Mondialità non significa studiare tutto un poco o tanto di tutto, significa mettere in luce quali siano le categorie comuni allo sviluppo storico in tutte le epoche e sotto tutti i cieli. Individuare in sostanza delle categorie interpretative che ci consentano di comparare qualunque cultura, civiltà con le altre coeve o sincroniche. Vi sono diversi tipi di approccio, in generale possiamo riportare il tutto a due grandi categorie: una di tipo culturale e spiritualistico e una di tipo materialistico legato in parte al marxismo.
Tavola 1. La parte destra propone la divisione dell'ecumene, termine adottato da Toynbee, che sta a significare il mondo abitato dagli uomini. Qui si vuol mettere l'accento sul rapporto tra uomini ed ambiente. A sinistra lo schema propone la preistoria l'epoca dell'ominazione ossia del passaggio dall'homo herectus all'homo sapiens sapiens. Una della ipotesi più accreditata oggi è che ci sia stata una nascita dell'homo sapiens sapiens
in un unico luogo della terra la conca dell'Olurai che si trova in Africa nella zona che oggi sta fra Tanzania ed Etiopia. L'ipotesi e che vi fossero varie specie umane in vari posti della terra ma che l'homo sapiens sapiens sia nato solo in questa conca e che da lì abbia cominciato a diffondersi per tutto il globo, risalendo l'Africa, passando da un lato verso l'Europa e dall'altro verso l'Asia passando poi nelle Americhe attraverso lo stretto di Bering che a causa della glaciazione era all'asciutto e ne consentiva il passaggio a piedi. Solo alla fine della glaciazione l'America rimase isolata fino all'arrivo di Cristoforo Colombo. C'è un altra ipotesi ossia che il processo di ominazione sia avvenuto più o meno contemporaneamente in varie parti dell'Eurasia. Quale che sia le due ipotesi c'è stato certamente un grande processo di migrazioni le quali hanno portato il sapiens sapiens ad occupare una serie di nicchie ecologiche nel globo. Dopo questo processo iniziale di dissimilazione e isolamento della specie umana sia ha l'inizio di un processo di scambi che porteranno ad integrare sempre di più una serie di aree fino ad arrivare all'attuale situazione di comunicabilità nel mondo. Dopo le migrazioni abbiamo il primo modo di gestire le risorse del globo che è la caccia e la raccolta. Gli uomini in questa fase non producono il cibo ma se ne appropriano. Una serie di circostanze portano alla rivoluzione neolitica che rappresenta il primo grande salto dell'umanità. La rivoluzione neolitica e quella industriale sono i due elementi periodizzanti di tutta la storia dell'umanità perché rappresentano i due momenti che marcano un salto fondamentale nella capacità di produrre generi alimentari ed energia. Per i sedentari la fonte principale di calorie è la vegetazione sottoposta a controllo e a coltivazione mentre per nomadi la fonte principale di calorie sono gli animali. Questa differenziazione porta ad una serie di scambi fra nomadi e sedentari. I nomadi vengono spinti dai sedentari nei luoghi meno fertili dal punto di vista dell'agricoltura. L'Eurasia e l'Africa settentrionale sono investiti dagli stessi macro fenomeni. Abbiamo una concentrazione di sedentari soprattutto nelle zone dove è possibile l'agricoltura. Il Nilo, Mesopotamia, l'Indo e il fiume Giallo; lì nascono le prime quattro grandi civiltà urbane legate alle colture irrigue. I nomadi sono invece concentrati soprattutto nelle steppe asiatiche, nella penisola arabica. Per quanto riguarda l'Europa abbiamo un popolamento essenzialmente semi nomade con alcune forme di agricoltura e una diffusa forma di allevamento legata alla renna. I sedentari sviluppano un sistema di controllo sul territorio e sugli uomini che portano alla formazione di città-Stato e poi a stati sempre più grandi. Contemporaneamente i nomadi esercitano una pressione continua sui sedentari che culminerà nell'invasione dei Mongoli che rappresenta il momento più alto in cui i nomadi riescono a spingere la loro via nella rivoluzione neolitica ma che rappresenta anche la loro fine. Alla dimensione geopolitica rappresentata dal sorgere degli imperialismi si sovrappone una dimensione geo-economica ossia il formarsi delle economie-mondo. L'altro momento periodizzante la rivoluzione industriale porta a compimento quel processo di interconnessione delle nicchie ecologiche che è una delle chiavi di lettura della storia. Questa schematizzazione consente una lettura comparativa valida costantemente in qualunque momento e in qualunque spazio. Vediamo quali sono i parametri comparativi da tener presente.
Tavola 2. L'elemento centrale è il rapporto fra uomo ed ambiente. Possiamo vedere in qualsiasi momento i parametri relativi all'agricoltura, al tipo di allevamento, di produzione di energia, di tecnologia e di demografia.
