REPORTAGE

A cura di: Mario Della Penna

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Castel del Monte
II parte

LA DIVINA PROPORZIONE

Il libro di pietra di Castel del Monte ha pagine riservate alla divina proporzione, ossia al celebre rapporto 1,618 detto "numero d'oro" che, oltre ad armonizzare il corpo umano ritroviamo in architettura un pò in tutti i tempi, ma più massicciamente nei secoli dall'XI al XIII arricchito di intenzioni sacrali.

Abbiamo già detto, nella prima parte, che le sale sono trapezoidali, ebbene se moltiplichiamo il lato minore del trapezio per 1,618 otteniamo il lato maggiore. Se dividiamo lo stesso lato minore per la radice quadrata di 1,618, ossia 1,1272, otteniamo la larghezza della sala.

Questa presenza del numero d'oro continua nelle proporzioni del castello con l'elevazione di 1,618 al quadrato e al cubo. I punti in cui sorge e tramonta il sole alle date dei solstizi (d'inverno e d'estate) determinano sull'orizzonte quattro vertici che, se idealmente congiunti tra loro, disegnano un rettangolo in divina proporzione, quindi, se moltiplichiamo la lunghezza del lato minore del rettangolo per 1,618 otteniamo il lato maggiore. In tal modo Castel del Monte si colloca al centro di questo ideale rettangolo in rapporto aureo ed è da sottolineare che anche questo fenomeno si verifica soltanto alla latitudine in cui sorge il manufatto.

Per cogliere il vero significato di questa massiccia ed elaborata presenza del rapporto aureo, o divina proporzione, in Castel del Monte, dobbiamo considerare l'importanza data in quell'epoca a tale rapporto che ritroviamo nelle cattedrali gotiche, in quelle romaniche e persino nelle chiese minori e ricordare, altresì, che esso fu oggetto di particolare studio da parte del matematico Leonardo da Pisa, detto Fibonacci coevo e interlocutore di Federico II. 

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Theorèin - Maggio 2004