LA TEOLOGIA CRISTIANA

A cura di: Vito Sibilio
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ULTRAMONTANA AETAS

Breve introduzione ai teologi dell’Ottocento mediano

In questa fase mediana del XIX secolo, ai cui bordi si sovrappongono l’età della Restaurazione e quella della Neoscolastica, la Chiesa vive una stagione lussureggiante nel magistero papale, nello sforzo di rinnovamento teologico e nella vita spirituale. Sebbene i confini di questo periodo non siano netti, essi coincidono grossomodo con l’affermazione e il trionfo dell’Ultramontanismo, al quale concorrono in larga misura i Pontefici, i teologi e i fondatori di cui farò cenno.

L’ULTRAMONTANISMO

E’ il movimento moderno che porta all’accentramento di tutta l’autorità ecclesiastica, sia magisteriale che giurisdizionale, oltre i monti, ossia in Italia, nelle mani del Papa. Nell’Ottocento attecchì specialmente in Francia e Germania, per cui prese questo nome. La dottrina in questione era antichissima ma è l’ultramontanismo che ne fa un obiettivo di governo ecclesiastico e di magistero straordinario, favorito dalla scomparsa del giurisdizionalismo. Grazie ad esso, nonostante qualche esagerazione semplicistica, il processo di formazione irreversibile della monarchia papale sulla Chiesa, iniziato con la Riforma gregoriana dell’XI secolo, giunse a compimento.

I PAPI

Il magistero papale contribuì, con i suoi interventi dottrinali, a diffondere la nozione del Papa maestro infallibile, presupposto e coronamento di tale attività.

Pio VII (1800-1823) condannò la Massoneria e tutte le sette segrete con la bolla Ecclesiam a Jesu Christo. Nell’enciclica Diu Satis il Papa descrisse la difficile situazione in cui versava la Chiesa a causa della Rivoluzione francese, e diede alcune raccomandazioni ai Vescovi per fronteggiare i nemici della Chiesa, raccomandando di vigilare su tutto il gregge cristiano, e soprattutto di dedicare particolari sollecitudini ai fanciulli e agli adolescenti.

Leone XII (1823-1829) con l’enciclica Ubi Primum condannò l'indifferentismo, che ha come conseguenza negativa la tolleranza e il liberalismo, mentre affermò il principio della stretta unione fra trono ed altare. Con la bolla Quo graviora mala ribadì la condanna della Massoneria.

Pio VIII (1829-1830), con l’enciclica Traditi Humilitati Nostrae, si propose come guida spirituale del mondo cristiano, affermando così la supremazia del magistero pontificio.

Gregorio XVI (1831-1846) con l’enciclica Mirari Vos condannò tutti i principi del liberalismo religioso e politico, con la Singulari nos anatematizzò il Lamennais, con la Commissum Divinitus condannò alcune prese di posizione adottate dai laici riunitisi a Baden nel gennaio 1834, con la Inter praecipuas mise in guardia dall'attendibilità delle varie traduzioni della Bibbia in lingua volgare, frutto delle Associazioni Bibliche sorte nel mondo protestante con il solo scopo di fare propaganda con effetti nocivi sugli ignoranti e le anime deboli.

