I presupposti medievali
Un primo problema fondamentale nell'impero cinese era il rapporto fra eunuchi e mandarini all'interno dello stato dei Ming, che dura dalla cacciata dei Mongoli fino al 1644 quando in una dura guerra verranno sostituiti dai Manchu. Gli eunuchi formano il gruppo di burocrati direttamente legati al sovrano. Contrariamente alla Turchia, in Cina il loro ruolo è particolare, in quanto rappresentano i fedeli del sovrano rispetto ad una burocrazia che va al potere attraverso il sistema degli esami e che invece è più legata al territorio. Uno dei motivi fondamentali del conflitto tra burocrazia dei eunuchi e burocrazia mandarina è questo diverso modello di stato e di interessi. Gli eunuchi sono coloro che sostengono il centralismo, l'assolutismo dell'imperatore invece la burocrazia mandarina più legata al territorio sostiene prevalentemente gli interessi locali. Verso la metà della dinastia Ming gli eunuchi sono circa cinquecentomila, quindi un numero considerevole, perchè le loro funzioni sono molteplici. In primo luogo rappresentano il gruppo dei fedelissimi del sovrano. C'è una corte interna fatta dagli eunuchi e una corte esterna fatta dai burocrati. Gli eunuchi controllano tutti i rami del potere legati al sovrano; quindi esercito, finanze e la polizia segreta. Un altro elemento importante è la loro estrazione sociale. La Cina va considerata divisa in due parti; una parte meridionale che è la culla della civiltà cinese, più aperta ai commerci d'oltremare, più popolata, e una parte settentrionale. Gli eunuchi provengono da questa parte oppure vengono reclutati tra non cinesi e in generale appartengono a classi sociali più basse rispetto a quelle dove provengono la burocrazia mandarina. La burocrazia mandarina si forma attraverso il sistema degli esami che venivano banditi ogni tre anni, e avevano tra gradi. La preparazione avveniva o privatamente oppure attraverso le scuole confuciane pagate dallo stato. Questa preparazione sostanzialmente si basava su uno studio di tipo mnemonico. Matteo Ricci riscosse un buon successo di Cina introducendo delle tecniche mnemoniche che erano state sviluppate in Europa. Il sistema degli esami garantiva tutto sommato un certo ricambio sociale. Il sistema militare dei Ming prende molto dal sistema dei Mongoli. L'esercito è essenzialmente ereditario fino agli inizi del '600. In cambio di questa funzione si riceveva delle terre che consentivano ai militanti di sostentarsi. Poi vi erano delle corporazioni alcune più legate al sovrano, in particolare i salinatori (produttori di sale). All'interno di queste strutture corporative rigide, perchè ereditarie, per un certo periodo vigeva il sistema della corvè, ovvero lo stato richiedeva una serie di prestazioni gratuite, ma con il passare del tempo, intorno alla metà del '500, questa sistema rigido, sotto la spinta dell'espansione economica, viene abbandonato e viene totalmente sostituito da un sistema di tributi in moneta. Questo sistema tributario non si trova soltanto all'interno della Cina ma regola in buona parte anche i rapporti esterni. Questo ci porta al problema dello sviluppo dei mercati. Bisogna distinguere essenzialmente tre livelli di mercato: un mercato interno che ha un forte sviluppo. Questo mercato interregionale è scarsamente controllato dallo stato, è invece controllato da grandi mercanti che realizzano forti profitti. C'è poi un mercato internazionale che si muove per vie terrestri e uno per vie marittime. Questi due ultimi, sono strettamente controllati dal sovrano. Il mercato terrestre è indirizzato prevalentemente verso gli antichi nemici mongoli che acquistano soprattutto tè e seta e in cambio vendono cavalli. Questo commercio terrestre è soprattutto sotto il controllo degli eunuchi e sotto il controllo dei grandi mercanti. Il commercio internazionale per via di mare, anch'esso sotto il controllo dello stato, viene molto limitato per ragioni di sicurezza. Su questo scenario si inserisce l'arrivo degli europei, che spinge ancor di più i cinesi a limitare il commercio marittimo. Vale la pena soffermarsi su di un dibattito molto forte sulla storiografia cinese dopo la conquista di Mao. La questione riguardava se questa parte della storia cinese caratterizzata da un forte sviluppo del commercio, possa essere considerata il germoglio del capitalismo. Questa questione è importante sia come parametro storiografico ma anche dal punto