Tavola 3. Noi possiamo leggere il rapporto fra le varie nicchie ecologiche studiando quali sono gli scambi.
Tavole 3-4. I primi due livelli rimangono in una dimensione ecologica-economica. Successivamente abbiamo una giunzione sociale ovverosia quali sono le strutture politiche e sociali. Sono divise essenzialmente in tre categorie ossia le forme del potere politico quindi il rapporto fra dominanti e dominati, la strutturazione delle classi sociali e la strutturazione dei rapporti familiari.
Tavola 5. Riguarda la cultura ovvero l'evoluzione dell'immaginario individuale e collettivo diviso in due grandi categorie; da un lato l'immaginario irreale e dall'altro un immaginario concreto.
Dopo il paleolitico, dopo le migrazioni che creano una serie di nicchie indipendenti sul mondo noi possiamo distinguere tre (o meglio quattro inserendo l'Oceania) grandi aree che hanno delle storie sostanzialmente separate. Eurasia e Africa settentrionale sono partecipi di uno stesso destino, mente l'Africa sub sahariana ha una storia diversa perché le comunicazioni non sono tali da coinvolgere questa parte di territorio nelle scene geo-politiche che coinvolgono l'Eurasia almeno fino al XVI secolo a la tempo stesso le vicende non influiscono nelle vicende dell'Eurasia con l'eccezione dell'Egitto e dell'Etiopia. L'America rimane completamente isolata fino al 1492. Per quanto riguarda l'Eurasia e l'Africa settentrionale la scansione è quello che va dalla rivoluzione neolitica all'età del ferro. Abbiamo la prima epoca degli imperi eurasiatici ovvero a partire grosso modo dal XIII, XII secolo a.C. fino al 300 d.C. dalle città-Stato si passa ai grandi imperi, quindi a una grande forma di controllo di uomini e del territorio. Partendo dal Mediterraneo abbiamo la Grecia, Cartagine, Roma poi i Babilonesi, gli Assiri, l'impero Persiano, l'impero di Alessandro Magno, l'India e poi la Cina nel 221 a.c. il primo grande momento di riunificazione dopo l'anarchia degli stati combattenti. Fra il III e V secolo c'è una crisi generale di tutti gli imperi eurasiatici dovuti da un invasione di nomadi dalle steppe centro asiatiche che misero in crisi tutte le realtà statuali. Contemporaneamente nelle Americhe abbiamo un passaggio dalle prime strutture tipo villaggio fino ai grandi stati, il grande impero dei Maya, l'invasione corteca. Lo schema di interpretazione della storia continuerà a restare tripartito fino 1500 quando inizia il processo di globalizzazione. La prima nicchia ecologica che verrà interconnessa al resto del globo sono le Americhe poi successivamente con le esplorazioni europee, l'Australia e il resto dell'Africa nera. E' corretto dunque trattare separatamente queste tre aree fino 1500 quando l'espansione europea in primo luogo si ha l'inizio di questa fase finale di interconnessione che portò alla globalizzazione. Questo tipo di scansione non tiene più conto della divisione classica di Storia antica, medievale, moderna, la scansione della storia eurasiatica è data da questi momenti in cui si formano prima le città-Stato, poi gli imperi, poi il crollo successivamente le ristrutturazioni di questi imperi, legati alla conquista dei Mongoli che alla fine del Trecento vengono scacciati dalla Cina e comincia progressivamente la loro ritirata soprattutto di tipo ecologico in quanto si sedentarizzano, e con la fine del Quattrocento i nomadi cessano di essere un problema per tutta l'Eurasia. Contemporaneamente l'Africa della parte settentrionale rimane coinvolta allo stesso processo eurasiatico. Un primo asse di controllo del territorio si forma con l'Egitto, la Nubia e l'Etiopia, quindi un asse che si muove essenzialmente lungo la valle del Nilo e dove si creano una serie di entità statuali le quali ebbero dei rapporti molto intensi fra di loro. Abbiamo un secondo asse che parte dal Senegal e che vede la creazione di una serie di stati. Vi sono poi altri due punti che sono il bacino del Congo e lo Zimbabwe. Lo schema prevede nella parte ottava l'età delle rivoluzioni fra il 1750 al 1900 quindi non c'è una scansione politica centrale e ciò vuole indicare che la centralità è di tipo economico-ecologico. Sono costituite da quattro rivoluzioni: quelle degli schiavi, quella agricola, quella demografica e quella politica. Il nono punto è intitolato il mondo unificato a seguito dell'imperialismo e dello sviluppo delle comunicazioni, periodo che arriva fino al 1945, poi il dopo '45 periodo dei due blocchi, e poi il periodo contemporaneo e il periodo futuro.
Theorèin - Febbraio 2007
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