Il Beato Pio IX (1846-1878) fu il Papa sotto cui l’ultramontanismo trionfò e fu lui stesso un convinto ultramontano. Egli tenne un ampio magistero con le sue encicliche. Con la Qui pluribus insistette sulla necessità che da parte di tutti si mantenesse la comunione con la Cattedra di Pietro; condannò l'indifferentismo, secondo il quale in qualunque professione di fede si può conseguire l'eterna salvezza solo che si pratichino costumi retti ed onesti; condannò inoltre la libertà di stampa, di coscienza e di pensiero; mise in guardia contro la dottrina del comunismo; infine invitò i Principi a difendere la Religione Cattolica, fondamento di ogni ordine sociale e politico. Con la Ubi Primum il Pontefice consultò l'intero Episcopato sulla opportunità di una definizione del dogma della Immacolata Concezione e raccomandò ai Vescovi di fargli conoscere al più presto il loro parere personale e i sentimenti del clero e del popolo delle loro diocesi. Con la Inter multiplices il Pontefice invitò la Chiesa di Francia ad una rappacificazione tra gallicani e ultramontani. Elogiò poi i Vescovi francesi per l'impegno con il quale esercitavano il loro ministero; li esortò alla concordia e li invitò a seguire con cura la formazione dei giovani chierici nei seminari, in modo da preparare sacerdoti umili e dotti; condannò la stampa che corrompe le intelligenze e i costumi, e consigliò l'utilizzo di uomini di cultura che, animati da spirito cattolico, potessero produrre libri e giornali al servizio della Chiesa. Con la Apostolicae Nostrae il Pontefice, di fronte ai dilaganti e preoccupanti fenomeni dell'indifferentismo e dell'incredulità, invitò alla preghiera. In particolare, il Papa invitò alla preghiera così da essere illuminato a proposito della Immacolata Concezione della Vergine Maria. Con la Singulari quidem il Pontefice invitò a combattere l'indifferentismo e il razionalismo e raccomandò una solida formazione del clero. Con la Qui Nuper, la Nullis certe verbis, la Levate, la Respicientes ea e la Ubi nos difese il diritto della Chiesa al Potere Temporale. Con la Amantissimus Humani Generis annunciò la nascita della sezione di Propaganda Fide per le Chiese Orientali ed insistette sul principio dell'unità della Chiesa, raccolta sotto il Papa, Vicario di Cristo, e della varietà dei riti liturgici. Con la Quanto conficiamur il Pontefice condannò nuovamente gli errori del tempo moderno, che si stavano insinuando anche nella Chiesa cattolica e condannò la diffusione delle idee liberali tra il clero italiano. Con la Quanta Cura e l’annesso Syllabus Errorum condannò tutti gli errori del tempo. Con la Etsi multa luctuosa il Pontefice denunciò gli attacchi sempre più frequenti ai diritti e alla libertà della Chiesa. Nel Syllabus egli sintetizzò tutto quanto egli e i suoi predecessori andavano condannando: panteismo, naturalismo e razionalismo assoluto; razionalismo moderato; indifferentismo e latitudinarismo; socialismo, comunismo, società segrete, società bibliche, società clerico-liberali; errori sulla Chiesa e i suoi diritti; errori sulla società civile in sé e nelle relazioni con la Chiesa; errori sulla morale naturale e cristiana; errori sul matrimonio cristiano; errore sul potere temporale del Papa; errori che si riferiscono al liberalismo. Molte di queste condanne sono da intendersi soprattutto in ordine ai motivi che hanno generato certe posizioni più che sulle posizioni in sé – come quelle sulle libertà dell’uomo. Ma nonostante questo unilateralismo, il magistero del Sillabo servì a creare le premesse per la nascita di una modernità ispirata al Cristianesimo e non all’Illuminismo, sebbene questo completamento di prospettiva si dovette a Leone XIII (1878-1903).

Ma l’atto che più di tutti impresse nelle coscienze il senso dell’infallibilità papale fu quello con cui, l’8 dicembre 1854, Pio IX definì il Dogma dell’Immacolata Concezione con la bolla Ineffabilis Deus. Per la prima volta, sia pure dopo aver consultato tutti i vescovi per iscritto, come abbiamo visto, un Papa definiva da solo un dogma di fede. Perciò il Concilio Vaticano I (1869-1870) poté definire facilmente il dogma dell’Infallibilità del Papa e del suo Episcopato universale, essendo oramai una dottrina unanimemente condivisa. Nell’uno e nell’altro caso, la definizione dogmatica, a differenza di quanto capitato in passato, non giungeva a dirimere una controversia ma a suggellare un processo di acquisizione dottrinale sempre più consapevole. In quanto poi al dogma dell’Immacolata, esso ricevette il suggello più autorevole, quando la stessa Beata Vergine Maria, apparendo a Santa Bernadette Soubirous (1844-1879) dall’11 febbraio al 16 luglio 1858, le si presentò dicendo: “Io sono l’Immacolata Concezione” (25 marzo).

GLI AUTORI ULTRAMONTANISTI

Théodore Combalot (1797-1873), fu non solo un ardente discepolo del primo Lamennais ma anche un missionario diocesano pieno di zelo e un gran propagatore dell’ultramontanismo tra le fila del basso clero. Il Servo di Dio Dom Prosper Louis Pascal Guéranger (1806-1875) sostenne la causa dell’ultramontanismo mediante la diffusione della liturgia romana tra le fila dei sacerdoti contro la tendenza gallicana di certo alto clero. Padre Louis Eduard Camille Gaultier (1746-1818), teologo e pedagogista, collaborò col Rohrbacher per la stesura della sua Storia della Chiesa in senso filoromano. Thomas Marie Joseph Gousset (1792-1866), cardinale arcivescovo di Reims, fu un grande volgarizzatore della teologia in uno stampo ultramontano.

