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Nella cultura cristiana, un posto privilegiato spetta al ruolo e alle prerogative della Madonna. Nonostante il poco spazio riservatole nel Nuovo Testamento, la ricchezza dei dati su di lei desumibili dalle fonti della Tradizione, la profondità della devozione popolare nutrita nei suoi confronti e la complessità della riflessione teologica che la riguardò hanno causato uno straordinario successo della sua figura. Maria è divenuta un elemento fondamentale della religione cristiana, e attraverso essa delle culture che si sono intrise di questa religione, in primis quella medievale. Constatare la persistenza e lo sviluppo dell'idea mariana nel Medioevo è, in conseguenza di ciò, una spia indicativa di svariati fenomeni storico-culturali, e merita perciò un'attenzione particolare. In effetti, uno studio del genere permette di seguire attentamente lo sviluppo storico della teologia, della devozione, del culto liturgico, e di ciò che vi è connesso, come l'arte e la letteratura sacre, rendendo alla storia religiosa un servizio non comune. Ma tale studio ci restituisce, almeno parzialmente, la fisionomia delle società che custodirono e svilupparono l'idea mariana nel Medioevo. Ciò avviene a livelli sempre più profondi, da quello sociologico a quello psicologico collettivo o all'antropologico. E questo perché la Madonna è una figura simbolica, profondamente radicata nelle dinamiche più intime del vivere umano, come del resto tutte le figure religiose che incarnano il divino in chiave femminile. Si consideri per esempio l'importanza sociologica della Madonna, sia come elemento che influenza lo sviluppo religioso, sia come realtà a sua volta condizionata, da come nelle varie epoche è stata concepita. Per esempio, all'epoca delle Crociate baltiche, in seguito alla consacrazione alla Vergine dei paesi dell'area, la loro conquista divenne un atto di devozione a lei, che nella letteratura religiosa, nella devozione, nel magistero ecclesiastico e nella pietà privata assunse i caratteri di una "divinità" guerriera assai esigente. Oppure, nel momento della fioritura della Scolastica, fu l'accento teoretico posto sul concetto di persona ad acuire il ruolo mediativo della Vergine nell'economia salvifica. D'altra parte, nessuno ignora gli influssi sociali del culto mariano, che si manifestano in fondazioni socio-caritative, culturali, religiose , per cui appare superfluo insistere sulla rilevanza sociologica della figura di Maria. Analogamente, si riscontra uno sviluppo storico della psicologia collettiva proprio in chiave mariana. Infatti, la nozione della Madonna nella mente dei più influenza la percezione che essi hanno dei valori, degli affetti, della vita e della morte, della religione. Questo avviene senz'altro per l'alto contenuto etico-esistenziale della figura di Maria, ma, andando in maggiore profondità, anche perché essa, come fatto psichico, può essere assimilata all'idea di anima del pantheon archetipico junghiano. In tal senso, la storia della considerazione che si è avuta della Madonna in un dato periodo investe gli stessi aspetti antropologici della civiltà di allora, in quanto ci mostra che considerazione essa ha dell' homo, e che funzione ha il femminile in relazione ad esso. Infatti, se la Madonna è stata considerata sempre dai cristiani l'essere umano più nobile, questo ha influito sulla considerazione di tutti gli altri esseri umani; ma è anche vero il contrario: la maggiore o minore misoginia dei tempi ha più o meno isolato la Madonna dal resto dell'umanità. Alla luce di ciò, l'idea della Vergine nella storia ha un valore simbolico, nel senso etimologico, rispetto all'idea che ogni società e cultura ha di sé, e di come essa si mostra nel quotidiano e nello straordinario. E allora quale fu l'idea mariana nel corso del Medioevo? Sapendo che la cultura medievale si fonda sulla tradizione patristica, partiremo da questa per inquadrare lo sviluppo mariologico, inteso sia come fatto di alta cultura (la teologia) che come devozione vissuta. Theorèin - Giugno 2003 |