L'economia-mondo europea: la periferia rispetto all'arena esterna.
E' relativamente facile tracciare i confini di un'entità definita in termini politici. Ma cosa dire riguardo ai confini di un sistema sociale non definito politicamente, di un economia-mondo? Su che base determiniamo tali distinzioni? Indicheremo tale distinzione come la distinzione tra la periferia di un'economia-mondo e l'area esterna. La periferia di un'economia-mondo è il settore geografico la cui produzione riguarda essenzialmente beni di scarso valore, ma che è parte integrante del sistema globale di divisione del lavoro, poiché le merci sono indispensabili nell'uso quotidiano. L'area esterna dell'economia-mondo è composta da quegli altri sistemi mondiali che entrano in rapporti commerciali con una data economia-mondo, rapporti basati sullo scambio di oggetti preziosi. La periferia comprende verso l'est europeo la Polonia, una piccola parte di Ungheria passata agli Asburgo; rimangono fuori l'impero Ottomano, l'India, la Cina, l'Africa (che soltanto con il traffico degli schiavi comincia ad essere inserita nel sistema-mondo) le Americhe. La Russia si trova al di là di questi confini. Per quale motivo? Questo è' importante, perchè dopo non molto tempo con Pietro il Grande entrerà nell'economia-mondo europea. La formazione dello Stato è uno degli elementi fondamentali per capire come si organizza questa economia-mondo. Se confrontiamo Russia e Polonia nella seconda metà del Cinquecento vediamo che in Polonia il potere del sovrano perde progressivamente di peso fino ad arrivare, caso unico in Europa, al punto che la monarchia, estinta la dinastia dei Jagelloni, diventa elettiva e non più ereditaria. La debolezza delle città è l'unico elemento che la Polonia ha in comune con la Russia. Sotto gli altri punti di vista i due Stati sono profondamente differenti. La Russia ha subito il peso della dominazione mongola e buona parte del territorio della Moscovia è sotto la dominazione delle varie orge. A metà Cinquecento il trend si inverte. Nel 1552 viene conquistata Kazan e nel 1556 Astrakhan. Questo processo di lotta contro i mongoli caratterizza la storia della Russia in questo periodo, e in un certo modo, sottolinea Wallerstein la rende simile alla Castiglia. Questa riconquista russa continua in maniera ininterrotta fino a fine del Settecento. Riconquista che significa anche un rafforzamento del sovrano. Ivan IV il Terribile (1574-1584) comincia a combattere frontalmente quello che era il potere dei boiari ossia della grande nobiltà, lotta che verrà continuata e conclusa circa centocinquanta anni più tardi da Pietro il Grande. Mentre quindi in Polonia assistiamo ad un indebolimento del sovrano, in Russia vediamo sorgere un assolutismo sovrano sempre più forte, e con una espansione militare che è un elemento caratterizzante della formazione russa. C'è un momento in cui la Russia cerca, nella seconda metà del Cinquecento, di trasformarsi in una potenza che si affaccia sul Baltico. C'è una guerra che viene persa, e per un centinaio d'anni, quando l'impresa riuscirà a Pietro il Grande con la fondazione di S. Pietroburgo, la Russia resterà fuori dal Baltico ed anche per questo fuori dall'economia-mondo europea. L'espansione verso Oriente sposta il baricentro economico della Russia. Questa espansione si accompagna con la creazione di un forte mercato interno. La combinazione di questi due fattori fa sì che da un lato la Russia rimanga all'esterno dell'economia-mondo europea e dall'altro diventi essa stessa un economia-mondo autosufficiente nella quale i rapporti economici, commerciali col proprio Oriente, ma anche con altri Stati vicini, sia più importante del rapporto economico commerciale con l'Occidente. Passiamo ad esaminare il fenomeno dell'espansione della produzione di cereali, avvenuta sia in Polonia sia in Russia nel XV e XVI secolo. La nascita di un'economia polacca basata sull'esportazione di cereali provocò la nascita di vasti possedimenti a lavoro coatto a fini di commercializzazione dei prodotti. Essa accrebbe inoltre la forza politica della nobiltà. Scrive Boris Porchnev:
"Gli studiosi non si devono occupare tanto della quantità di merci esportata (effettivamente non grandissima), ma piuttosto della quota di profitto che veniva diviso tra i mercati intermediari e i proprietari fondiari che sfruttavano il lavoro dei servi".