I TEOLOGI DEL RINNOVAMENTO OTTOCENTESCO

Vi fu innanzitutto un rilancio della teologia catechetica e catechistica. Cominciando nell’area germanofona, citiamo anzitutto il principe vescovo di Bressanone Bernard Galura (1764-1856), che fu un pioniere del rinnovamento catechetico, basandolo sulla Bibbia e sul concetto di Regno di Dio. L’Arcivescovo di Vienna Vinzenz Eduard Milde (1777-1853) insistette molto sugli aspetti psicologici nelle sue opere catechetiche per il clero. L’Arcivescovo di Salisburgo Augustin Johann Joseph Gruber (1763-1835), nelle sue conferenze catechetiche al clero, insistette a sua volta sul ruolo del catechista quale inviato di Dio che trasmette ai fanciulli un sapere che conduce alle virtù teologali. Christoph Schmid (1768-1854) fu autore di catechismi e di una storia biblica; fu altresì creatore della letteratura cattolica per ragazzi. Johann Baptist Hirscher (1788-1865) si sforzò di presentare, nei suoi catechismi, la dottrina del Regno di Dio che si ricava dalle narrazioni bibliche. Più preciso di lui teologicamente fu il gesuita Joseph Deharbe (1800-1871).

Nell’area francofona, il Padre Emery fu il rinnovatore del seminario durante il Primo Impero. Importanti catechisti furono l’Abate Teysseyrre, Denis Luc Frayssinous (1765-1841), Hyacinthe Louis De Quélen (1788-1839) ed Etienne Jacques François Borderies (1764-1832). Ampio condensatore di questi contenuti fu l’Abate Etienne Michelle Faillon (1799-1860). Il maggiore esponente del rinnovamento catechistico francese fu però monsignor Felix Dupanloup (1802-1878), vescovo di Orléans (e antinfallibilista al Vaticano I). Accanto a lui va ricordato lo sforzo di San Giovanni Maria Vianney (1786-1859), curato d’Ars, per rendere accessibile ogni cosa ai semplici coi suoi catechismi. Durante il Secondo Impero si distinsero il Padre Joseph Marie Timon David (1821-1891) e il Beato Antoine Chevrier (1826-1879).

Va menzionato anche il rinnovamento della teologia pastorale. Concepita ancora come etica professionale del clero da Thomas Powondra, ebbe un suo primo innovatore in quel Sailer di cui parlammo nel capitolo precedente. Hirscher, della Scuola di Tubinga, diede il suo importante contributo, in chiave kerygmatica, all’innovazione teologico-pastorale. Il suo discepolo Anton Graf (1811-1867) fu il maggior pastoralista dell’epoca, che incentrò la sua attenzione sul senso globale delle attività della Chiesa mossa dallo Spirito Santo. Una diversa angolatura, giuridica, ascetica e psicologica, viene usata da J. Amberger e da I. Schüch.

In Italia, si distinse nella predicazione e nella pastorale San Gaspare del Bufalo (1786-1837), fondatore della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue e suo grande apostolo.

Un rinnovamento vi fu anche nella teologia morale, contro il razionalismo e il rigorismo illuministici. Tra i tedeschi domina lo sforzo della produzione di ampie sintesi in rapporto con le correnti filosofiche del tempo e per la soluzione dei problemi coevi. G. Riegler (1778-1847) è ancora agli inizi di questo rinnovamento. J.A. Stapf (1785-1844) sottolineò l’importanza della fondazione dogmatica della morale contro l’imperativo categorico kantiano. Anche in questo campo si distinse i summenzionati Sailer e Hirscher. Quest’ultimo ebbe ampia influenza tra i moralisti della generazione successiva, vicini alla Scuola di Tubinga.

Tra i francofoni trionfò il moralismo alfonsino grazie al Gossuet, che proseguì le iniziative di Lanteri, ai fratelli Lamennais e a Monsignor Devie. Jean Baptiste Bouvier (1783-1854) diffuse le idee alfonsine nei seminari. Un altro discepolo del De’ Liguori fu il gesuita Jean Pierre Gury (1801-1866). In Germania fu sostenuto dal francescano A. Waibel e da K. Martin.

