A cura di: Romina Officioso

Se vuoi comunicare con Romina Officioso: rofficiso@libero.it

Titolo: Installazioni, vecchie valvole Sovtek e culto del fuoco
Autore: Daniel Molinini
pp 114
Prefazione a cura di Umberto Russo
Euro 11,00
Edizioni Tracce

Daniel Molinini, vincitore nella sezione narrativa del concorso Poesie e Prosa 2003, organizzato dalla casa editrice Tracce e dalla Fondazione CARIPE, presenta l'opera Installazioni, vecchie valvole Sovtek e culto del fuoco.

Attraverso fluenti racconti e personali testimonianze, nonché citazioni di celebri poeti, scelti a proposito dallo stesso autore, Daniele Molinini tratta del sociale, di tematiche, seppure impegnative, affrontate con grande sobrietà e chiarezza.

La triste e poco chiara vicenda del sottomarino Kursk, dove molti militari russi persero la vita, e l’attentato alla caffetteria dell’Università Ebraica di Gerusalemme che causò la morte di molti studenti israeliani sono alcuni degli episodi a cui l’autore fa capo sia per denunciare la prevaricazione del potere e la reticente politica dei governi, sia per raccontare dell’incapacità che si vive di fronte alla triste e devastante escalation di orrore nel Medio Oriente.

Le sue più profonde e umane richieste si consolidano in una sola, comune e universale parola: pace.

A tale proposito, Daniele Molinini ci regala una bella pagina di letteratura: (Gerusalemme: Muro del pianto)

“Non credo in te. Non ho mai creduto nella tua esistenza. Voglio però sperare che mi stia sbagliando, che tu possa leggere questo debole pezzo di carta infilato nella roccia di un vecchio muro.

Un muro significa divisione, separazione, disuguaglianza, a volte rifugio, vita, a volte odio e morte. Se esisti, lo sai. Chiedo una sola cosa. Una parola che noi uomini non usiamo più ormai da tempo.

Una parola che potrebbe permettere ad una bambina del campo profughi palestinese di Quarara di poter sognare senza essere l’ennesimo bersaglio di un cecchino israeliano. Senza dover nascondere i suoi desideri dietro quegli splendidi occhi scuri.

Una parola semplice, fra le cui lettere si celano la tragedia e l’umiliazione di interi popoli, morti innocenti, follie distruttive e rabbia. Ti chiedo l’ingenua utopia del presente, l’alba che segue ogni guerra. Ora. Adesso. Una parola.
Pace.
Pace, se esisti.
Pace, se esiste".

Romina Officioso


Theorèin- Luglio 2004