A cura di: Romina Officioso

Se vuoi comunicare con Romina Officioso: rofficiso@libero.it

Titolo:La stella d'Algeri
Autore:Aziz Chouaki
Traduzione dal francese di Silvia Balestra
pp 178
Euro 14,50
Edizioni e/o (Roma 2004)
Collana: I Leoni; Letteratura Africana e Caraibica.

Fino a quando un uomo, continuamente frustrato e aggredito dalla piattezza sociale in cui vive, riesce a reagire e a credere nei suoi ideali e nel rispetto della vita, senza soccombere? Questo è uno dei più importanti interrogativi di fronte al quale ci pone la lettura de “ La stella d’Algeri”, romanzo elaborato in tre parti (rispettivamente composte di quattro, tre e tre capitoli), dove l’autore Aziz Chouaki narra la storia di un uomo algerino che desidera realizzare il suo sogno d’amore con Fatiha e la sua passione per la musica, nonostante il quotidiano scontro con la difficile e pesante realtà della periferia di Algeri dei primi anni Novanta, flagellata dalla povertà, minacciata dall’insediamento al potere degli integralisti islamici, piegata in ginocchio da un processo di modernizzazione lenta e iniqua.

L’uomo di cui si parla è Mézian Boudjiri, in arte Moussa Massy, musicista trentaseienne che sogna di diventare una rock star, il Prince, il Jackson della canzone cabìla moderna e di fuggire da cité Mer et Soleil, hinterland algerino che descrive agli occhi come contesto non differente da qualsiasi periferia del sud del mondo,

... ... spietati palazzi che macerano fra montagne di immondizia, tutti se ne sbattono di tutto in questo paese... cassonetti della spazzatura sventrati, mucchi di macerie, carcasse di elettrodomestici, vecchi copertoni bruciacchiati...

sporca, abbandonata a se stessa, dove i giovani vedono le loro speranze affievolite dal degrado e dalla piattezza sociale.

In questo luogo, Moussa divide una casa di tre stanze con i quattordici membri della sua famiglia. Non c’è acqua, non c’è aria a sufficienza, troppe persone in casa.

E allora via verso il mare a suonare la mandola e a respirare aria newyorkese nei sogni fatti a occhi aperti.

... Brividi di piacere nelle vene, a pensarci...

queste le emozioni raccontate davanti al suo primo poster musicale reso possibile grazie al fedele e saggio Rachid, bravo grafico, nonché suo manager

e amico inseparabile.

Ma arriverà il successo? Riuscirà Moussa a comprare casa e a sposare Fatiha? Ma soprattutto, resisterà a sopravvivere ai pregiudizi degli integralisti islamici, sempre più presenti nella vita politica di Algeri?

Lui stesso, in prima persona, subisce i soprusi di un poliziotto integralista che lo accusa di indossare una camicia considerata come, ...offesa al pudore, ed è costretto a picchiare un collega di scuola di sua sorella, perché le aveva intimato di indossare il velo.

Moussa lotta, persevera contro le difficoltà. Sembra avercela quasi fatta, quando la vita gli si accanisce contro nuovamente, ponendo fine ai suoi sogni.

La sua amata Fatiha cede alla volontà dei genitori sposando un cugino laureato e benestante e la sua ambita carriera di cantante è indegnamente ridotta a un’infima produzione musicale di cassette pirata.

Intanto anche la città va a rotoli. La popolazione marcia contro il regime insidiatosi, mentre i più fortunati riescono a lasciare la città per raggiungere Parigi, e tra questi anche il suo amico Rashid.

A questo punto il mondo di Méziani è in frantumi. Il silenzio, la depressione e lo sconforto più totale lo assalgono. Zombretto, anfetamina, 6.15 e marijuana diventano il suo passa tempo. Sembra arrivata la fine, ma ancora una volta Moussa prova a sperare e decide di raggiungere Rachid a Parigi.

Pur di ottenere l’agognato permesso di soggiorno all’estero, Méziani si concede sessualmente a un impiegato dell’ambasciata francese di Algeri.

Rinfrancato da nuova speranza si dirige, per l’ennesima volta, allo sportello dell’ufficio estero. Questa volta è tutto più facile:niente musica, niente Fatiha, ma la libertà è vicina.

La fretta di arrivare allo sportello. La folla. Una lite. Un finale imprevedibile che sconvolge le aspettative del lettore e invita a riflettere sulla debolezza dell’animo umano, ma soprattutto a rivolgere una più concreta attenzione alla difficile realtà sociale delle periferie che spesso nega la possibilità di rendere concreti i propri diritti, tout court la propria crescita intellettiva e intellettuale. 

Romina Officioso


Theorèin- Anno 2004