A margine del rinnovamento citiamo teologi di ampio influsso come H. Klee (1800-1840) e F. X. Dieringer (1811-1876) o eruditi come Karl Joseph von Hefele (1809-1893), sommo storico della Chiesa. Tra i continuatori della Scuola di Tubinga, sebbene operanti in altre sedi, abbiamo Franz Anton Staudenmaier (1800-1856), Alban Stoltz (1808-1885), il canonista George Phillips (1804-1872), l’esegeta Joseph Franz von Allioli (1793-1873), gli storici Franz Michael Permaneder (1794-1862) e Ignaz von Döllinger (1799-1890), che poi avrebbe apostatato non accettando il dogma dell’Infallibilità papale. Vanno poi menzionati i maestri dell’Università di Lovanio Xavier De Rom (1804-1865), Jean Baptiste Malou (1809-1864) – sommo sostenitore del dogma dell’Immacolata Concezione – Arnold Tits (1807-1851), Gérard Ubaghs (1800-1875).

In Spagna si distinsero il saggista laico Juan Donoso Cortés (1809-1853) e il sacerdote Jaime Balmes (1810-1848), versatile poligrafo. In Italia vanno menzionati tra gli eruditi i cardinali Angelo Mai (1782-1854) e Alfonso Capecelatro (1824-1812) e tra gli esegeti il padre Francesco Saverio Patrizi (1797-1881). Altri eruditi si ebbero in Francia: l’apologeta e patrologo Antoine Genoude (1792-1849), Jacques Paul Migne (1800-1875) – noto per le sue due immortali e fondamentali Patrologiae, latina e greca – il suo collaboratore Jean Baptiste Pitra (1812-1889) e il critico d’arte Alexis François Rio (1797-1874).

I FONDATORI

Sono di Ordini religiosi e di associazioni laiche. Alcuni li abbiamo appena citati. Vediamone altri, in tutto l’Ottocento. San Giuseppe Pignatelli (1837-1911) mantenne viva in Italia la famiglia dei Gesuiti, il cui rifondatore fu il generale Luigi Fortis (1748-1829). In Francia il Padre Pierre Joseph Picot de Cloriviére (1735-1820) fondò la Congregazione segreta dei Preti del Cuore di Gesù, che operò durante il Terrore; Leonor Francois Tournely (1767-1797) e Charles De Broglie (1734-1777) avevano fondato già nel XVIII secolo la Società dei Preti del Sacro Cuore, poi fusasi con un’analoga Congregazione fondata a Spoleto da Niccolò Paccanari (1786-1811) nel nuovo istituto dei Padri della Fede. Tra le fondatrici ricordiamo Giovanna Fontbonne (1759-1843), che iniziò le Suore di San Giuseppe, Santa Maria Maddalena Postel (1756-1846) che fondò le Suore delle Scuole Cristiane e della Misericordia, Santa Giulia Billiart (1751-1816), che fondò le Suore di Nostra Signora di Namur, Santa Emilia Maria Guglielma de Rodat (1787-1852) che istituì le Suore della Sacra Famiglia, Santa Maddalena Sofia Barat (1779-1865), che fondò le Dame del Sacro Cuore. San Clemente Maria Hofbauer (1751-1820) introdusse i Redentoristi in Austria ed Europa centrale. San Marcellino Champagnat (1789-1840) fondò i Fratelli Maristi, Gabriel Deshayes (1767-1841) i Fratelli di San Gabriele, l’abate Andrè Coindre (1787-1826) i Fratelli del Sacro Cuore, Jean Pierre Coudrin (1768-1837) la Congregazione dei Sacri Cuori, Jean Baptiste Rauzan (1757-1847) i Preti della Misericordia, San Carlo Giuseppe Eugenio di Mazenod (1782-1861) gli Oblati di Maria Immacolata, Jean Claude Colin (1790-1865) i Padri Maristi, Guillame Joseph Chaminade (1761-1850) i Padri Marianisti, i fratelli Antonangelo (1774-1858) e Marcantonio (1774-1853) Cavanis i Sacerdoti delle Scuole di Carità, il Lanteri i citati Oblati di Maria Vergine.