Anche la Russia esportava materie prime necessarie per le costruzioni navali, ma sostiene Wallerstein:
"Non sembra in alcun modo che tale commercio fosse fondamentale"
Mentre la Polonia fa parte di una nuova divisione internazionale del lavoro, la Russia no. Mentre il commercio è fondamentale per la Polonia è marginale per la Russia. Mentre la Russia produce per un mercato interno in progressiva espansione militare, i polacchi producono essenzialmente per un mercato estero. Inoltre nel sedicesimo secolo in Russia, "era necessario un permesso speciale dello zar per spedire [grano] fuori dal paese". Se fosse avvenuto un blocco come quello della Vistola attuato da Gustavo Adolfo nel 1626, l'impatto sull'economia interna della Russia sarebbe stato minore di quello in Polonia. Mentre nel sedicesimo secolo l'Europa occidentale vide un rafforzamento del potere statale, quella orientale vide invece un suo declino. La base fiscale dello Stato polacco di dissolse. A partire da questo momento la disintegrazione dell'apparato statale procedette celermente. Janusz Tazbir descrive la successione dei diversi momenti:
"Dal 1613 le decisioni sulla tassazione furono trasferite di norma alle diete locali. (...) Tutto ciò diede come risultato un declino delle entrate del tesoro, e dunque diventò impossibile effettuare i pagamenti all'esercito".
Nell'Europa occidentale le prosperità regie crebbero a spese di quelle ecclesiastiche, persino nella Spagna cattolica, ma non in Polonia. Il sistema proprietario basato sulle piccole proprietà e sulle corvée, sviluppatosi in quel periodo nella regione ad est dell'Elba e chiamato Gutsherrschaft (Gut = proprietà fondiaria + economia + errschaft = signoria, potere sulla terra), che sostituiva il più antico sistema feudale chiamato Gutswirtschaft. La posizione della Svezia merita un po' d'attenzione, poiché l'evoluzione dell'apparato statale svedese si avvicina a quello dell'Europa occidentale più che a quello della periferia. Come mai uno Stato sostanzialmente debole (l'unica ricchezza sono le miniere di ferro) ha un ruolo importante in questo periodo? In primo luogo la Svezia ha una posizione geografica che determina un'agricoltura poco produttiva, ma grazie a questa scarsa produttività i contadini hanno un potere maggiore che in altre parti dell'Europa. Gli aristocratici in Svezia trovano dei contadini che non possono essere sfruttati facilmente come nel resto d'Europa, quindi questa impossibilità porta automaticamente questa classe a legarsi al sovrano in una politica di conquista. E' una situazione che ricorda molto quella del Portogallo. La Svezia si organizza come uno Stato moderno con un forte controllo sociale e proprio le conquiste le consentono di alimentare la macchina statale. Però come il Portogallo e l'Olanda la debolezza demografica della Svezia farà si che non sia in grado di espandere e neppure di mantenere questo impero e quindi l'inevitabile crollo agli inizi del Settecento di fronte alla controffensiva russa. Nell'arena politica intrinsecamente instabile dell'epoca, la mancata continuità dei successi di uno Stato nell'area internazionale portava ad uno scontro interno di interessi che comportava sempre il rischio della disintegrazione dello Stato. Per neutralizzare questa agitazione interna, in Russia, Ivan IV ricorse a misure di polizia - la nota Oprichnina; per questo motivo egli si guadagnò il soprannome di "il Terribile". L'esistenza di una polizia segreta significa potere in mano al sovrano e quindi posizione di forza rispetto agli avversari. In Russia l'arma principale dello zar per accrescere il potere statale fu la creazione di un apparato statale patrimoniale (come nell'Europa occidentale ) legato, nel caso della Russia ancor più che in Francia ed Inghilterra, alla redistribuzione dei diritti fondiari.
Theorèin - Giugno 2008
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