi una ipotetica istanza sociale o economica alla base della loro posizione, non è ipotizzabile. Non sono una vera classe, nel Medioevo non c'è coscienza di classe, possiamo solo dire che sono profondamente inseriti nel mondo del lavoro, ma li troviamo anche presso la classe nobile di origine feudale, magari feudatari inurbati che spesso troviamo in questo periodo nelle città.
Theorèin - Ottobre 2006