In Italia vanno ricordati San Vincenzo Pallotti (1795-1850), fondatore della Società dell’Apostolato Cattolico con l’appoggio di Pio IX; San Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842), fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza e di numerose congregazioni serventi gli scopi della cura dei malati; San Leonardo Murialdo (1828-1900), fondatore della Pia Società di San Giuseppe; San Giovanni Piamarta (1841-1913), pedagogista e sociologo, fondatore della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth e di quella delle Umili Serve del Signore, nonché dell’Istituto Artigianelli per l’educazione dei giovani; San Luigi Guanella (1842-1915), fondatore dei Servi della Carità, delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza e della Pia Unione del Transito di San Giuseppe, nonché di scuole, oratori e ricoveri per minorati ed inguaribili; il Beato Bartolo Longo (1841-1926), fondatore del Santuario della Beata Vergine Maria del Rosario di Pompei e della Confraternita del Rosario, pubblicista storico, ascetico e pedagogico, fautore di innumerevoli opere di carità, specie per i carcerati; Ferrante Aporti (1791-1858), fondatore degli Asili che portano il suo nome e importante pedagogista; il Beato Contardo Ferrini (1859-1902), docente di diritto romano con più di duecento pubblicazioni, scrittore religioso ed autore di lettere di stile elevato e di ariosa spiritualità, teorico della manifestazione nel diritto della voce primordiale di Dio; Stanislao Medolago Albani (1852-1921), promotore della Scuola Sociale Cristiana; il Beato Giuseppe Toniolo (1845-1918), economista, sociologo, fondatore dell’Unione Cattolica per gli Studi Sociali e collaboratore dell’Albani; Geremia Bonomelli (1831-1914), vescovo di Cremona, apologeta, divulgatore, sensibile ai problemi sociali, fondatore dell’Associazione Italiana per l’Assistenza agli Emigranti.

Il Beato Federico Ozanam (1813-1853) merita un cenno a parte. Nato a Milano da genitori francesi, padre di famiglia, docente universitario, promotore delle Conferenze del Lacordaire e della fondazione dell’Università di Lovanio, oratore in essa delle Conferenze di Storia e Filosofia ivi esistenti, fece germinare da esse le Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli, su temi di carità. Da esse egli fece derivare, con dei condiscepoli, la Società di San Vincenzo de’ Paoli, allo scopo di soccorrere i poveri materialmente e moralmente, fortificare la fede dei suoi aderenti e svolgere attività apologetica. Ozanam fu esemplare anche in quest’ultima attività: egli volle dimostrare tramite la storia che il Cristianesimo è una religione divina, che ha salvato dalla rovina lo spirito umano, minacciato dal paganesimo e dalla barbarie. Le sue opere principali sono La civilizzazione cristiana presso i Franchi, I Germani prima del Cristianesimo, Dante e la filosofia cattolica del XIII secolo, La civiltà del V secolo. Esse hanno esattezza di notizie, rigore logico di argomentazioni, calore di convinzione. Ozanam fu critico precoce e acuto del socialismo (Riflessioni sulla dottrina di Saint Simon). Degno di nota il suo umanissimo Epistolario, ricco di spunti apologetici.

SAN GIOVANNI BOSCO

Autore in predicato di ricevere il dottorato della Chiesa, San Giovanni Bosco è senz’altro la maggiore delle personalità di cui stiamo parlando. Nacque a Castelnuovo d’Asti nel 1815. Di umile famiglia, raggiunse il sacerdozio con difficoltà, nel 1841. A Torino cominciò ad occuparsi dei fanciulli poveri e di quelli abbandonati. Fondò poi in Valdocco l’Oratorio di San Francesco di Sales, a cui annesse un grande ospizio. Nacque così la famiglia religiosa dei Salesiani, comprendente religiosi e laici. A lato di essa eresse l’Istituto delle Figlie di Maria Santissima Ausiliatrice, per poi aggiungervi la Pia Unione dei Cooperatori, per chi viveva in famiglia il carisma salesiano. Oratori, ospizi e collegi furono fondati dal Santo in Italia, Spagna, Francia, Belgio, Austria e Inghilterra. Inviò missionari in Argentina, Brasile, Venezuela, Perù, Colombia ed Ecuador. Legato a Pio IX e a Leone XIII, fu mediatore tra essi e il Governo italiano a più riprese. Eresse il Santuario di Maria Santissima Ausiliatrice presso l’Oratorio di Valdocco, il tempio del Sacro Cuore a Roma e il Tibi Dabo in Ispagna. Grazie a lui gli Oratori, aperti sempre, divennero il luogo di ritrovo per milioni di ragazzi, coniugando in sé cultura, pietà e ricreazione. Il Santo organizzò inoltre scuole professionali ed agricole. Pedagogista insigne, compose il motto: prevenire per non reprimere. Pubblicò moltissimi scritti, tra cui: Storia ecclesiastica (1845); Il giovane provveduto per la pratica dei suoi doveri religiosi (1850); Il cattolico istruito (1850); Storia d’Italia (1856); Vita dei Papi dei primi secoli (1857-1865). Fondò le Letture cattoliche in fascicoli mensili, la Biblioteca della Gioventù Italiana e il Bollettino Salesiano. Ritiratosi dalle sue incombenze per ragioni di salute nel 1884, morì nel 1888 a Torino.


Theorèin - Luglio 2018