di vista politico. In un periodo in cui dominava e domina ancora oggi un certo tipo di ortodossia marxista-lenninista anche applicata alla storia, si cercava di inquadrare la storia cinese di quel periodo, in uno schema classico, molto rigido, del materialismo storico, secondo il quale prima c'è una società schiavistica, poi una società feudale, poi una società capitalistica-borghese e infine una società socialista. Questi passaggi secondo questo modello sono necessari. Questa interpretazione così rigida ha anche un altro tipo di valenza, ovverosia capire per quale motivo, ad un certo punto, si sia bloccato lo sviluppo economico cinese. Secondo l'interpretazione di Mao, la Cina, in quel periodo, stava per sviluppare un sistema capitalistico, e questo sviluppo sarebbe stato bloccato dall'aggressione degli europei. La Cina subisce una lunga crisi, ed è quella della dinastia Ming. Una crisi che vede ancora una volta diviso il nord dal sud, perchè il nord accetta immediatamente la penetrazione del Manchu, mentre il sud resiste molto a lungo, anche grazie all'aiuto degli europei. Il 1644 è considerata la fine della dinastia Ming con la caduta di Pechino, in realtà questa resiste per circa quarant'anni. In questo lungo periodo di crisi prima si inseriscono i portoghesi poi gl'Inglesi. I portoghesi che erano basati a Macao vengono chiamati dall'imperatore a formare un piccolo corpo di spedizione di circa 400 uomini al comando di Tegea perchè con la loro artiglieria combatta contro i Manchu. Le autorità di Canton preoccupate di questa alleanza tra un imperatore e i portoghesi corrompono quanti più funzionari imperiali possono in modo da far fallire, da bloccare l'arrivo di questo contingente portoghese a Pechino. Dopo il fallimento di questa piccola impresa portoghese si inseriscono gli inglesi i quali finanziano e appoggiano militarmente un certo Cozzinga il quale aveva scacciato pochi anni prima gli olandesi da Taiwan. Con il loro aiuto Cozzinga riesce a conquistare buona parte della Cina meridionale poi il suo successore non avrà le capacità militari del padre e quindi questi tentativi di resistenza del sud falliranno. La nuova dinastia Manchu è ancora più ostile di quella Ming agli europei. Con la storia dei Manchu inizia un periodo di crisi politico-istituzionale della Cina. Per prima cosa non essendo i Manchu cinesi hanno il problema di controllare il paese. Loro rappresenteranno la classe dirigente, ma non avendo già numericamente la forza per controllare tutto il territorio riservano a se stessi metà dei posti ai quali si accedono attraverso gli esami, l'altra metà ai cinesi. Dividendo però metà ai cinesi del nord e metà ai cinesi del sud, dato che quelli del sud erano molto più numerosi questi sono fortemente svantaggiati. C'è una decadenza per questa modifica del reclutamento della classe dirigente, dovute a ragioni di tipo politico. Questa decadenza genera tensioni che porteranno alla rivolta dei Tai Ping a metà Ottocento ma che avrà una serie di prodromi come la serie di rivolte del loto bianco che iniziano verso la fine del Settecento e alla creazione di una serie di società segrete cinesi che rappresentano dei tentativi di resistenza contro questa nuova dinastia. Questa dinastia proprio durante la rivolta dei Tai Ping stava per essere spazzata via, quando intervennero gli europei che li salvarono. I Tai Ping possono essere definiti una setta protestante. Il loro fondatore che era del sud, nel corso di una malattia, assimila buona parte della teologia protestante, pertanto l'ideologia cristiana nella sua versione protestante diventa l'ideologia di tutto un gruppo di scontenti che si diffonde rapidissimamente in tutta la Cina meridionale, ed arriva a costituire quasi un vero e proprio stato, fatto di soli cinesi, più efficiente e meno oppressivo sul piano fiscale di quello Manchu che resiste per parecchi anni. I Manchu non riescono a sconfiggerli e saranno invece gli europei insieme ad alcuni grossi proprietari del sud ad organizzare la sconfitta militare dei Tai Ping. Perchè gli europei appoggiano i Manchu invece dei Tai Ping che tra l'altro erano cristianizzati e quindi più vicini al loro pensiero? Gli europei avevano stretto un accordo commerciale con i Manchu e quindi non avevano nessun interesse ad appoggiare l'insurrezione nazionalistica dei Tai Ping.
Theorèin - Luglio 2007
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