I presupposti medievali
Cina ed Europa nel modello di Wallerstein rappresentano due opposti, perciò lo studio comparativo è molto utile per capire chi fosse l'Europa e perchè ha avuto un ruolo superiore alla Cina pur avendo delle condizioni di partenza nel XVI secolo un po' inferiori rispetto alla Cina stessa. E' utile fare un breve cenno alla storia della Cina. I Mongoli rappresentano l'ultimo grande impero nomade dell'Eurasia. I Mongoli conquistano la Cina e si rivolgono successivamente verso l'Indocina dove tra l'altro non hanno un grande successo a causa della presenza di foreste che non consentono l'uso della loro migliore arma vincente ossia gli arcieri a cavallo. Proveranno la conquista del Giappone senza esito. Manterranno il controllo nella parte continentale dell'estremo Oriente, fondano nel 1271 la dinastia dei Juan che durerà fino al 1368. Nel frattempo si spingono anche verso Occidente mettendo in seria crisi l'impero Persiano, distruggono Baghdad e si affacciano alla frontiere orientali dell'Europa dopo aver sottomesso tutta la Russia. Si affacciano sulle pianure ungheresi e su quelle polacche. In Europa c'è grande allarme, Federico II di Svevia pensa ad organizzare gli stati europei contro i Mongoli che non vengono battuti sul campo ma nel 1242 si ritirano. Il ritiro era dovuto alla morte di Ogodai il Gran Can, con la conseguenza di riunirsi e trovare il successore. Mentre la Cina rimane sotto i Mongoli per quasi un secolo, l'Europa scampa questo pericolo. I Mongoli non si integrano con la popolazione cinese, si mantengono come un'èlite guerriera in una maniera molto pensante da generare una serie di rivolte e che portano nel 1368 alla fine della dominazione mongoli che vengono scacciati al di la della grande muraglia costruita nei secoli precedenti. Nel 1368 viene instaurata la dinastia dei Ming che durerà fino al 1644 quando una serie di grosse crisi interne porterà di nuovo a una guerra civile. Uno dei protagonisti di queste guerre chiamerà una popolazione che derivava dai nomadi e che si trovava al di la della grande muraglia, l'attuale Manciuria. Questo consentirà ai Manchu di instaurarsi in Cina e praticamente dominarla fino al 1911. La Cina si costituisce come un impero fortemente centralizzato e controllato sia sul piano economico che politico. Wallerstein contrappone l'economia-mondo con l'impero-mondo. Nello stesso periodo che vediamo la differenziazione fra Europa e Cina c'è un'altro impero-mondo costituito dall'impero turco che raccoglie l'eredità degli Arabi musulmani e che conquista quasi tutta la zona che prima apparteneva al califfato (l'attuale Marocco). Cosa significa essere un impero? Significa che c'è una burocrazia centralizzata dipendente dal sovrano, una centralizzazione delle decisioni e anche una necessità di tener presente dal centro qual è la situazione di tutte le parti dell'impero. I Cinesi nel 1368 si liberano dai Mongoli ma non per questo sono certi di altri eventuali invasori, pertanto una delle principali preoccupazioni è quella di prevenire queste invasioni. La Cina era ricca e sviluppata soprattutto nella parte meridionale e la sua capitale fondamentale era Manchino che è essenzialmente un porto. Ma il pericolo veniva dal nord, sostanzialmente sottosviluppato e poco popolato, per cui la prima cosa che fanno i cinesi, è creare una barriera a nord, trasferendo buona parte delle eccedenze di popolazione dal sud e spostando la capitale a Pechino. Si sposta così il baricentro dell'impero e dell'unità di controllo del territorio verso nord. Nasce un problema agronomico della differenza fra il riso e il grano. Il riso ha una tecnica di lavorazione completamente diversa dal grano che lo rende al tempo stesso molto produttivo e bisognoso di una tecnologia molto forte. Alla tecnologia della irrigazione si trova anche un altro vantaggio per la Cina ovverosia il fatto che l'eccedenza di manodopera viene assorbito da un agricoltura che ha molto bisogno di manodopera. Anche per ragioni strategiche la Cina a differenza dell'Europa opera una massiccia colonizzazione interna. A questa colonizzazione interna si aggiunge anche un altra rivoluzione agronomica. Dopo aver scacciato i Mongoli i cinesi si spingono verso l'Indocina e lì selezionano una nuova specie di riso che consente loro di raddoppiare i raccolti. Tutto questo mentre l'agricoltura europea ristagna. In Cina quindi non c'è una vera e propria crisi di sussistenza che invece si verifica in