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RAUL DI CAEN
Con i Gesta Tancredi in expeditione hierosolimitana di Raul di Caen, il meraviglioso cortese si salda con quello religioso: la narrazione epica delle imprese di guerra entra a pieno titolo, con tanto di versi e con tutto l'apparato retorico e topico che si porta dietro, nella storia della crociata. (1) Gettando un ponte tra la storiografia e la poesia epica, Raul descrive sistematicamente in esametri di gusto virgiliano le grandi battaglie della crociata, sviluppando esplicitamente parallelismi con la poesia classica e tracciando vivaci ritratti dei vari guerrieri,(2) usando così una tecnica ben diversa da quella dell'inserzione di brevi componimenti poetici qua e là, adottata dai suoi colleghi storici. Solo all'arrivo dei crociati presso Sion Raul inserisce un inno di ventotto decasillabi piani. (3) In questo modo l'autore si riallacciava, almeno in parte, all'uso allora comune di narrare in modo epico lotte contro i nemici della Fede: abbiamo più volte ricordato il Carmen de victoria Pisanorum, ma - sempre nel filone antisaraceno - potremmo citare il Liber Maiorichinus di Enrico di Calci, (4) o potremmo allargare lo sguardo su tutte le lotte politico - religiose dell'epoca, e citare così il Carmen de Bello Saxonico (5) o la Vita Mathildis di Donizone. (6) Altri autori, dopo Raul, avrebbero scritto sulle crociate solo in versi, ma spetta di sicuro al nostro il merito di aver per primo avviato l'epicizzazione di questi racconti, o almeno di averlo fatto con un'alta consapevolezza letteraria. Tra l'altro, oltre a coniugare racconto storico e poesia (intenzione condivisa da tutti gli autori di epica storica del periodo), questa nuova epica della crociata continuava, in modo inedito, il filone fantastico di certa epopea feudale. Se questa, infatti, con opere come il Waltharius (7) o l'Ecbasis captivi (8) o il Within piscator, (9) aveva rinnovato la tematica tradizionale, il nuovo epos crociato, apparentemente discostandosi di meno dai contenuti tipici, in realtà li rinnovava in modo ancor più duraturo ed efficace, descrivendo un ciclo bellico che, lontanissimo sia da quelli greco - romani che germanici, era peraltro considerato superiore a tutti quelli contemporanei, e che appariva a posteriori come irripetibile. Inoltre ai prodigi pagani, considerati falsi dai cristiani, e al fiabesco che spesso li aveva rimpiazzati, l'epica crociata sostituiva i miracoli e tutto il meraviglioso che l'avevano accompagnata, ossia un repertorio nuovo e fermamente ritenuto autentico, collocato non più nelle vite dei Santi (da sempre alimento della poesia epica), ma in quelle dei nuovi milites Christi. (10) (1) Raul di Caen è uno dei testimoni oculari della crociata, e scrive tra il 1112 e il 1118; tuttavia si differenzia dagli altri autori più antichi per aver incentrato il racconto su di un eroe, Tancredi di Lecce (1070-1112). Raul stesso ci fornisce informazioni sulla sua vita nel corso della sua opera: nato a Caen in Normandia intorno al 1080, fu allievo di Ernolfo, cappellano di Roberto di Normandia, succeduto ad Ademaro di Le Puy nella carica di legato pontificio e dopo divenuto patriarca di Gerusalemme. Militò giovanissimo tra i crociati, e partecipò alle imprese di Boemondo di Taranto e di Tancredi, fino alla guerra di Edessa del 1108. Morì nel 1150. Raul, che dedicò la sua opera ad Arnolfo, scrisse in modo vivace ma troppo elaborato, e mostrò di essere più letterato che storico, cadendo spesso nell'apologia del suo eroe, attorno al quale costruì un ciclo narrativo che alimentò anche la Gerusalemme liberata. Su Raul di Caen cfr. FLORI, Faut - il rétrabiliter, pp. 35 ss.; R.MANSELLI, Raul di Caen nella cultura del secolo XII, "Rendiconti della classe di scienze morali, storiche e filologiche dell'Accademia dei Lincei" 8 (1955); MAYER, Bibliographie, n. 1128. I Gesta Tancredi sono in PL CLV, 490 - 590, e in RHC Occ III, 587-601. (2) PL CLV, 513 - 515, in Asia Minore; 542 - 552, ad Antiochia; 569 - 574, a Gerusalemme. (3) PL CLV, 561 B - D. (4) In FSI, V, ed. C. CALISSE, Roma 1904. In questa edizione ci sono tuttavia parecchie lacune. (5) In MGH SS Rer Germ XVII, ed. O.HOLDER-HEGGER, Berlino - Weimar 1997. (6) In MGH SS, VIII, pp. 6 - 31, ed. G.H.PERTZ, Lipsia 1992. (7) Waltharii poesis, ed. H.ALTHOLF, voll. I-II, Lipsia 1899- 1905. Ricca bibl. in PALADINI - DE MARCO, Letteratura, p. 291. (8) Ecbasis captivi, ed. E.H.ZEYDEL, Chapel Hill 1964. Bibl. ragionata in PALADINI - DE MARCO, Letteratura, p. 291. (9) Edito in A.WILMART, Le poème héroique de Lètald sur Within le pêcheur, " StudMed " n.s., 9 (1936), pp. 188-205. (10) Questa considerazione vale più per il rapporto in genere tra epica e crociata in un testo letterario, che per Raul di Caen, che in effetti non si dilunga eccessivamente su miracoli o visioni. Cfr. comunque PL CLV, 515 A - C, 570 C - 541 C, 547 C - 548 D, 558 C - 559 C. Theorèin - Luglio 2003 |