Europa. Altro elemento fondamentale è la struttura politica sociale della Cina. L'Europa era un area feudale che significava un certo tipo di rapporto fra sovrano e poteri a lui subordinati. Il possesso feudale è inalienabile, quindi il feudatario non può vendere le terre che ha ricevuto, ma al tempo stesso ha una serie di garanzie in quanto queste terre sono giuridicamente protette. L'Europa feudale è parcellizzata non solo a livello di stati territoriali ma è anche parcellizzata all'interno di queste strutture territoriali. Ben diversa è la situazione della Cina. Essa non è uno stato feudale ma uno stato burocratico che dipende dal sovrano. Questa burocrazia non ha garanzie giuridiche come lo avevano i feudatari. Mentre in Europa si parla di feudo, in Cina si parla di tremenda. Vengono affidati una serie di terre a funzionari imperiali. Il sistema tremendario è molto più efficiente per quanto riguarda le necessità dello Stato, molto più elastico per quanto riguarda evitare la cristallizzazione delle classi sociali che in Europa è molto forte e che si romperà nella seconda metà del Cinquecento quando accanto al sistema della nobiltà di sangue comincia a svilupparsi una nobiltà di toga, la quale acquista le cariche, e attraverso di esse comincia a conquistare un titolo nobiliare. Il miglior funzionamento dell'apparato cinese rende meno necessaria la ricerca di profitti al di fuori del proprio territorio. Accanto a questi caratteri strutturali ci sono altri elementi. Alcuni studiosi attribuiscono alla cultura confuciana l'atteggiamento opposto. Si parla di arroganza confuciana che avrebbe portato ad un forte disinteresse dei cinesi nei confronti dell'espansione. Questa argomentazione di carattere culturale sembra a Wallerstein un po' debole. Tornando all'argomentazione politico-economico, bisogna sottolineare che in Cina vi sono due tipi di burocrazia: quella mandarina e quella formata dagli eunuchi. Cheng Ho che era un eunuco, fa un tipo di politica strettamente legata agli interessi del sovrano. Egli viene contrastato dalla burocrazia mandarina la quale invece è interessata al consolidamento interno della Cina al punto che quando Cheng Ho muore la burocrazia mandarina prende il sopravvento e distrugge tutte le relazioni dei viaggi che Cheng Ho aveva fatto. Quando alcuni anni dopo, nel 1479 un'altro eunuco Wang Chin, penserà a una spedizione militare al di fuori della Cina, non troverà le carte che l'avrebbero potuto informare di come muoversi al di la dei confini. Per quale ragione ci sono spagnoli e portoghesi che si combattono nel mar Cinese e non ci sono indiani e cinesi che si combattono nel Mediterraneo? Per quale ragione sono gli europei a cercare di aprire questi mercati e non invece cinesi e indiani? In primo luogo né indiani né cinesi sono interessati al commercio. Prima dei portoghesi il commercio delle spese era gestito dagli egiziani. L'unica cosa che interessa ad indiani e cinesi è l'argento perchè rappresenta la monetizzazione di un surplus che poi consente l'espansione di questo stesso surplus in forma di tributi, in forma di moneta. Fino agli inizi dell'Ottocento assistiamo all'acquisto costante di metalli preziosi, argento in particolare ma anche oro, dall'Occidente verso l'Oriente. Importante la questione dello spazio. Wallerstein cita Chaunu:
"Gli europei sciupano spazio. Anche nella depressione demografica dell'inizio del quindicesimo secolo, l'Europa mancava di spazio ... Ma se l'Europa mancava di spazio, la Cina mancava di uomini ... Ad ogni modo, il fallimento cinese del XV secolo deriva più da una scarsità di motivazioni che di mezzi"
Scrive Wallerstein dopo aver citato Levenson:
"Qui troviamo un argomento che incontreremo di frequente: la ricettività iniziale di un sistema verso nuove forme non conduce a un cambiamento graduale e continuo, ma piuttosto lo soffoca, mentre un'iniziale resistenza porta spesso più tardi ad una penetrazione".
Ancora Wallerstein:
"Non si può immaginare un impero come un imprenditore mentre può esserlo uno Stato in un'economia-mondo".
C'è la posizione interpretativa di Wallerstein contro quelli che mettono al primo posto eventi di tipo culturale:
"Gli assertori della supremazia dei valori, nell'ansia di rifiutare le spiegazioni materialistiche, finiscono per sostenere una corrispondenza meccanica (pur invertendone l'ordine causale) tra ideologia e strutture sociali più di quanto abbia mai fatto il marxismo classico".
Theorèin - Giugno 2007